D.P.R.
12 febbraio 1985, n. 104
Approvazione dei nuovi programmi per la scuola primaria
Art. unico
I programmi didattici per la scuola primaria annessi al D.P.R. 14 giugno 1955, n. 503, sono
sostituiti dai programmi annessi al presente decreto e vistati dal Ministro
proponente.443
I
nuovi programmi entrano in vigore nelle classi prime dell'anno scolastico
1987-88 e, progressivamente, nelle classi successive nei quattro anni
scolastici seguenti.
Premessa generale
Parte prima
Caratteri
e fini della scuola elementare
Il dettato costituzionale
La scuola elementare ha per suo fine la formazione
dell'uomo e del cittadino nel quadro dei principi affermati dalla
Costituzione della Repubblica; essa si ispira, altresì, alle dichiarazioni
internazionali dei diritti dell'uomo e del fanciullo e opera per la
comprensione e la cooperazione con gli altri popoli. La scuola elementare che
ha per compito anche la promozione della prima alfabetizzazione culturale,
costituisce una delle formazioni sociali basilari per lo sviluppo della
personalità del fanciullo, da un sostanziale contributo a rimuovere "gli
ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e
l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona
umana" (art. 3 Cost.) e pone le premesse all'esercizio
effettivo del diritto-dovere di partecipare alla vita sociale e di
"svolgere, secondo le proprie possibilità e le proprie scelte,
un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale
della società". (art. 4 Cost.).
Scuola
elementare e continuità educativa
La scuola elementare attua il suo compito nell'ambito della
"istruzione inferiore, impartita per almeno Otto anni, obbligatoria e
gratuita" (art. 34 della Costituzione).
La scuola elementare contribuisce, in ragione delle sue
specifiche finalità educative e didattiche, anche mediante momenti di
raccordo pedagogico, curricolare ed organizzativo con la scuola materna e con
la scuola media, a promuovere la continuità del processo educativo,
condizione questa essenziale per assicurare agli alunni il positivo conseguimento
delle finalità della istruzione obbligatoria.
In questa prospettiva un ruolo fondamentale compete anche
alla scuola materna, che, integrando l'azione della famiglia, concorre, con
appropriata azione didattica, a favorire condizioni educative e di
socializzazione idonee ad eliminare, quanto più possibile, disuguaglianze di
opportunità nel processo di scolarizzazione.
Principi e fini della scuola elementare
Scuola, famiglia, partecipazione. La scuola elementare
riconosce di non esaurire tutte le funzioni educative: pertanto,
nell'esercizio della propria responsabilità e nel quadro della propria
autonomia funzionale favorisce, attraverso la partecipazione democratica
prevista dalle norme sugli organi collegiali, l'interazione formativa con la
famiglia ,quale sede primaria dell'educazione del fanciullo e con la più
vasta comunità sociale.
La scuola elementare valorizza nella programmazione
educativa e didattica le risorse culturali e ambientali e strumentali offerte
dal territorio e dalle strutture in esso operanti, e nello stesso tempo educa
il fanciullo a cogliere il valore dei processi innovativi come fattori di
progresso della storia.
La vita scolastica ed extra scolastica ed i mezzi di
comunicazione di massa offrono occasioni continue di un confronto vario e
pluralistico.
Sin dalla prima infanzia il fanciullo e coinvolto in una
realtà sociale caratterizzata da rapidi e profondi processi di mutamento dei
costumi, da atteggiamenti, comportamenti individuali e collettivi che lo
stimolano ad interrogarsi, rendendo forte l'esigenza di conoscere
adeguatamente e di comprendere nella sua complessità la realtà che lo
circonda.
La scuola, rispettando le scelte educative della famiglia,
costituisce un momento di riflessione aperta, ove si incontrano esperienze
diverse: essa aiuta il fanciullo a superare i punti di vista egocentrici e
soggettivi, casì come ogni giudizio sommario che privilegi in maniera
esclusiva un punto di vista e un gruppo sociale a scapito d'altri.
Educazione alla convivenza democratica. Il fanciullo sarà
portato a rendersi conto che "tutti i cittadini hanno pari dignità
sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali". (art. 3 Cost.).
La
scuola è impegnata ad operare perché questo fondamentale principio della
convivenza democratica non venga inteso come passiva indifferenza e sollecita
gli alunni a divenire consapevoli delle proprie idee e responsabili delle
proprie azioni, alla luce di criteri di condotta chiari e coerenti che
attuino valori riconosciuti.
Il fanciullo, quando inizia la sua esperienza scolastica,
ha già cumulato un patrimonio di valori e di esperienze relative a
comportamenti familiari, civici, religiosi, morali e sociali.
La scuola, nel corretto uso del suo spazio educativo e nel
rispetto di quello della famiglia e delle altre possibilità di esperienze
educative, ha il compito di sostenere l'alunno nella progressiva conquista
della sua autonomia di giudizio, di scelte e di assunzione di impegni e nel
suo inserimento attivo nel mondo delle relazioni interpersonali, sulla base
della accettazione e del rispetto dell'altro, del dialogo, della
partecipazione al bene comune.
Ciò comporta che gli insegnanti in primo luogo stimolino le
energie interiori del fanciullo per promuovere una produttiva riflessione
sulle concrete esperienze della vita ed in particolare su quelle concernenti i
rapporti umani.
In relazione alle complessive finalità educative la scuola
deve operare perché il fanciullo:
- prenda consapevolezza del valore della coerenza tra
l'ideale assunto e la sua realizzazione in un impegno anche personale;
- abbia più ampie occasioni di iniziativa, decisione,
responsabilità personale ed autonomia e possa sperimentare progressivamente
forme di lavoro di gruppo e di vicendevole aiuto e sostegno, anche per
prendere chiara coscienza della differenza fra "solidarietà attiva"
con il gruppo e "cedimento passivo", alla pressione di gruppo, tra
la capacità di conservare indipendenza di giudizio ed il conformismo, tra il
chiedere giustizia ed il farsi giustizia da se;
- abbia basilare consapevolezza delle varie forme di
"diversità e di emarginazione" allo scopo di prevenire e
contrastare la formazione di stereotipi e pregiudizi nei confronti di persone
e culture;
- sia sensibile ai problemi della salute e dell'igiene
personale, del rispetto dell'ambiente naturale e del corretto atteggiamento
verso gli esseri viventi, della conservazione di strutture e servizi di
pubblica utilità (a cominciare da quelle scolastiche), del comportamento
stradale, del risparmio energetico; - sia progressivamente guidato ad
ampliare l'orizzonte culturale e sociale oltre la realtà ambientale più
prossima, per riflettere, anche attingendo agli strumenti della comunicazione
sociale, sulla realtà culturale e sociale più vasta, in uno spirito di
comprensione e di cooperazione internazionale, con particolare riferimento
alla realtà europea ed al suo processo di integrazione.
La scuola elementare, nell'accogliere tutti i contenuti di
esperienze di cui l'alunno e portatore, contribuisce alla formazione di un
costume di reciproca comprensione e di rispetto anche in materia di credo
religioso.
La scuola statale non ha un proprio credo da proporre ne un
agnosticismo da privilegiare.
Essa
riconosce il valore della realtà religiosa come un dato storicamente,
culturalmente e moralmente incarnato nella realtà sociale di cui il fanciullo
ha esperienza ed, in quanto tale, la scuola ne fa oggetto di attenzione nel
complesso della sua attività educativa, avendo riguardo per l'esperienza
religiosa che il fanciullo vive nel proprio ambito familiare ed in modo da
maturare sentimenti e comportamenti di rispetto delle diverse posizioni in
materia di religione e di rifiuto di ogni forma di discriminazione.
Seconda parte
Una scuola adeguata alle esigenze formative del fanciullo
La creatività come potenziale educativo
La scuola concorre a sviluppare la potenziale creatività
del fanciullo. Due aspetti di essa devono essere sottolineati in modo
particolare. Il primo riguarda la necessità che le funzioni motorie,
cognitive ed affettive giungano ad operare progressivamente e puntualmente in
modo sinergico, suscitando nel fanciullo il gusto di un impegno dinamico nel
quale si esprime tutta la personalità. Il secondo riguarda la necessità di
non ridurre la creatività alle sole attività espressive, ma di coglierne il
potere produttivo nell'ambito delle conoscenze in via di elaborazione nei
processi di ricerca.
L'attenzione alla creatività rappresenta, in sostanza, la
esigenza di promuovere nel fanciullo la consapevolezza delle proprie
possibilità e la "consapevolezza di se" come progressiva capacità
di autonoma valutazione dell'uso delle conoscenze sul piano personale e
sociale.
La scuola come ambiente educativo di apprendimento La
scuola elementare, il cui intervento è intenzionale e sistematico, realizza
il suo compito specifico di alfabetizzazione culturale partendo
dall'orizzonte di esperienze e di interessi del fanciullo per renderlo
consapevole del suo rapporto con un sempre più vasto tessuto di relazioni e
di scambi.
La scuola elementare promuove l'acquisizione di tutti i
fondamentali tipi di linguaggio e un primo livello di padronanza dei quadri
concettuali, delle abilita, delle modalità di indagine essenziali alla
comprensione del mondo umano, naturale e artificiale.
Essenziale a tal fine e anche la realizzazione di un clima
sociale positivo nella vita quotidiana della scuola, organizzando forme di
lavoro di gruppo e di aiuto reciproco e favorendo l'iniziativa,
l'autodecisione, la responsabilità personale degli alunni.
Sono queste le condizioni necessarie perché ogni alunno
viva la scuola come "ambiente educativo e di apprendimento", nel
quale maturare progressivamente la propria capacità di azione diretta, di
progettazione e verifica, di esplorazione, di riflessione e di studio
individuale.
Pertanto, le sollecitazioni culturali, operative e sociali
offerte dalla scuola elementare promuovono la progressiva costruzione della
capacità di pensiero riflesso e critico, potenziando nel contempo creatività,
divergenza e autonomia di giudizio, sulla base di un adeguato equilibrio
affettivo e sociale e di una positiva immagine di se. La scuola elementare
pone casì le basi cognitive e socio-emotive necessarie per la partecipazione
sempre più consapevole alla cultura e alla vita sociale, basi che si
articolano, oltre che nelle conoscenze e nelle competenze prima indicate,
anche nella motivazione a capire ed a operare costruttivamente, nella
progressiva responsabilizzazione individuale e sociale, nel rispetto delle
regole di convivenza, nella capacità di pensare il futuro per prevedere,
prevenire, progettare, cambiare e verificare.
Per questo la scuola elementare, nell'adempiere il suo
compito specifico, e scuola che realizza concretamente il rapporto fra
istruzione ed educazione.
Diversità e uguaglianza
Per assicurare la continuità dello sviluppo individuale
delle esperienze educative precedenti, la scuola elementare e impegnata a
conoscere e valorizzare le attitudini individuali, le conoscenze acquisite da
ogni alunno (anche attraverso i mezzi di comunicazione di massa) e le
sicurezze raggiunte sul piano affettivo, psicologico e sociale.
Pertanto e essenziale, per procedere al loro potenziamento,
accertare fin dai primi giorni le abilita di base esistenti, relative al
piano percettivo, psicomotorio e manipolativo, ai processi di
simbolizzazione, alle competenze logiche, espressive, comunicative esociali,
alla rappresentazione grafica, spaziale e ritmica, ecc.. Eventuali difficoltà
e ritardi richiedono la utilizzazione di tutti i canali della comunicazione
oltre a quella verbale, per perseguire, attraverso una appropriata
metodologia, una sostanziale equivalenza di risultati.
È dovere della scuola elementare evitare, per quanto
possibile, che le "diversità" si trasformino in difficoltà di
apprendimento ed in problemi di comportamento, poiché ciò quasi sempre
prelude a fenomeni di insuccesso e di mortalità scolastica e conseguentemente
a disuguaglianze sul piano sociale e civile.
Alunni in difficoltà di apprendimento ed integrazione di
soggetti portatori di handicap L'esercizio del diritto all'educazione ed
all'istruzione nell'ambito dell'istruzione obbligatoria non può essere
impedito dalla presenza di difficoltà nell'apprendimento scolastico, sia esso
legato a situazioni di handicap o di svantaggio che, peraltro, non vanno tra
loro confuse.
La condizione di svantaggio e legata a carenze familiari ed
affettive, a situazioni di disagio economico e sociale, a divari culturali e
linguistici dovuti a scarsità di stimolazioni intellettuali. La
programmazione educativa e didattica dovrà, quindi, articolarsi e svilupparsi
in modo da prevedere la costruzione e la realizzazione di percorsi
individuali di apprendimento scolastico che, considerando con particolare
accuratezza i livelli di partenza,
ponga una progressione di traguardi orientati, da
verificare in itinere.
Il processo di integrazione di alunni portatori di
handicap, soprattutto se gravi, esige non tanto una "certificazione
medica", quanto la possibilità per la scuola di affrontare il processo
educativo didattico, sulla base di una "diagnosi funzionale"
predisposta da servizi specialistici.
La diagnosi funzionale deve porre in evidenza le principali
aree di potenzialità e di carenza presenti nella fase di sviluppo osservata,
cosicché gli interventi da attivare nel quadro della programmazione
educativo-didattica, di competenza dei docenti, siano i più idonei a
corrispondere ai bisogni ed alle potenzialità del singolo soggetto; tali
interventi devono mirare a promuovere il massimo di autonomia, di
acquisizione di competenze e di abilita espressive e comunicative e, fin dove
e possibile, il possesso di basilari strumenti linguistici e matematici.
In ogni caso, I'obiettivo dell'apprendimento non può mai
essere disatteso e tanto meno sostituito da una semplice socializzazione
"in presenza", perché il processo di socializzazione e in larga
misura una questione di apprendimento, e perché la mancanza di corretti
interventi di promozione dello sviluppo potrebbe produrre ulteriori forme di
emarginazione. L'alunno in situazione di handicap pone alla scuola una domanda
più complessa di aiuto educativo e di sostegno didattico.
Mentre per la maggior parte dei soggetti può essere
sufficiente il potenziamento, l'affinamento e la differenziazione della
prassi didattica, per un minor numero di alunni in condizione di particolare
gravita sono necessari interventi qualificati di didattica differenziata,
integrata da sostegni terapeutici o riabilitativi. In questo quadro la scuola
deve potersi avvalere della collaborazione di specialisti, nonché di servizi
e di strutture stabilmente disponibili sul territorio. È necessario, in
questi casi, che al suo lavoro si accompagnino lo sforzo solidale della
famiglia e l'azione concorde di un sistema socio-sanitario che realizzi forme
di prevenzione, di intervento precoce e di assistenza.
Per disabilità collegate ad handicap particolarmente gravi
è opportuno prevedere, nell'ambito di uno stesso distretto, il funzionamento
di centri adeguatamente attrezzati al fine di consentire interventi
specificamente mirati da realizzare in stretta collaborazione tra scuola,
strutture sanitarie del territorio e istituzioni specializzate.
La valutazione dei risultati scolastici degli alunni
portatori di handicap non può che essere rapportata ai ritmi ed agli
obiettivi formativi individualizzati perseguiti nell'azione didattica.
Comunque,
l'esperienza scolastica dell'alunno in situazioni di handicap dovrebbe
potersi sviluppare secondo un percorso unitario e fondamentalmente continuo,
quanto più possibile in armonia con i ritmi di maturazione e di apprendimento
propri del soggetto.
Terza parte
Programma e programmazione
Le linee del programma
Per attuare i suoi compiti la scuola elementare si
organizza in modo funzionale rispetto agli obiettivi educativi da perseguire;
pertanto, mentre segue le linee di un programma che prescrive sul piano
nazionale quali debbano essere i contenuti formativi e le abilita
fondamentali da conseguire, predispone una adeguata organizzazione didattica,
affinché il programma possa essere svolto muovendo dalle effettive capacità ed
esigenze di apprendimento degli alunni.
Il programma, necessariamente articolato al suo interno,
mira ad aiutare l'alunno, impegnato a soddisfare il suo bisogno di conoscere
e di comprendere, a possedere unitariamente la cultura che apprende ed
elabora.
La peculiarità del programma scaturisce dall'intento di
aiutare l'alunno a penetrare il significato della lingua, ad avviare
seriamente una preparazione scientifica, a cominciare ad elaborare una
conoscenza attenta della vita umana e sociale nelle sue varie espressioni, ad
interrogare criticamente quegli aspetti della realtà che più lo colpiscono (a
cominciare dal mondo delle immagini).
Programmazione didattica ed organizzazione didattica
-
Programmazione didattica. La programmazione didattica ha un valore
determinante per il processo innovativo che, con i programmi, si deve
realizzare nella scuola elementare.
Spetta ai docenti, collegialmente ed individualmente, di
effettuare con ragionevoli previsioni la programmazione didattica, stabilendo
le modalità concrete per mezzo delle quali conseguire le mete fissate dal
programma e la scansione più opportuna di esse, tenuto conto dell'ampliamento
delle opportunità formative offerte dal curricolo, sia con l'inserimento di
nuove attività, sia con la valorizzazione degli insegnamenti tradizionali.
La programmazione, nel quadro della prescrittività delle
mete indicate nel programma, delineerà i percorsi e le procedure più idonee
per lo svolgimento dell'insegnamento, tenendo comunque conto che i risultati
debbono essere equivalenti qualunque sia l'itinerario metodologico scelto.
La programmazione didattica deve essere assunta e
realizzata dagli insegnanti anche come sintesi progettuale e valutativa del
proprio operato.
- Organizzazione didattica. La scuola elementare si
articola in due cicli: il primo ciclo che comprende la 1a e la 2a classe ed
il secondo ciclo che comprende le classi successive.
Il principio della scansione in cicli si attua secondo una
logica pedagogica che può non essere la medesima per tutti gli alunni e per
tutti gli insegnanti.
Possono essere previste nell'arco del quinquennio anche
scansioni diverse, sia per rispettare i ritmi di crescita individuale degli
alunni, sia per consentire una verifica e una frequente valutazione a scopo
formativo in corso di apprendimento, da raccordarsi con quella consuntiva
terminale.
L'unitarietà dell'insegnamento, che costituisce la
caratteristica educativo-didattica peculiare della scuola elementare, e
assicurata sia dal ruolo specifico dell'insegnante di classe - questo
particolarmente nel I ciclo - che dall'intervento di più insegnanti sullo
stesso gruppo classe o per gruppi di classe diversi organizzati in un sistema
didattico a classi aperte.
In particolare nel II ciclo, nel quale si prevede la
utilizzazione di una pluralità di docenti, ferma restando la classe il modulo
base dell'organizzazione istituzionale della scuola, l'organizzazione
didattica deve basarsi sulla valorizzazione delle esperienze e degli
specifici interessi culturali degli insegnanti. A tale fine essenziali sono
la collaborazione ed il lavoro collegiale e altresì le modalità di
raggruppamento permanenti e temporanee degli alunni.
L'organizzazione didattica utilizzerà, inoltre, attività
didattiche di sostegno e di didattica differenziata per aree d'intervento
specifico, coordinate all'attività didattica generale; valorizzerà le
tecnologie educative che promuovono un ambiente di comunicazioni
multimediale.
La valutazione
Al
fine di assicurare un'effettiva valutazione dei punti di partenza e di
arrivo, dei processi, delle difficoltà riscontrate e degli interventi
compensativi attuati, gli insegnanti devono raccogliere in maniera
sistematica e continuativa informazioni relative allo sviluppo dei quadri di
conoscenza e di abilita, alla disponibilità ad apprendere, alla maturazione
del senso di se di ogni alunno.
Le informazioni devono essere raccolte in forma sintetica,
secondo criteri che assicurino un positivo confronto dei livelli di crescita
individuali e collettivi. Le modalità e gli strumenti della raccolta di
informazioni saranno differenti e sempre pertinenti al tipo di attività preso
in considerazione: in alcuni casi sarà utile rifarsi a prove oggettive, in
altre a forme di registrazione proprie dell'esperienza didattica meno
formalizzata.
Il complesso delle osservazioni sistematiche effettuate
dagli insegnanti nel corso dell'attività didattica costituirà lo strumento
privilegiato per la continua regolazione della programmazione, permettendo
agli insegnanti di introdurre per tempo quelle modificazioni o integrazioni
che risultassero opportune.
La comunicazione dei risultati di tale attività di
valutazione ai soggetti interessati (famiglie e scuole) deve documentare
anche quanto la scuola ha fatto e si impegna a fare in ordine allo sviluppo
del singolo e del gruppo.
L'attività di programmazione e di verifica deve consentire
agli insegnanti di valutare l'approfondimento della loro preparazione
psicologica, culturale e didattica anche nella prospettiva della formazione
continua.
I programmi
Il progetto culturale ed educativo evidenziato dai
programmi esige di essere svolto secondo un passaggio continuo che va da una
impostazione unitaria pre-disciplinare all'emergere di ambiti disciplinari
progressivamente differenziati.
L'educazione viene ricondotta nell'ambito di linguaggi,
intesi quali opportunità di simbolizzazione, espressione e comunicazione.
Poiché ogni linguaggio esprime la capacità dell'essere
umano di tradurre in simboli e segni il suo pensiero e i suoi sentimenti,
l'educazione linguistica, che concerne specificamente il linguaggio verbale,
dovrà non disattendere gli apporti comunicativi ed espressivi prodotti
dall'uso di altre forme di linguaggio (l'iconico, il musicale, il corporeo, il
gestuale, il mimico).
L'educazione linguistica, in una epoca di intense
comunicazioni e nella prospettiva di un crescente processo di integrazione
nella comunità europea, non può prescindere da un approccio alla conoscenza
di una lingua straniera.
Si intende con ciò dare assetto sistematico ad uno degli
insegnamenti speciali già previsti nell'ordinamento e che potranno trovare
una loro generalizzata applicazione con apposite modifiche legislative.
Un breve tempo dedicato quotidianamente alla lingua straniera
durante le normali attività didattiche assicurerà la necessaria continuità
nell'educazione linguistica e sarà ausilio non indifferente per rinforzare il
processo di apprendimento.
Componenti essenziali dell'unita educativa della persona
sono considerati, nei nuovi programmi, anche l'educazione estetica, musicale
e motoria.
La lettura e l'interpretazione dei linguaggi iconico,
musicale e motorio, con i quali il fanciullo ha casi forte consuetudine,
possono favorire anche gli apprendimenti più complessi dell'area linguistica
e logico-matematica.
Per la prima volta, il programma prevede uno spazio
riservato all'insegnamento delle scienze, che consentirà una più approfondita
comprensione delle realtà naturale ed umana e del mondo tecnologico.
Questa disciplina, insieme alla matematica, tende a
sviluppare la capacità di percepire i problemi e dare spiegazioni rigorose
delle soluzioni.
Organica attenzione viene prestata anche alle dinamiche
della vita umana, intesa nel suo sviluppo storico, nella sua collocazione
geografica, nella sua organizzazione. Questa area disciplinare e stata
definita per consentire al fanciullo di conoscere il patrimonio culturale in
cui e immerso e di elaborare progressivamente una coscienza del suo
significato.
Per la religione la scuola elementare offre a tutti gli
allievi uguali opportunità di conoscenza, di comprensione e di rispetto dei
valori religiosi.
Nello sviluppo complessivo del programma e negli obiettivi
della programmazione, e indispensabile che la scuola elementare preveda un
graduale accostamento al mondo del lavoro ai livelli consentiti dalle
esperienze proprie dell'età. Questo approccio culturale obbedisce, altresì,
alle caratteristiche psicologiche proprie dell'età in chiave di operatività,
di manipolazione.
I PROGRAMMI
Il progetto culturale ed educativo evidenziato dai
programmi esige di essere svolto secondo un passaggio continuo che va da una
impostazione unitaria pre-disciplinare all'emergere di ambiti disciplinari progressivamente
differenziati.
L'educazione linguistica viene ricondotta nell'ambito dei
linguaggi, intesi quali opportunità di simbolizzazione, espressione e
comunicazione.
Poiché ogni linguaggio esprime la capacità dell'essere
umano di tradurre in simboli e segni il suo pensiero e i suoi sentimenti,
l'educazione linguistica, che concerne specificamente il linguaggio verbale,
dovrà non disattendere gli apporti comunicativi ed espressivi prodotti
dall'uso di altre forme di linguaggio (l'iconico, il musicale, il corporeo,
il gestuale, il mimico).
L'educazione linguistica, in un'epoca di intense
comunicazioni e nella prospettiva di un crescente processo di integrazione
nella comunità europea, non può prescindere da un approccio alla conoscenza
di una lingua straniera.
Si intende con ciò dare assetto sistematico ad uno degli
insegnamenti speciali già previsti nell'ordinamento e che potranno trovare
una loro generalizzata applicazione con apposite modifiche legislative.
Un breve tempo dedicato quotidianamente alla lingua
straniera durante le normali attività didattiche assicurerà la necessaria
continuità nell'educazione linguistica e sarà ausilio non indifferente per
rinforzare il processo di apprendimento.
Componenti essenziali dell'unità educativa della persona sono
considerati, nei nuovi programmi, anche l'educazione estetica, musicale e
motoria.
La lettura e l'interpretazione dei linguaggi iconico,
musicale e motorio, con i quali il fanciullo ha così forte consuetudine,
possono favorire anche gli apprendimenti più complessi dell'area linguistica
e logico-matematica.
Per la prima volta, il programma prevede uno spazio
riservato all'insegnamento delle scienze, che consentirà una più approfondita
comprensione delle realtà naturale ed umana e del mondo tecnologico.
Questa disciplina, insieme alla matematica, tende a
sviluppare la capacità di percepire i problemi e a dare spiegazioni rigorose
delle soluzioni.
Organica attenzione viene prestata anche alle dinamiche
della vita umana, intesa nel suo sviluppo storico, nella sua collocazione
geografica, nella sua organizzazione. Questa area disciplinare è stata
definita per consentire al fanciullo di conoscere il patrimonio culturale in
cui è immerso e di elaborare progressivamente una coscienza del suo
significato.
Per la religione la scuola elementare offre a tutti gli
allievi uguali opportunità di conoscenza, di comprensione e di rispetto dei
valori religiosi.
Nello sviluppo complessivo del programma e negli obiettivi
della programmazione, è indispensabile che la scuola elementare preveda un
graduale accostamento al mondo del lavoro ai livelli consentiti dalle
esperienze proprie dell'età.
Questo approccio culturale obbedisce, altresì, alle
caratteristiche psicologiche proprie dell'età in chiave di operatività, di
manipolazione.
LINGUA ITALIANA
Lingua e cultura
Nessuna definizione globale può esaurire la complessità del
fenomeno linguistico. Esistono però definizioni parziali che possono essere
utilmente assunte:
a) la lingua è strumento del pensiero, non solo
perché lo traduce in parole (permettendo all'individuo di parlare con se
stesso, cioè di ragionare), ma anche perché sollecita e agevola lo sviluppo
dei processi mentali che organizzano, in varie forme, i dati dell'esperienza;
b) la lingua è mezzo per stabilire un rapporto sociale: più
precisamente consente di comunicare con gli altri e di agire nei loro
confronti;
c) la lingua è il veicolo attraverso cui si esprime
in modo più articolato l'esperienza razionale e affettiva dell'individuo;
d) la lingua è espressione di pensiero, di
sentimenti, di stati d'animo, particolarmente nella forma estetica della
poesia;
e) la lingua è un oggetto culturale che ha come sue
dimensioni quella del tempo storico, dello spazio geografico, dello spessore
sociale.
Per l'insieme di questi aspetti, la lingua ha un ruolo
centrale nella scuola elementare, sia per il contributo che offre allo
sviluppo generale dell'individuo, sia per il carattere pregiudiziale che una
buona competenza linguistica ha sulle altre acquisizioni.
Pertanto, i compiti della scuola elementare in questo campo
sono i seguenti:
a) fornire all'alunno i mezzi linguistici adeguati per
operazioni mentali di vario tipo, quali, ad esempio: simbolizzazione,
classificazione, partizione, seriazione, quantificazione, generalizzazione,
astrazione, istituzione di relazioni (temporali, spaziali, causali, ecc.);
b) potenziare nell'alunno la capacità di porsi in relazione
linguistica con interlocutori diversi per età, ruolo, status, ecc. e in
diverse situazioni comunicative, usando la lingua nella sua varietà di
codici, registri e nelle sue numerose funzioni;
c) offrire mezzi linguistici progressivamente più
articolati e differenziati per portare ad un livello di consapevolezza e di
espressione le esperienze personali;
d) promuovere le manifestazioni espressive del fanciullo e
il suo approccio al mondo dell'espressione letteraria;
e) avviare l'alunno a rilevare che la lingua vive con la
società umana e ne registra i cambiamenti nel tempo e nello spazio
geografico, nonché le variazioni socio-culturali; utilizzare queste
dimensioni della lingua per attivare in lui la capacità di pensare
storicamente e criticamente.
Il fanciullo ha un'esperienza linguistica iniziale di cui
l'insegnante dovrà attentamente rendersi conto e sulla quale dovrà impostare
l'azione didattica.
In particolare ogni fanciullo:
- ha una varietà di codici verbali e non verbali (tra cui
quelli derivati dai mass-media), nella quale il codice verbale è dominante;
- ha maturato una capacità di comunicare oralmente in una
lingua e in un dialetto;
- sa che la lingua scritta esiste e, percependone
l'importanza, desidera impadronirsene.
Di fatto queste caratteristiche si manifestano e si
compongono in modo diverso da alunno a alunno. La scuola terrà presenti queste
diversità, differenziando le metodologie e gli strumenti in rapporto alle
esigenze individuali di apprendimento.
Attenzione particolare andrà posta nell'identificazione
tempestiva di eventuali disturbi del linguaggio (difetti dell'udito,
difficoltà di articolazione dei suoni, balbuzie, ecc.) e di fenomeni di
disgrafia e dislessia, per i quali andranno predisposte specifiche strategie
didattiche.
Qualora gli insegnanti accertino, mediante opportune
osservazioni e prove, la inadeguatezza dei prerequisiti sul piano percettivo,
cognitivo e della motricità fine, necessari per l'apprendimento della lettura
e della scrittura, disporranno opportuni interventi, giochi sensoriali,
esercizi di pregrafismo, attività psicomotorie.
Obiettivi e contenuti
Nel campo della formazione linguistica la scuola elementare
persegue un insieme di obiettivi generali all'interno dei quali vengono
individuati alcuni traguardi essenziali, prescrittivi per tutti gli alunni.
I. La scuola si propone l'obiettivo di far conseguire la capacità
di usare, in modo sempre più significativo, il codice verbale, senza peraltro
trascurare altri tipi di codici (grafico, pittorico, plastico,
ritmico-musicale, mimico-gestuale, ecc.) che non sono alternativi al codici
verbale, ma complementari ad esso. All'interno di questo obiettivo dovrà
essere garantito a tutti gli alunni il raggiungimento del traguardo della
consapevolezza che:
- esistono diversi
codici;
- ciascuno di essi offre opportunità specifiche;
- il codice verbale è particolarmente comodo, in quanto
consente con poche unità semplici, di formare un illimitato numero di
messaggi;
- il codice verbale favorisce l'accesso agli altri codici e
consente la riflessione su questi e su se stesso:
II. La scuola si propone l'obiettivo di far conseguire la
capacità di comunicare correttamente in lingua nazionale, a tutti i livelli,
dai più colloquiali e informali ai più elaborati e specializzati; va anche
rispettato l'eventuale uso del dialetto in funzione dell'identità culturale
del proprio ambiente.
All'interno di questo obiettivo dovrà essere garantito a
tutti gli alunni il raggiungimento del traguardo di:
- saper utilizzare la lingua nelle forme colloquiali
richieste dai problemi della vita quotidiana;
- rendersi conto di punti di vista diversi riscontrabili in
situazioni comunicative;
- essere consapevoli delle varietà di forme in cui il
discorso si realizza in rapporto a contesti differenti (ad esempio, con i
compagni di gioco, con i genitori e i familiari, con l'insegnante, ecc.).
II. La scuola si propone l'obiettivo di assicurare
all'alunno una buona competenza di lingua scritta (lettura e scrittura): ci
sono infatti attività della mente che esigono questo veicolo e si
avvantaggiano del suo uso.
Il fanciullo deve saper leggere, cioè capire il significato
di testi scritti a fini diversi; deve saper ricercare e raccogliere
informazioni da testi scritti; seguire la descrizione, il resoconto, il
racconto e saperne cogliere l'essenziale; apprezzare l'efficacia linguistica
ed espressiva dei vari tipi di scrittura.
Il fanciullo deve saper scrivere: comunicare a distanza con
interlocutori diversi, registrare e organizzare dati e istruzioni, esprimere
impressioni, valutazioni; produrre testi di tipo descrittivo, narrativo,
argomentativo.
Tutte queste capacità confluiscono in quella della
rielaborazione del testo (parafrasi, trasposizione, riscrittura in contesti
diversi, riordinamento di argomenti, operazioni in cui il fanciullo può
manifestare quell'originalità e fantasia che, lungi dall'essere alternative o
antitetiche alla razionalità, ne rappresentano componenti essenziali).
All'interno di questo obiettivo dovrà essere garantito a
tutti i fanciulli il conseguimento del traguardo di:
- saper leggere e capire i testi di uso quotidiano nei loro
significati essenziali e nei loro differenti scopi comunicativi, almeno in
rapporto alle necessità e situazioni più comuni;
- leggere facili testi di tipo anche letterario, che
attivino processi interpretativi;
- produrre semplici testi scritti di carattere pratico-comunicativo
per utilità personale (prendere nota, prendere appunti), o per stabilire
rapporti con altri;
- scrivere semplici testi che realizzino, nelle forme a
ciascuno congeniali, una iniziale elaborazione di carattere personale.
Nel programma non sono state proposte rigide scansioni
interne relative a ciascun anno, perché:
- si ritiene che queste debbano rientrare nella
programmazione formulata dagli insegnanti in relazione alle esigenze della
classe;
- esiste il rischio che certe indicazioni possano essere
interpretate restrittivamente e causare non giustificati insuccessi;
- date le caratteristiche particolari della disciplina non
è sempre possibile indicare una progressione rigida degli apprendimenti nei
diversi anni scolastici.
Tuttavia è possibile dare indicazioni orientative che si
riferiscono alle:
a) capacità da attivarsi nel primo anno del corso
elementare;
b) capacità da sviluppare nell'intero corso elementare.
a) Capacità da attivarsi nel primo anno
Nel primo anno di scuola elementare appare necessario
perseguire questi obiettivi:
- capacità da parte del fanciullo di esprimersi oralmente e
di comunicare in maniera sempre più compiuta su argomenti che gli siano noti
e gli appaiano interessanti;
- capacità di leggere e di scrivere almeno a quel livello
strumentale che è indispensabile fase di accesso all'uso pieno e consapevole
della lettura e della scrittura.
In particolare, al termine del primo anno o al massimo nel
corso del secondo, dovrebbe essere raggiunta la capacità di leggere in
maniera scorrevole brevi e facili testi e di formulare il proprio pensiero e
comunicarlo per iscritto, rispettando le più importanti convenzioni
ortografiche.
b) Capacità da sviluppare nell'intero corso elementare.
Sin dal primo anno vanno stimolate e gradualmente sviluppate
nel corso del quinquennio le capacità dell'alunno di:
- cogliere e ripetere con parole sue il contenuto di ciò
che ha sentito dire o leggere, o di ciò che lui stesso ha letto;
- sapersi inserire opportunamente nelle situazioni
comunicative più frequenti e, con gradualità, rendersi conto dei punti di
vista diversi;
- descrivere ordinatamente le fasi di attività a lui
familiari;
- eseguire la lettura silenziosa di testi di vario tipo,
opportunamente scelti e graduati, e dare prova di averne compreso il
contenuto in forme via via più aderenti alle intenzioni comunicative del
testo;
- comunicare per iscritto con interlocutori diversi in modo
via via più ricco e più articolato per contenuto e forma;
- produrre testi di vario genere;
- acquisire il lessico fondamentale e progressivamente
arricchirlo, utilizzando le opportunità offerte da tutte le discipline;
- prestare attenzione alle corrispondenze lessicali tra
dialetto e lingua allo scopo di evitare interferenze inconsce tra i due
sistemi linguistici;
- individuare le diversità tra le pronunce regionali
dell'italiano e la pronuncia dell'italiano cosiddetto standard, che
rappresenta anche la base per una corretta esecuzione scritta.
In particolare si raccomanda l'attivazione, a partire dal
terzo anno, delle capacità di:
- eseguire la lettura a voce alta di testi noti e non,
dando prova, anche attraverso un uso appropriato delle pause e
dell'intonazione, di averne compreso il contenuto;
- scrivere in modo ortograficamente corretto e con buon uso
della punteggiatura, con lessico appropriato e sintassi adeguata;
- prendere note, appunti, ecc. in forme progressivamente
più funzionali e precise;- produrre testi di tipo descrittivo, narrativo,
argomentativo;
- ricercare e raccogliere informazioni da testi scritti
(libri, giornali, vocabolari, enciclopedie, ecc.);
- leggere facili testi di tipo anche letterario, che
attivino nel fanciullo elementari processi interpretativi e sviluppino il
senso estetico;
- riflettere sui significati delle parole e sulle loro
relazioni (rapporti di somiglianza e differenza, gradazioni di significato,
passaggio dal generale allo specifico e viceversa, ecc.);
- ricavare il significato di una parola sconosciuta
ragionando sul semplice contesto in cui è contenuta;
- notare all'interno di contesti alcune elementari
concordanze fra parole, organizzando gradualmente questi rilievi in schemi
morfologici (flessioni, modificazioni, ecc.);
- individuare, attraverso la riflessione sull'uso della
lingua (orale e scritta), le fondamentali strutture sintattiche;
- applicare la naturale curiosità per la parola alla storia
delle parole, soprattutto per quanto riguarda il loro mutamento di
significato, anche nel caso di vocaboli provenienti da lingue straniere.
Indicazioni didattiche
Queste indicazioni vanno considerate come un contributo per
la programmazione, che, comunque, deve essere indirizzata a perseguire gli
obiettivi o a raggiungere i traguardi già enunciati.
Lingua orale.
La prima attività linguistica dell'alunno nella scuola,
decisiva per gli ulteriori sviluppi, è parlare con l'insegnante e con i
compagni.
In questa fase sono determinanti l'atteggiamento e il
comportamento linguistici dell'insegnante, che deve adottare un linguaggio
accessibile, motivante e adeguato al ruolo di chi, comunque, rappresenta per
il fanciullo un modello significativo.
E' importante che, fin dall'inizio, si instauri all'interno
della classe un clima favorevole alla vita di relazione e, quindi, allo
scambio linguistico che progressivamente andrà organizzandosi.
Ciò comporta che l'insegnante sappia sollecitare il
dialogo, dargli ordine (anche abituando l'alunno a "chiedere la
parola", ad attendere il suo turno se altri l'hanno chiesta prima di
lui, a tener conto nel suo intervento di ciò che gli altri hanno detto,
ecc.), tutelando gli spazi comunicativi di ciascuno e la significatività
degli interventi in rapporto all'argomento.
Qui emerge l'importanza del comportamento di ascolto, da
intendere non come atteggiamento di passiva ricezione, quanto come capacità
di comprensione e interpretazione dei messaggi.
La comunicazione orale è anche una importante fonte per
l'arricchimento del lessico dell'alunno; pertanto, l'insegnante favorirà
l'acquisizione di parole nuove e appropriate in situazioni a cui esse
facciano preciso riferimento.
E' opportuno cogliere e promuovere situazioni comunicative
che consentano all'alunno la fruizione e la produzione di una varietà di
messaggi volta per volta adeguati all'interlocutore e alle circostanze. Si
tratta di avviare l'alunno a riconoscere nei discorsi altrui e nei propri
delle varianti che, gradualmente, lo porteranno ad individuare l'esistenza di
una gamma di usi specifici della lingua.
Devono essere sollecitate tutte le forme di comunicazione
orale: descrizione, resoconto, racconto, narrazione, discussione, ecc.
Sarà bene stimolare gli alunni a cogliere differenze di
pronuncia presenti in classe e orientarli, con gradualità, verso una
pronuncia largamente accettabile e ben articolata, anche in funzione di una
corretta esecuzione scritta.
Lingua scritta.
A livello di apprendimento iniziale della lingua scritta i
metodi in uso sono parecchi e ciascuno di essi si rifà a motivazioni teoriche
che vanno tenute presenti per effettuare una scelta. Vi sono tendenze
metodologiche le quali partono da un tutto (parole, frasi) che viene
analizzato in elementi successivamente ricomponibili; altre che partono da
elementi per giungere alla loro sintesi in parole e frasi. Le une e le altre
hanno una loro efficacia didattica, purché vengano usate senza appesantimenti
che riuscirebbero sterili e demotivanti.
La scelta del metodo dovrà anche tener conto di una attenta
osservazione e valutazione del livello di sviluppo percettivo e mentale dei
fanciulli. Infatti, anche in funzione delle loro disponibilità e dei loro
ritmi individuali, l'insegnante, consapevole delle opportunità offerte dai
singoli metodi, prenderà le sue decisioni e predisporrà le condizioni per
l'apprendimento.
Una delle prime conquiste del fanciullo, nella fase
iniziale dell'apprendimento, è la constatazione che le variazioni della
scrittura sono dovute a variazioni degli aspetti fonici della lingua orale;
questa scoperta è facilitata dalla riflessione sul linguaggio parlato
(percezioni, analisi e segmentazione del continuo fonico).
Poiché la nostra lingua usa una scrittura alfabetica, è
inevitabile il momento in cui, nell'apprendimento, si produce la separazione
temporanea degli aspetti del significato da quelli dei singoli formali
(fonemi e grafemi). Sarà necessario che l'insegnante consideri questo
passaggio come preliminare per la riconquista dei significati. Scrivere non è
copiare graficamente (disegnare lettere) e non è soltanto problema di
manualità; è essenzialmente traduzione sulla pagina con mezzi adeguati (anche
con alfabetieri mobili, con strumenti come la macchina da scrivere, ecc.) di
contenuti che convogliano la pluralità di esperienze dell'alunno.
I contenuti concettuali relativi alle varie esperienze del
fanciullo si possono tradurre in diverse forme di "testo": non
necessariamente, né immediatamente in frasi complete. L'alunno deve essere
sollecitato all'attività di scrittura in relazione alla gamma più ampia
possibile di funzioni, senza ricorrere a pratiche riduttive che mortifichino
le sue scelte linguistiche.
E' essenziale, comunque, che, fin dal primo anno della
scuola elementare, si propongano stimoli e occasioni realmente motivanti il
fanciullo a scrivere.
Vi saranno momenti diversi da fanciullo a fanciullo, in cui
sarà lo stesso alunno a manifestare l'esigenza di scrivere. L'insegnante
accetterà qualsiasi tipo di testo che l'alunno voglia produrre e collaborerà
con lui per rendere i testi più adeguati alle intenzioni.
Poiché questa condizione non sarà né frequente, né
generalizzata, si dovrà porre particolare attenzione a suscitare la
motivazione, tenendo conto che lo "scrivere" equivale a formulare e
comunicare graficamente quanto si sente e si pensa.
Le forme di scrittura quali la descrizione, la narrazione,
il racconto, la corrispondenza, la relazione, la poesia, ecc. sono valide se
scaturiscono da un effettivo interesse del fanciullo a comunicare le proprie
esperienze.
Dettare alla classe un argomento quale spunto per gli
alunni a svolgere la loro composizione scritta non è pratica didattica
accettabile se, preventivamente, non ci si sarà adoprati a far convergere su
quell'argomento l'interesse degli alunni medesimi, provocando l'emergere di una
non artificiosa motivazione del fanciullo a comunicare per iscritto gli stati
d'animo, le osservazioni, le riflessioni, i giudizi che egli è venuto
maturando.
Può essere necessario promuovere quell'interesse - e,
quindi, motivare l'alunno a scrivere - facendo appello al criterio
dell'utilità. Ad esempio, gli alunni sono impegnati in una ricerca o in un
semplice esperimento di scienze: si può porre in luce l'esigenza di annotare,
sia pure in modo sintetico, le fasi di quell'attività, facendo capire che riuscirà
utile, più tardi, poter ricordare quelle fasi nella giusta successione.
Oppure, si può suggerire di raccogliere, in modo ordinato e comprensibile,
appunti su letture compiute su questo o su quell'argomento, sottolineando
l'utilità di poter consultare al momento giusto quegli appunti.
Sembrano comunque da evitare esercitazioni scritte di
lingua che non siano ancorate ad un bisogno, spontaneo o indotto che esso
sia, di comunicare le proprie idee ed i propri sentimenti.
La lettura.
La prima esperienza di lettura da parte del fanciullo, che
deve essere protratta per tutto l'arco della scuola elementare, è sentir
leggere l'adulto, cioè sentirgli "eseguire" oralmente la lettura di
testi di vario tipo (non solo racconti, poesie, brani letterari, ma anche brevi
notizie tratte dai giornali, lettere, documenti scolastici, ecc.).
Leggere è sostanzialmente un processo di ricerca,
comprensione e interpretazione del significato del testo. Contribuiscono
all'attivazione di tale processo la capacità di decodificare la parola
scritta, le conoscenze lessicali e morfosintattiche, le attese sul tipo di
testo che viene letto, la conoscenza di "ciò di cui si tratta" e
della situazione in cui il testo è ambientato.
L'insegnante, anche testimoniando la sua consuetudine alla
lettura, stimola e accresce la motivazione del fanciullo a leggere e dedica
particolare attenzione alla scelta di testi validi per le loro qualità
intrinseche.
Per adempiere efficacemente a tale compito, l'insegnante
dovrà possedere aggiornata e non superficiale conoscenza delle pubblicazioni
e dei libri più adatti per i fanciulli, dai testi di narrativa e di
divulgazione, alle collane monografiche, alle enciclopedie, ecc.
Inoltre, tenendo conto della diffusa disaffezione dei
fanciulli di oggi per il leggere - assorbiti come sono dalle immagini
televisive e filmiche - l'insegnante avrà cura di accendere interessi idonei
a far emergere il bisogno ed il piacere della lettura.
E' una esigenza anche infantile quella di accrescere la
propria esperienza e di allargare i confini della propria conoscenza e dei
propri sentimenti: è opportuno che l'insegnante aiuti gli alunni a trovare i
libri e, in genere, le pubblicazioni che corrispondano a quella esigenza in
modo sempre più costruttivo.
La motivazione al leggere va ulteriormente incentivata:
l'insegnante verificherà in quale misura i fanciulli si avvalgano della
lettura a livello di processi cognitivi (cioè, come l'esperienza presentata
dalle pagine in lettura si assimila al complesso organico di idee già possedute),
a livello affettivo-emotivo e a quello comportamentale.
Andranno individuate e valutate le cause di eventuali
cadute dell'interesse a leggere.
Ciò non soltanto riguardo alle letture effettuate in aula,
e, quindi, di facile controllo da parte dell'insegnante, bensì anche alle
letture che il fanciullo può e deve essere stimolato a compiere nel tempo
libero dalla scuola.
Anche per la lettura, analogamente a ciò che si è rilevato
per la scrittura riguardo alla produzione di testi non di natura strettamente
scolastica, si consiglia, il ricorso, oltre che ai testi scolastici e ai
libri della biblioteca di classe, a una varietà di materiali idonei a
incentivare il bisogno di leggere.
La scuola non dovrà trascurare alcuna iniziativa utile ad
avvicinare i fanciulli ai libri. Ciò, consentirà loro l'accesso diretto alla
biblioteca (che va quindi attrezzata a questo scopo), li solleciterà a
segnalare l'acquisto di libri o pubblicazioni periodiche cui siano
particolarmente interessati, e riserverà alla lettura personale tempi
adeguati nell'arco della settimana.
La correzione
Per quanto riguarda l'insieme delle attività linguistiche,
esiste il problema del rispetto di certe convenzioni che rendono i testi
orali e scritti, "corretti", non ambigui, largamente comprensibili.
Su questo punto si è passati, in ambito scolastico, da un
atteggiamento di astratto rigore e di fiscalismo valutativo ad un
atteggiamento opposto di accettazione incondizionata e di astensione
dall'intervento correttivo e valutativo. Occorre invece distinguere tempi e
modi di questo intervento per renderlo didatticamente produttivo e tale da
non bloccare le attività linguistiche.
C'è una fase in cui l'alunno è così impegnato nell'attività
comunicativa, nella codificazione-decodificazione dei significati che sarebbe
inopportuno interrompere la sua tensione con interventi, commenti marginali,
di tipo tecnico. Questo non significa trascurare l'errore, lasciarlo correre;
significa rimandarne la discussione e correzione ad un secondo tempo, quando
il fanciullo si è "fatto capire" e "ha capito".
Allora è giusto correggere gli errori che l'alunno ha
commesso; valutandoli in rapporto alla sua maturità linguistica, al tipo di
testo, al livello di comunicazione, all'esistenza di convenzioni, alla situazione
extralinguistica in cui la comunicazione è avvenuta.
Ciò non esclude che, in altre situazioni, l'intervento
possa essere contestuale, indirizzato a favorire la presa di coscienza della
varietà di scelte offerta dalla lingua a tutti i livelli.
E' comunque possibile e auspicabile che, attraverso una
metodologia graduale e sistematica, l'errore venga prevenuto. Per esempio, si
possono rendere consapevoli gli alunni delle differenze esistenti fra la
pronuncia del loro italiano regionale e dell'italiano cosiddetto standard in
modo da evitare, soprattutto nella scrittura, gli errori che ne conseguono.
La riflessione linguistica
Il fanciullo ha le sue curiosità linguistiche. Altre
curiosità possono essere stimolate in lui: è il momento della riflessione sulla
lingua, una riflessione esplicita concepita come momento valido in sé e come
strumento di conferma della competenza e delle abilità linguistiche.
Dapprima e per lungo tempo la riflessione dovrebbe
rivolgersi all'ambito del significato (di parole estratte dal contesto o di
unità superiori alla parola); questo aspetto della lingua non si può ridurre
alla spiegazione episodica di una parola sconosciuta, né ad una meccanica
consultazione del vocabolario, ma deve dar luogo ad un'attività programmata
che tenga conto del gusto del fanciullo di giocare con la lingua, di scoprire
relazioni tra forme, tra significati, tra forme e significati, di costruire
catene di parole, di ripercorrere con l'aiuto dell'insegnante, anche
"storie di parole".
La riflessione, poi, può diventare individuazione di certe
fondamentali strutture sintetiche: predicati che esprimono la caratteristica
di un soggetto, predicati che mettono in relazione il soggetto, con un altro
elemento. I rilievi morfologici possono essere fatti sul testo e mostrare la
funzionalità di certe "marche" formali che collegano tra loro
parole o che segnalano particolari rapporti.
Importante, in tutti i casi, è che l'osservazione
"grammaticale" emerga dal testo orale e scritto e serva per tornare
ai testi assicurandone una più precisa e consapevole interpretazione.
La grammatica va concepita come sollevamento a livello
consapevole di fenomeni che l'alunno è già in grado di produrre e percepire.
In questo concetto allargato di grammatica rientra la rielaborazione del
testo, una delle operazioni più produttive e capaci di sintetizzare le varie
attività linguistiche.
LINGUA STRANIERA
Nel quadro di una visione globale dell'educazione
linguistica, l'iniziale apprendimento di una seconda lingua è possibile,
purché si attui un'idonea mediazione didattica che tenga conto del graduale
processo di evoluzione dell'alunno.
La finalità è quella di:
a) aiutare ed arricchire lo sviluppo cognitivo offrendo un
altro strumento di organizzazione delle conoscenze;
b) permettere al fanciullo di comunicare con altri
attraverso una lingua diversa dalla propria;
c) avviare l'alunno attraverso lo strumento linguistico,
alla comprensione di altre culture e di altri popoli.
Per le finalità che la scuola elementare persegue, la
scelta di questa o quella lingua non è determinante. La lingua può essere
scelta tenendo presenti oltre alla richieste della comunità, criteri
oggettivi di utilità sociale e culturale. Si terrà conto, tuttavia, del carattere
veicolare della lingua inglese, in quanto offre occasioni più frequenti di
esperienza e, quindi, di rinforzo positivo per l'uso generalizzato che se ne
fa nei mezzi di comunicazione, negli scambi internazionali e in campo
tecnologico (ad esempio, nel linguaggio dei calcolatori).
Nelle zone del nostro Paese dove il plurilinguismo è
condizione storica, fondata su usi locali e garantita talvolta anche da norme
statutarie di regolamenti scolastici e dove si registrano specifici flussi
migratori e turistici, la scelta della lingua straniera non mancherà di tener
conto di queste caratteristiche.
Quale che sia la lingua scelta, è importante che l'alunno
sia in grado, al termine della scuola elementare, di sostenere una facile
conversazione e una breve lettura che si riferisca ad esperienze concrete di
vita quotidiana.
Indicazioni didattiche
Per aiutare il fanciullo a raggiungere senza difficoltà il
traguardo sopra annunciato, la scelta del metodo riveste una grande
importanza. Sarà bene, perciò, che l'insegnante programmi l'attività
didattica tenendo conto di alcuni suggerimenti desunti dalle più valide
esperienze in atto.
Secondo tali esperienze, anche l'approccio alla lingua
straniera rispetta sostanzialmente la sequenza comprensione-assimilazione-produzione,
ovviamente nei limiti in cui tale processo può realizzarsi nella scuola
elementare.
E' necessario che inizialmente l'attività didattica si
svolga in forma orale, sviluppando nell'alunno la capacità di comprendere i
messaggi e di rispondere ad essi in maniera adeguata.
Successivamente ci si potrà avvalere, con opportuna
gradualità, anche di materiali che propongano all'alunno esempi molto
semplici di lingua scritta, attivando il lui la consapevolezza delle
diversità esistenti tra il codice orale e quello scritto.
Attraverso tale fase, che include la lettura vera e propria
di facili testi sui quali sarà bene soffermarsi e ritornare frequentemente,
l'alunno diverrà capace, senza indebite forzature, anche di una elementare
produzione scritta.
Sin dall'inizio si utilizzeranno cartelloni, disegni,
maschere, burattini e marionette, si organizzeranno giochi individuali e di
gruppo per stimolare l'apprendimento naturale delle strutture fonologiche,
lessicali e morfosintattiche e preparare il passaggio al successivo stadio
dell'apprendimento analitico. Metodo, quindi, che attraverso attività
motivanti lo aiuti ad acquisire e ad usare il lessico con una certa libertà
di variazione all'interno di facili strutture fisse.
In un secondo tempo, l'alunno sarà avviato a eseguire
alcune semplici riflessioni linguistiche in situazioni di contrasto o
analogia fra l'italiano e la lingua straniera.
In questo senso, anche per superare vecchi stereotipi che
facevano della grammatica e della traduzione con vocabolario il contenuto essenziale
dell'insegnamento, si potrebbe dire che il fanciullo apprende un'altra lingua
solo imparandone l'uso come strumento di comprensione e di comunicazione.
Particolarmente importante, sotto questo profilo, sarà
l'acquisizione di un considerevole patrimonio lessicale, scoperto e
riutilizzato in situazioni significative attraverso l'audizione, la
conversazione, l'associazione audiovisiva (immagine - parola - frase),
l'apprendimento di modi di dire, di filastrocche e di canzoni. Il ricorso ad
alcuni sussidi ormai ampiamente diffusi, come il registratore audio e le
videocassette, agevolerà il compito dell'insegnante anche per quanto riguarda
la correttezza della dizione nelle "catene sonore".
La corrispondenza interscolastica potrà offrire nelle
ultime classi occasioni di uso concreto della lingua straniera.
MATEMATICA
Matematica e formazione del pensiero
L'educazione
matematica contribuisce alla formazione del pensiero nei suoi vari aspetti:
di intuizione, di immaginazione, di progettazione, di ipotesi e deduzione, di
controllo e quindi di verifica o smentita. Essa tende a sviluppare, in modo
specifico, concetti, metodi e atteggiamenti utili a produrre le capacità di
ordinare, quantificare e misurare fatti e fenomeni della realtà e a formare
le abilità necessarie per interpretarla criticamente e per intervenire
consapevolmente su di essa.
L'insegnamento della matematica nella scuola elementare è
stato per lungo tempo condizionato dalla necessità di fornire precocemente al
fanciullo strumenti indispensabili per le attività pratiche. Con il dilatarsi
della istruzione si è avuta la possibilità di puntare più decisamente verso
obiettivi di carattere formativo. In questa situazione, che offriva una più
ampia libertà progettuale, l'insegnamento della matematica, in quasi tutti i
paesi del mondo, si è orientato verso l'acquisizione diretta di concetti e
strutture matematiche e ha promosso anche in Italia una intensa attività di
sperimentazione.
La vasta esperienza compiuta ha però dimostrato che non è
possibile giungere all'astrazione matematica senza percorrere un lungo
itinerario che collega l'osservazione della realtà, l'attività di
matematizzazione, la risoluzione dei problemi, la conquista dei primi livelli
di formalizzazione. La più recente ricerca didattica, attraverso un'attenta
analisi dei processi cognitivi in cui si articola l'apprendimento della
matematica, ne ha rilevato la grande complessità, la gradualità di crescita e
linee di sviluppo non univoche. In questo contesto si è constatato che anche
gli algoritmi (cioè, i procedimenti ordinati) di calcolo e lo studio delle
figure geometriche hanno una valenza formativa ben al di là delle
utilizzazioni pratiche che un tempo giustificavano il loro inserimento nei
programmi.
Obiettivi e contenuti
Per chiarezza espositiva vengono distinti di seguito alcuni
temi matematici articolati per obiettivi. L'insegnante si sforzerà di
svilupparli in modo coordinato, approfittando di tutte le occasioni sia per
richiamare questioni di tipo matematico, sia per collegarli con argomenti di
altre discipline.
Gli obiettivi elencati hanno caratteristiche e funzioni
diverse. Alcuni tengono conto della acquisizione di abilità e di conoscenze
strettamente concatenate, e vanno tradotti in precise progressioni e in
indicatori particolari che ne segnalino una acquisizione stabile oppure
incertezze o carenze. Si tratta, principalmente, di obiettivi riguardanti i
numeri naturali e decimali, le abilità di calcolo e alcuni contenuti della
geometria. Altri obiettivi riguardano fatti, concetti, principi e
procedimenti meno strettamente concatenati, da introdurre ad un primo stadio
di conoscenza e che verranno sviluppati e approfonditi ad un successivo
livello scolastico. Fra questi, si possono ricordare quelli relativi alla
logica, alla probabilità, alla statistica e all'informatica. La valutazione
del conseguimento degli obiettivi proposti deve pertanto tener conto di tali
diversità.
a) PROBLEMI
Il pensiero matematico è caratterizzato dall'attività di
risoluzione di problemi e ciò è in sintonia con la propensione del fanciullo
a porre domande e a cercare risposte. Di conseguenza le nozioni matematiche
di base vanno fondate e costruite partendo da situazioni problematiche
concrete, che scaturiscono da esperienze reali del fanciullo e che offrano
anche l'opportunità di accertare quali apprendimenti matematici egli ha in
precedenza realizzato, quali strumenti e quali strategie risolutive utilizza
e quali sono le difficoltà che incontra.
Occorre evitare, peraltro, di procedere in modo episodico e
non ordinato e tendere invece ad una progressiva organizzazione delle
conoscenze.
Obiettivi
- Tradurre problemi elementari espressi con parole in
rappresentazioni matematiche, scegliendo le operazioni adatte; quindi trovare
le soluzioni e interpretare correttamente i risultati; inversamente,
attribuire un significato a rappresentazioni matematiche date;
- individuare situazioni problematiche in ambiti di
esperienza di studio e formularne e giustificarne ipotesi di risoluzione con
l'uso di appropriati strumenti matematici, sia aritmetici sia di altro tipo;
- risolvere problemi aventi procedimento e soluzione unici
e problemi che offrono possibilità di risposte diverse, ma ugualmente
accettabili;
- individuare la carenza di dati essenziali per la risoluzione
di problemi ed eventualmente integrarli; riconoscere in un problema la
presenza di dati sovrabbondanti, oppure contraddittori con conseguente
impossibilità di risolverlo.
b) ARITMETICA
Lo sviluppo del concetto di numero naturale va stimolato
valorizzando le precedenti esperienze degli alunni nel contare e nel
riconoscere simboli numerici, fatte in contesti di gioco e di vita familiare
e sociale. Va tenuto presente che l'idea di numero naturale è complessa e
richiede pertanto un approccio che si avvale di diversi punti di vista
(ordinalità, cardinalità, misura, ecc.); la sua acquisizione avviene a
livelli sempre più elevati di interiorizzazione e di astrazione durante
l'intero corso di scuola elementare, e oltre.
La formazione delle abilità di calcolo va fondata su
modelli concreti e strettamente collegata a situazioni problematiche. Con ciò
non si intende sottovalutare l'importanza della formazione di alcuni
automatismi fondamentali (quali le tabelline, ad esempio) da concepire come
strumenti necessari per una più rapida ed essenziale organizzazione degli
algoritmi di calcolo. In effetti, la conoscenza di tali algoritmi, insieme
all'elaborazione di diverse procedure e strategie del calcolo mentale,
contribuisce anche alla costruzione significativa della successione degli
interi naturali e di altre importanti successioni numeriche (pari, dispari,
multipli, ecc.)
Obiettivi del primo e secondo anno
- Contare, sia in senso progressivo che regressivo,
collegando correttamente la sequenza numerica verbale con l'attività
manipolativa e percettiva;
- confrontare raggruppamenti di oggetti rispetto alla loro
quantità e indicare se essi hanno lo stesso numero di elementi, oppure di più
o di meno;
- leggere e scrivere i numeri naturali almeno entro il
cento, esprimendoli sia in cifre che a parole; confrontarli e ordinarli,
anche usando i simboli =, <, >; inoltre disporli sulla linea dei numeri
in modo corretto;
- eseguire con precisione e rapidità semplici calcoli
mentali di addizioni e sottrazioni;
- raggruppare oggetti a due a due contando per due,
raggrupparli a tre a tre contando per tre, e così via;
- con l'aiuto di quantità adeguate di oggetti calcolare, in
collegamento reciproco, il doppio/la metà, il triplo/il terzo, il
quadruplo/il quarto, ecc.;
- eseguire, almeno entro il cento, addizioni e sottrazioni,
moltiplicazioni e divisioni (con moltiplicatori e divisori di una cifra)
anche con l'ausilio di opportune concretizzazioni e razionalizzazioni.
Obiettivi del terzo, quarto e quinto anno
- Leggere i numeri, naturali e decimali, espressi sia in
cifre sia a parole, traducendoli nelle corrispondenti somme di migliaia,
centinaia, decine, unità, decimi, centesimi, ecc.;
- scrivere sia in cifre sia a parole, anche sotto
dettatura, i numeri naturali e decimali, comprendendo il valore posizionale
delle cifre, il significato e l'uso dello zero e della virgola;
- confrontare e ordinare i numeri naturali e decimali,
utilizzando opportunamente la linea dei numeri (ad esempio, mediante
sottograduazioni);
- scrivere una successione di numeri naturali partendo da
una regola data; viceversa, scoprire una regola che generi una data
successione;
- intuire e saper usare la proprietà commutativa e
associativa nella addizione e nella moltiplicazione, la proprietà distributiva
del prodotto rispetto alla somma, la proprietà invariantiva nella sottrazione
e nella divisione, anche per agevolare i calcoli mentali utilizzando
opportune strategie e approssimazioni;
- eseguire per iscritto le quattro operazioni aritmetiche
con i numeri naturali e decimali, comprendendo il significato dei
procedimenti di calcolo;
- moltiplicare e dividere numeri naturali e decimali per
dieci, cento e mille, comprendendo il significato di queste operazioni;
- calcolare, in relazione reciproca, multipli e divisori di
numeri naturali, e riconoscere i numeri primi;
- trovare le frazioni che rappresentano parti di adatte
figure geometriche, di insiemi di oggetti o di numeri; viceversa, data una
frazione trovare in opportune figure geometriche, in insiemi di oggetti o in
numeri la parte corrispondente, con particolare attenzione alle suddivisioni
decimali;
- confrontare e ordinare le frazioni più semplici,
utilizzando opportunamente la linea dei numeri (ad esempio, con graduazioni
successive);
- confrontare e ordinare sulla linea dei numeri gli interi
relativi, facendo riferimento, se necessario, a esperienze personali (ad
esempio, l'uso del termometro);
- rispettare l'ordine di esecuzione di una serie di
operazioni (espressioni), interpretando il significato della punteggiatura e
comprendendo l'ordine stesso; viceversa, costruire una espressione usando
l'adeguata punteggiatura per il rispetto dell'ordine di esecuzione.
c) GEOMETRIA E MISURA
La geometria va vista inizialmente come graduale
acquisizione delle capacità di orientamento, di riconoscimento e di
localizzazione di oggetti e di forme e, in generale, di progressiva
organizzazione dello spazio, anche attraverso l'introduzione di opportuni
sistemi di riferimento.
L'itinerario geometrico elementare, tenendo alla
sistemazione delle esperienze spaziali del fanciullo, si svilupperà
attraverso la progressiva introduzione di rappresentazioni schematiche degli
aspetti della realtà fisica; dallo studio e dalla realizzazione di modelli e
disegni si perverrà alla conoscenza delle principali figure geometriche piane
e solide e delle loro trasformazioni elementari. Si porrà particolare
attenzione ad una corretta acquisizione dei concetti fondamentali di
lunghezza, area, volume, angolo, parallelismo, perpendicolarità.
Consistente rilievo dovranno avere, altresì, l'introduzione
delle grandezze e l'uso dei relativi procedimenti di misura, da far
apprendere anch'essi in contesti esperienziali e problematici e in continuo
collegamento con l'insegnamento delle scienze.
Obiettivi del primo e secondo anno
- Localizzare oggetti nello spazio, prendendo come
riferimento sia se stessi, sia altre persone e oggetti, e usare correttamente
i termini: davanti/dietro, sopra/sotto, a destra/a sinistra, vicino/lontano,
dentro/fuori;
- effettuare spostamenti lungo percorsi che siano assegnati
mediante istruzioni orali e scritte e descrivere - verbalmente o per iscritto
percorsi eseguiti da altri, anche ricorrendo a rappresentazioni grafiche
appropriate;
- riconoscere negli oggetti dell'ambiente e denominare
correttamente i più semplici tipi di figure geometriche, piane e solide;
- individuare simmetrie in oggetti e figure date;
realizzare e rappresentare graficamente simmetrie mediante piegature,
ritagli, disegni, ecc.;
- confrontare e misurare lunghezze, estensioni, capacità,
durate temporali, usando opportune unità, arbitrarie o convenzionali, e loro
successive divisioni.
Obiettivi del terzo, quarto e quinto anno
- Riconoscere in contesti diversi, denominare, disegnare e
costruire le principali figure geometriche piane; costruire con tecniche e
materiali diversi, alcune semplici figure geometriche solide e descriverne
alcune caratteristiche, come, nel caso di poliedri, numero dei vertici, degli
spigoli, delle facce;
- riconoscere l'equiestensione di semplici figure piane
mediante scomposizioni e ricomposizioni;
- misurare e calcolare il perimetro e l'area delle
principali figure piane, avendo consapevolezza della diversità concettuale
esistente tra le due nozioni;
- trovare il volume di oggetti anche irregolari con
strategie e unità di misura diverse, avendo consapevolezza della diversità
concettuale esistente tra la nozione di volume e quella di area della
superficie di una figura solida;
- individuare, in situazioni concrete, posizioni e
spostamenti nel piano (punti, direzioni, distanze, angoli come rotazioni);
rappresentare tali situazioni anche con l'uso di reticolati a coordinate
intere positive, di mappe, di cartine, ecc.;
- usare correttamente espressioni come: retta verticale,
orizzontale, rette parallele, incidenti, perpendicolari; disegnare, con riga,
squadra e compasso, rette parallele e perpendicolari, angoli e poligoni;
- riconoscere eventuali simmetrie presenti in una figura
piana e classificare triangoli e quadrangoli rispetto alle simmetrie stesse;
- realizzare, anche con l'uso di materiale concreto e con
disegni, la corrispondente di una figura geometrica piana sottoposta ad una
traslazione, ad una simmetria assiale, ad una rotazione, ad un ingrandimento
e impicciolimento in scala;
- conoscere le principali unità internazionali e pratiche
per la misura di lunghezze, aree, volumi/capacità, pesi; saperle usare
correttamente per effettuare stime e misure;
- scegliere, costruire e utilizzare strumenti adeguati per
effettuare le misurazioni;
- passare da una misura espressa in una data unità ad
un'altra ad essa equivalente, limitatamente ai casi più comuni e con aderenza
al linguaggio corrente anche in riferimento al sistema monetario;
- effettuare misure: di ampiezze angolari (in gradi), di
durate (in ore, minuti primi e secondi); operare con tali unità in casi
problematici reali.
d) LOGICA
L'educazione logica, più che oggetto di un insegnamento
esplicito e formalizzato, deve essere argomento di riflessione e di cura
continua dell'insegnante, a cui spetta il compito di favorire e stimolare lo
sviluppo cognitivo del fanciullo, scoprendo tempestivamente eventuali
difficoltà e carenze.
Particolare cura sarà rivolta alla conquista della
precisione e della completezza del linguaggio, tenendo conto che, soprattutto
nei primi anni di scuola, il linguaggio naturale ha ricchezza espressiva e
potenzialità logica adeguate alle necessità di apprendimento.
L'insegnante proporrà fin dall'inizio, sul piano
dell'esperienza e della manipolazione concreta, attività ricche di
potenzialità logica, quali: classificazioni mediante attributi, inclusioni,
seriazioni ecc. Con gradualità potrà introdurre qualche rappresentazione
logico-insiemistica (si potranno usare i diagrammi di Eulero-Venn, i grafi,
ecc.) che sarà impiegata per l'aritmetica, la geometria, per le scienze, per
la lingua, ecc. Tuttavia terrà presente che la simbolizzazione formale di
operazioni logico-insiemistiche non è necessaria, in via preliminare, per
l'introduzione degli interi naturali e delle operazioni aritmetiche. Terrà,
inoltre, presente che le più elementari questioni di tipo combinatorio
forniscono un campo di problemi di forte valenza logica.
Obiettivi del primo e secondo anno
- Classificare oggetti, figure, numeri … in base ad un dato
attribuito e, viceversa, indicare un attributo che spieghi la classificazione
data;
- in contesti problematici concreti e particolarmente
semplici, individuare tutti i possibili casi di combinazioni di oggetti e di
attributi;
- scoprire e verbalizzare regolarità e ritmi in successioni
date di oggetti, di immagini, di suoni e, viceversa, seguire regole -
proposte oralmente o per iscritto - per costruire tali successioni;
- rappresentare con schematizzazioni elementari (ad
esempio, con frecce) successioni spazio-temporali, relazioni d'ordine,
corrispondenze, riferite a situazioni concrete.
Obiettivi del terzo, quarto e quinto anno
- Classificare oggetti secondo due o più attributi e
realizzare adeguate rappresentazioni delle stesse classificazioni mediante
diagrammi di Venn, di Carroll, ad albero, con tabelle, con schede a bordo
perforato…;
- usare correttamente il linguaggio degli insiemi nelle
operazioni di unione, di intersezione, di complemento, anche in relazione
alla utilizzazione dei connettivi logici e con applicazioni alle
classificazioni aritmetiche, geometriche, naturalistiche, grammaticali, ecc.
e) PROBABILITA', STATISTICA, INFORMATICA
Importanza educativa notevole va riconosciuta anche a concetti,
principi e capacità connessi con la rappresentazione statistica di fatti,
fenomeni e processi e con l'elaborazione di giudizi e di previsioni in
condizioni di incertezza.
L'introduzione dei primi elementi di probabilità, che può
trovare posto alla fine del corso elementare, ha lo scopo di preparare nel
fanciullo un terreno intuitivo su cui si possa, in una fase successiva,
fondare l'analisi razionale delle situazioni di incertezza.
La classica definizione di probabilità - come rapporto fra
il numero dei casi favorevoli e il numero dei casi possibili in situazioni
aleatorie simmetriche - non può essere assunta come punto di partenza, ma è
piuttosto il punto di arrivo di una ben graduata attività.
Nello sviluppo di questo itinerario può realizzarsi la
costruzione e l'analisi di procedimenti e di algoritmi - numerici e non
numerici - anche con l'uso iniziale, ma coerente e produttivo, di opportuni
strumenti di calcolo e di elaborazione delle informazioni.
Obiettivi del primo e del secondo anno
- In situazioni problematiche tratte dalla vita reale e dal
gioco, usare in modo significativo e coerente le espressioni: forse, è
possibile, è sicuro, non so, è impossibile, ecc.
Obiettivi del terzo, quarto e quinto anno
- Compiere osservazioni e rilevamenti statistici semplici;
tracciare diagrammi a barre, istogrammi, areogrammi…;
- calcolare medie aritmetiche e percentuali, usando, se
ritenuto opportuno, calcolatrici tascabili; viceversa, interpretare
rappresentazioni e calcoli fatti da altri;
- confrontare in situazioni di gioco le probabilità dei
vari eventi mediante l'uso di rappresentazioni opportune;
- rappresentare, elencare e numerare tutti i possibili casi
in semplici situazioni combinatorie; dedurne alcune elementari valutazioni di
probabilità;
- tracciare e interpretare diagrammi di flusso per la
rappresentazione di convenienti processi.
Indicazioni didattiche
1. All'inizio della prima elementare
è opportuno che l'insegnante svolga un'attenta ricognizione dello stato di
preparazione dei singoli alunni in relazione alle esigenze del processo di
apprendimento della matematica. A tal fine sembra utile un'osservazione
sistematica dei comportamenti più significativi quali si manifestano nel
contesto delle attività didattiche e dei giochi. Importanti settori di
osservazione sono le capacità di: cogliere relazioni e porre in relazione
oggetti fra loro, contare per contare (sequenza numerica verbale), contare
oggetti (corrispondenza fra passi successivi della sequenza numerica verbale
e oggetti), orientarsi nello spazio (sopra, sotto, avanti, dietro…),
orientarsi nel tempo (prima, dopo).
La programmazione didattica verrà sviluppata tenendo conto
delle informazioni ottenute mediante questa prima ricognizione e sarà
diretta, in primo luogo, a costituire una comune base di esperienze su cui
fondare la riflessione e la concettualizzazione matematica e un più agevole
raccordo con la scuola materna e l'extra-scuola. Ciò potrà essere raggiunto
anche attraverso attività e giochi scelti fra quelli tradizionalmente presenti
negli ambienti di vita del fanciullo.
Nel conseguimento dei diversi obiettivi è importante
procedere in modo costruttivo e significativo, fornendo agli alunni una
adeguata base manipolatoria e rappresentativa.
Ciascun alunno va messo in condizione di utilizzare,
inizialmente, materiali diversi, comuni o strutturati, che forniscano
adeguati modelli dei concetti matematici implicati nelle varie procedure
operative. Tuttavia è importante che egli si distacchi, ad un certo punto,
dalla manipolazione dei materiali stessi per arrivare ad utilizzare soltanto
le relative rappresentazioni mentali nell'esecuzione e nella interpretazione
dei compiti a lui assegnati.
Il passaggio dall'esperienza alla rappresentazione e quindi
alla formalizzazione può avvenire muovendo dalle situazioni più varie; fra di
esse un ruolo importante hanno le più naturali e spontanee: quelle di gioco.
Ogni attività di gioco e di lavoro, ben impostata e condotta, favorisce
un'attività intellettuale controllata ed educa al confronto di idee,
comportamenti, soluzioni alternative, in un clima positivo di
socializzazione.
Fra i giochi si possono comprendere sia quelli spontanei o
appresi dal fanciullo nel suo ambiente culturale, sia quelli più
specificamente indirizzati al conseguimento di particolari abilità
matematiche.
2. Cura particolare va posta sia
nell'acquisizione del complesso concetto di numero naturale, sia nella
formazione della capacità di rappresentarlo nel sistema di scrittura
decimale, con riferimento al valore posizionale delle cifre e al significato
e all'uso dello zero. A tale scopo può risultare vantaggiosa l'introduzione
di sistemi di numerazione diversi da quello decimale per la notazione
multibase di tali numeri. Va, inoltre, tenuto presente che l'insieme dei
numeri naturali ha la caratteristica fondamentale di essere ordinato e,
pertanto, è essenziale che il fanciullo acquisisca la capacità di confrontare
e ordinare gli stessi numeri, utilizzando anche la cosiddetta linea numerica
o retta graduata.
Entro il secondo anno gli alunni dovranno pervenire a
dominare operativamente i numeri naturali almeno entro il cento. In terza
classe sarà opportuno condurli a operare, come traguardo minimo per tutti,
con numeri entro il mille proponendo addizioni e sottrazioni con non più di
due cambi (riporti o prestiti), moltiplicazioni con fattori di non più di due
cifre e divisioni con divisore di una cifra. In quarta classe tali vincoli
potranno cadere, anche se è opportuno non oltrepassare il milione nel calcolo
scritto.
L'introduzione dei numeri con virgola va realizzata a
partire dal terzo anno e le relative operazioni vanno introdotte, con
gradualità negli ultimi due anni. In quarta classe ci si può limitare alle
addizioni e alle sottrazioni, con specifica attenzione al valore frazionario
delle cifre secondo la posizione occupata a destra della virgola, e quindi
all'incolonnamento. In quinta classe le moltiplicazioni e le divisioni con
numeri decimali non dovranno avere, rispettivamente, fattori e divisori con
più di due cifre dopo la virgola.
I suggerimenti di non oltrepassare determinati limiti
numerici vanno intesi esclusivamente in funzione della necessità di centrare
l'attenzione degli alunni sui fondamentali concetti di notazione posizionale
e sulle relative eventuali conseguenze di cambio; questi dovranno essere
totalmente dominati in contesti semplici prima di poterli ampliare, per
analogia e con gradualità, in contesti man mano più complessi dove si
utilizzano numeri di molte cifre.
L'acquisizione significativa delle tecniche ordinarie di
calcolo delle quattro operazioni scritte andrà opportunamente consolidata
mettendo gli alunni in grado di saper ottenere, nei casi possibili, uno
stesso risultato numerico elaborando, di volta in volta, schemi di calcolo
(algoritmi) differenti, sia mediante scomposizioni diverse dei numeri, sia
con l'uso pertinente delle proprietà delle operazioni. Tutto ciò,
accompagnato dall'assunzione dei necessari automatismi, influirà
positivamente sulla formazione delle importanti capacità di eseguire calcoli
mentali con precisione e rapidità, tenendo presente che tali capacità non
solo sono utili a prevedere e a verificare lo sviluppo, anche in
approssimazione, di operazioni complesse eseguite per iscritto, ma servono,
inoltre, a controllare l'esito delle operazioni stesse, allorché in momenti
successivi verranno realizzate mediante calcolatrici tascabili.
Le attività di manipolazione di materiali idonei, le
operazioni di misura di grandezze fisiche diverse, le analisi di dati
economici e demografici, ecc. possono offrire occasioni di lavoro con i
numeri sia in base dieci che in altre basi o, nel terzo, quarto e quinto
anno, un opportuno punto di partenza per l'avvio della comprensione delle
potenze e della loro scrittura.
Particolarmente utile può risultare, in proposito, la
scrittura dei numeri cento, mille, diecimila,… mediante potenze del dieci,
per giungere alla trascrizione di un numero con più cifre sotto forma di
polinomio numerico.
3. L'avvio allo studio della
geometria va ricollegato in modo naturale, ad una pluralità di sollecitazioni
che provengono dalla percezione della realtà fisica. Sarebbe quindi oltremodo
riduttivo limitare l'insegnamento di questo settore alla semplice
memorizzazione della nomenclatura tradizionale e delle formule per il calcolo
di perimetri, aree, volumi di figure particolari.
Va favorita, invece, un'attività geometrica ricca e
variata, prendendo le mosse dalla manipolazione concreta di oggetti e
dall'osservazione e descrizione delle loro trasformazioni e posizioni
reciproche.
Le nozioni di perimetro, area, volume andranno introdotte -
a livello intuitivo - anche per figure irregolari, in modo da svincolare
questi concetti dalle formule, le quali vanno viste come semplici strumenti
atti a facilitare i calcoli in casi importanti ma particolari.
Il disegno geometrico, inizialmente a mano libera, quindi
con riga, squadra e compasso, andrà curato con attenzione, sia per le
notevoli abilità operative che esso promuove, sia per favorire
l'assimilazione di concetti come "parallelismo" e
"perpendicolarità".
Oltre ai sistemi di riferimento di tipo cartesiano,
comunemente usati per individuare posizioni su un reticolato a coordinate
intere positive (geopiano, carta quadrettata, mappe o carte geografiche), si
potranno introdurre informalmente altri sistemi di riferimento più
direttamente collegati alla posizione dell'osservatore.
Per il calcolo dei perimetri e delle aree si raccomanda di
non insistere troppo sull'apprendimento dei cosiddetti "numeri
fissi" (costanti) attraverso la proposizione di nozioni puramente
mnemoniche il cui significato, a questo livello di età, risulta difficilmente
comprensibile; per quel che riguarda la presentazione del numero (pi greco),
sarà sufficiente indicare che esso vale approssimativamente 3,14.
4. Un itinerario di lavoro per la
misura, che tenga conto delle difficoltà implicate nel processo di
misurazione, dovrà comprendere le tappe del confronto diretto, del confronto
indiretto, con campioni arbitrari e del confronto indiretto con le unità di
misura convenzionali.
Una effettiva comprensione del significato di
"misura" è perseguibile solo attraverso una ricca base
sperimentale, senza la quale non è possibile comprendere che
"misurare" significa scandire una quantità continua e scoprire le
difficoltà che si incontrano e gli errori che si possono commettere in un
processo di misurazione.
Una riflessione sulle unità di misura locali del passato e,
dove permangono ancora, del presente, così come sulle unità di misura di
altri popoli e di altri tempi, potrà servire a consolidare l'idea della
convenzionalità del sistema in uso.
Nell'uso di unità di misura convenzionali si raccomanda di
uniformarsi alle norme del "Sistema Internazionale di Unità"
(riportate nel D.P.R. n. 802 del 12 agosto 1982), che tra l'altro prescrivono
di posporre il simbolo ("marca") al valore numerico in linea con
esso, senza farlo seguire da un punto; si suggerisce anche di evitare
esercitazioni con unità di misura scarsamente usate, ad esempio il miriagrammo.
Quanto all'uso delle "marche" nella risoluzione
di problemi, essendo inadatto a questo livello di età uno sviluppo
sistematico dei calcoli dimensionali, è preferibile che esse non vengano
riportate nelle indicazioni delle operazioni. E' invece opportuno che accanto
alle operazioni stesse si riporti una descrizione del procedimento nella
quale si indicherà l'unità di misura di ciascun risultato man mano ottenuto.
E' da tenere, inoltre, presente che possono essere misurati
sia gli aspetti della realtà fisica direttamente esperibili (lunghezze,
tempi, pesi, capacità, temperature,…) sia aspetti della realtà economica e
sociale (produzione, migrazione, variabilità delle nascite,…). Il
"misurare" è quindi da considerarsi come uno strumento conoscitivo
che aumenta le possibilità di comprendere i fatti e i fenomeni, come,
viceversa, dallo studio dei fatti e dei fenomeni si può comprendere che la
misura non è limitabile ai ristretti campi delle lunghezze, dei pesi o delle
aree.
5. Gli elementi di logica e di
insiemistica hanno come obiettivo principale la padronanza dei relativi
linguaggi e il loro impiego in contesti significativi.
L'insegnante, inoltre, condurrà l'alunno, con esempi
concreti, all'impiego corretto di termini come "tutti",
"qualcuno", ecc. Ciò, peraltro, non comporterà necessariamente
l'impiego della simbologia matematica relativa agli insiemi e alle operazioni
insiemistiche e logiche.
Si raccomanda di non introdurre nozioni in modo scorretto,
essendo preferibile posticipare la precisazione di un concetto alla rettifica
di nozioni già introdotte impropriamente. Ad esempio, è opportuno che il
quadrato sia presentato come caso particolare del rettangolo, evitando di far
credere che un rettangolo è tale solo se ha, necessariamente, lati disuguali.
Così pure una particolare cura dovrà essere posta al segno di
"uguaglianza"; quando, ad esempio, si hanno catene di operazioni,
anziché il segno di uguaglianza (che in questo contesto indica il compimento
di un'operazione, e che spesso viene usato in modo improprio) si impiegheranno
altri segni (ad esempio, si potrà ricorrere ai grafi).
6. Le raccolte dei dati, effettuate
in contesti diversi e opportunamente organizzate, condurranno alle prime
nozioni di statistica descrittiva anche attraverso visualizzazioni immediate.
Quanto alle prime nozioni di probabilità è importante che
il fanciullo sia condotto ad accettare senza turbamento situazioni di
incertezza. Si può raggiungere molto bene questo scopo mediante il gioco:
molti giochi hanno carattere aleatorio o ricorrono alla sorte per
l'assegnazione di particolari ruoli. L'abilità del giocatore consiste nel
saper scegliere, fra le varie mosse possibili, quella che offre maggiore
probabilità di vittoria; si tratta dunque, in primo luogo di condurre
l'alunno a compiere confronti di probabilità. Ciò può essere fatto dapprima
in termini più vaghi, e poi in situazioni ben schematizzate.
Anche l'informatica richiede un'attenta considerazione: da
un lato, essa mette in evidenza l'idea di algoritmo, già presente
nell'aritmetica ma suscettibile di un impiego assai più vasto; dall'altro,
essa presenta il calcolatore come strumento di esplorazione del mondo dei
numeri, di elaborazione e di interazione. Si terrà presente che esso è
diventato uno strumento importante nella società contemporanea e non può,
quindi, essere ignorato; ma, nello stesso tempo, sarà opportuno evitare
infatuazioni, considerato che nessuno strumento, per quanto tecnologicamente
sofisticato, può avere da solo effetti risolutivi.
In definitiva, l'introduzione al pensiero e all'attività
matematica deve rivolgersi in primo luogo a costruire, soprattutto là dove
essa si manifesta carente, una larga base esperienziale di fatti, fenomeni,
situazioni e processi, sulla quale poi sviluppare le conoscenze intuitive, i
procedimenti e gli algoritmi di calcolo e le più elementari formalizzazioni
del pensiero matematico.
Si favorirà così la formazione di un atteggiamento positivo
verso la matematica, intesa sia come valido strumento di conoscenza e di
interpretazione critica della realtà, sia come affascinante attività del
pensiero umano.
SCIENZE
Finalità generale dell'educazione scientifica è
l'acquisizione da parte del fanciullo di conoscenze e abilità che ne
arricchiscano la capacità di comprendere e rapportarsi con il mondo e che, al
termine della scuola dell'obbligo, lo pongano in grado di riconoscere quale
sia il ruolo della scienza nella vita di ogni giorno e nella società odierna
e quali siano le sue potenzialità e i suoi limiti.
L'educazione scientifica si propone come obiettivi
fondamentali:
a) lo sviluppo di atteggiamenti di base nei confronti del
mondo, come la tendenza a porre proprie domande, o a coglierle nel discorso
degli altri come motivazione all'osservazione e alla scoperta;
l'intraprendenza inventiva, soprattutto per quanto riguarda la formulazione
di ipotesi e spiegazioni; l'abitudine a identificare entro situazioni
complesse singoli elementi ed eventi e l'attenzione alle loro relazioni;
l'esigenza di trovare criteri unitari per descrivere e interpretare fenomeni
anche assai diversi; l'autonomia del giudizio, accompagnato da disponibilità
a considerare le opinioni altrui ed a confrontare queste e le proprie con i
fatti; il rispetto consapevole per l'ambiente;
b) l'acquisizione di abilità cognitive generali quali, per esempio,
la capacità di analisi delle situazioni e dei loro elementi costitutivi, la
capacità di collegare i dati dell'esperienza in sequenze e schemi che
consentano di prospettare soluzioni ed interpretazioni e, in certi casi, di
effettuare previsioni, la capacità di distinguere ciò che è certo da ciò che
è probabile, la capacità di formulare semplici ragionamenti
ipotetico-deduttivi;
c) la crescente padronanza di tecniche di indagine, da
quelle di tipo osservativo, sino all'impiego in situazioni pratiche del
procedimento sperimentale;
d) lo sviluppo di un rapporto sempre più stretto e
articolato tra il "fare" ed il "pensare". Il fare, inteso
come attività concreta manuale e osservativa, è riferimento insostituibile di
conoscenze sia per le scienze della natura, sia per lo sviluppo di competenze
tecnologiche.
Tutti questi obiettivi, in parte comuni ad altre aree
disciplinari, vanno perseguiti attraverso lo svolgimento di attività e
l'acquisizione di conoscenze riguardanti aspetti fondamentali sia del mondo fisico
sia del mondo biologico, considerati nelle loro reciproche relazioni e nel
loro rapporto con l'uomo. Il possesso di tali conoscenze può essere
considerato come un ulteriore obiettivo collegato ai precedenti da uno
stretto rapporto di interdipendenza.
Obiettivi e contenuti
Prendendo spunto da problemi relativi alla loro vita di
ogni giorno gli alunni saranno sollecitati a intraprendere attività di
indagine al fine di acquisire conoscenze di base relative:
- agli esseri viventi, ivi compreso l'uomo, loro strutture
e funzioni, nonché loro interazioni e rapporti con l'ambiente;
- al mantenimento e alla difesa della salute;
- alla Terra e al suo posto nell'Universo;
- alla gestione delle risorse naturali;
- ai materiali e alle loro caratteristiche.
Tali attività di indagine consentiranno agli alunni di
esercitarsi nell'uso di procedimenti scientifici - quali osservare, misurare,
classificare, impostare relazioni spazio-tempo, elaborare e interpretare
dati, individuare e separare variabili - e acquisire, al termine della scuola
elementare, la capacità di farne consapevole impiego in situazioni concrete.
Allo scopo di presentare i contenuti dell'educazione
scientifica in una forma che faciliti la loro utilizzazione nell'insegnamento,
si farà riferimento ad attività che verranno organizzate e svolte nelle
classi della scuola elementare con diverso grado di approfondimento,
avvalendosi della definizione di sequenze e correlazioni didattiche
delineabili con la programmazione, anche nella prospettiva interdisciplinare.
Le attività da svolgere sono raggruppate per temi, così
delimitati: fenomeni fisici e chimici; ambienti e cicli naturali;
organismi: piante, animali, uomo; uomo natura.
Fenomeni fisici e chimici
Si condurranno esperienze con la materia nei suoi vari
aspetti. Tali esperienze potranno riguardare l'esame dei singoli materiali,
del modo in cui si comportano quando si interviene su di essi, di quel che
succede se si mettono insieme solidi con liquidi, liquidi con liquidi, polveri
con liquidi, gas con liquidi; esperienze attive di separazione di componenti
da miscugli (per setacciatura, filtrazione, decantazione, evaporazione, con
calamite, ecc.); osservazione dei diversi stati della materia ed esperienze
di trasformazione.
L'insegnante guiderà l'esecuzione di esperienze riguardanti
reazioni chimiche particolarmente evidenti (comparsa di colorazioni, sviluppo
di gas, ecc.), limitando l'uso di simboli e formule e mettendo in risalto la
possibile tossicità e pericolosità di alcuni prodotti o reazioni. Esperienze
di combustioni possono essere collegate con osservazioni sulle trasformazioni
provocate da riscaldamento e raffreddamento di vari materiali.
Si svolgeranno inoltre semplici esperienze di ottica,
acustica, elettricità e magnetismo: le osservazioni sul comportamento della
luce comprenderanno giochi con specchi, con luci e ombre, con prismi, ecc.;
la considerazione di fenomeni acustici avrà luogo a partire dalla produzione
di rumori e di suoni. La costruzione di circuiti elettrici con pile e
lampadine e la distinzione fra isolanti e conduttori in base a prove dirette
ed esperienze con calamite sono di particolare importanza perché connesse con
aspetti tecnologici della società moderna.
Esperienze sul movimento e sull'equilibrio, realizzate con
oggetti di varie forme, consentiranno di affrontare i concetti di velocità,
variazione della medesima, forza, baricentro, ecc.
Si condurranno infine osservazioni sull'utilizzazione nella
vita pratica di apparecchi di uso comune, illustrandone al livello elementare
i principi di funzionamento (meccanico, termico, elettrico) e le cautele di
sicurezza.
In relazione alle attività svolte, non è opportuno dare
spiegazioni in termini di atomi e di elettroni. Solo se gli alunni
proporranno tentativi esplicativi in tal senso, sarà compito dell'insegnante
valutare l'opportunità di approfondimenti, da effettuare comunque in forma
adeguata alle capacità dell'alunno di scuola elementare.
E' particolarmente indicato l'uso di materiali naturali ed
artificiali raccolto nel corso delle attività di esplorazione dell'ambiente o
di impiego comune nella tecnica. A partire dall'osservazione delle proprietà
si potranno anche stimolare riflessioni sulla scelta dei materiali in
relazione alle loro utilizzazioni.
Ambienti e cicli naturali
L'esplorazione dell'ambiente naturale nel territorio in cui
si trova la scuola comprenderà, oltre agli aspetti più strettamente biologici
di cui si dirà più avanti, le seguenti attività da integrare con
l'insegnamento della geografia;
- osservazioni sull'aspetto geologico attraverso l'esame in
loco degli affioramenti e la raccolta e caratterizzazione di campioni di
rocce, minerali e fossili;
- esami di vari tipi di terreno e rilevazione delle loro
caratteristiche, anche in confronto a quelle tipiche delle ghiaie, sabbie e
argille;
- raccolta di dati sulla situazione delle acque (acque
superficiali stagnanti e correnti; acque sotterranee e sorgive; acqua marina)
anche in relazione a problemi di approvvigionamento idrico;
- osservazioni dirette, rilevazioni e riflessioni sul clima
e sui fenomeni atmosferici con particolare riguardo al ciclo dell'acqua (in
natura, nel paese o in città, in casa);
- rilevazioni delle caratteristiche del paesaggio e
considerazioni sulla sua evoluzione e sui fattori che la determinano
(dilavamento, alluvioni, frane, interventi dell'uomo…) anche attraverso
semplici esperienze.
Partendo da motivazioni e interessi particolari che offrano
spunti per ulteriori osservazioni, si passerà dal riconoscimento
nell'ambiente di singole piante e animali ad osservazioni guidate, volte a
ricostruire (anche attraverso rappresentazioni grafiche) le più evidenti
relazioni degli organismi fra loro e con l'ambiente fisico. Si porrà
particolare attenzione alle catene alimentari; ai rapporti di predazione e
alle difese; all'adattamento all'ambiente per la sopravvivenza, e alla
riproduzione.
Si procederà all'osservazione e ricostruzione in schemi dei
grandi cicli ambientali: le piante e la luce, l'aria, l'acqua, il terreno; i
rapporti tra animali e piante; produttori, consumatori, decompositori.
Verranno effettuate osservazioni sulle trasformazioni
periodiche degli ambienti naturali durante i cicli stagionali, compiendo
anche rilevazioni quantitative di condizioni e parametri che variano durante
l'anno (temperatura, umidità, piovosità, lunghezza del giorno).
Vanno infine osservati e considerati il movimento apparente
del sole e le sue variazioni nell'arco dell'anno (anche con lo studio delle
ombre e la costruzione di meridiane), la misura del tempo, il movimento e le
fasi della luna, il cielo stellato e il movimento apparente delle stelle.
Attività di orientamento e conoscenza pratica dei sistemi
di riferimento sono alla base dell'esplorazione ambientale oltre che della
geografia.
Organismi: piante, animali, uomo
Partendo dal confronto e, ove possibile, dalla raccolta e
conservazione di materiali naturali e comunque dal loro esame e dal
riconoscimento di somiglianze e differenze (relativamente a forme,
comportamenti, nutrizione, ambienti caratteristici, riproduzione, ecc.) si
effettueranno suddivisioni in gruppi e classificazioni di vari organismi
(alberi, arbusti, animali che camminano, volano, nuotano, domestici e
selvatici, ecc.).
L'osservazione particolareggiata di singoli esseri porterà
a distinguere le diverse parti che compongono un organismo vivente (le parti
del corpo negli animali e nell'uomo; le parti delle piante) e i più evidenti
rapporti fra strutture e funzione.
In questo modo si potrà mettere in risalto come, pur nella
varietà dei viventi, siano presenti caratteristiche comuni.
Si prenderà inoltre in considerazione come i diversi
organismi siano adatti ai differenti ambienti, attraverso forme simili o
diverse di risposta ai bisogni fondamentali della vita, non solo a livello di
strutture e funzioni, ma anche di comportamento.
Per quanto riguarda in particolare l'uomo, valendosi anche
dell'uso di modelli (e - per confronto - della pratica di dissezioni su
animali usata a scopo alimentare) si condurranno osservazioni sull'anatomia
funzionale del corpo umano dando particolare risalto alle caratteristiche
peculiari (la stazione eretta, la mano, lo sviluppo cerebrale, le attività
percettive).
Verranno compiute osservazioni sulle differenze tra gli
individui, tra individui di diversa età, tra i due sessi, che consentiranno
di svolgere considerazioni sulla riproduzione, l'accrescimento e lo sviluppo,
la maturità e l'invecchiamento.
La raccolta dei dati sulle abitudini alimentari, il
confronto dei dati sulle diete con i fabbisogni in fattori nutrienti per le
varie età, la caratterizzazione dei cibi in base ai principi nutritivi che
contengono, ecc. saranno alla base di indicazioni di educazione alla salute
che comprenderanno anche norme igieniche, identificazione di fattori nocivi,
ecc.
Uomo – Natura
Lo studio dell'intervento umano sull'ambiente è
strettamente collegato con i temi dell'area storico-geografica.
Alcuni aspetti di tali temi possono essere approfonditi dal
punto di vista delle scienze fisiche, chimiche e naturali.
L'uomo ha infatti esplorato l'ambiente per conoscerlo
adattandosi ad esso o piegandolo alle proprie esigenze. A tal fine ha
costruito strumenti che gli hanno permesso di superare la soglia delle
naturali capacità percettive e di estendere le sue possibilità di azione e
trasformazione, attraverso l'uso di materiali diversi e di nuove fonti di
energia.
Dal punto di vista naturalistico le attività prevederanno
soprattutto: osservazioni sulle modificazioni indotte nel paesaggio, in
particolare della regione, dalle pratiche agricole e da altri interventi
dell'uomo; osservazioni e raccolte di dati sugli effetti degli insediamenti
umani e delle attività industriali sull'ambiente naturale; individuazione di
fenomeni nocivi e pericoli presenti nell'ambiente umano e indicazione di
esempi di prevenzione; raccolte di informazioni sulle possibilità offerte
dalla tecnologia per la tutela dell'ambiente e per la previsione, la
prevenzione e gli interventi relativi alle calamità naturali.
La consapevolezza dei vantaggi e degli svantaggi che ogni
intervento umano comporta deve maturare un atteggiamento positivo di rispetto
dell'ambiente che non dovrà comunque essere confusa con uno sterile rifiuto
del progresso tecnologico.
Uomo-mondo della produzione
L'alunno della scuola elementare verrà posto a confronto
con la circostante realtà costituita dal mondo della produzione, dei prodotti
e dei problemi ad esso connessi e della realtà tecnologica.
Per realizzare questo obiettivo sarà necessario promuovere
l'abitudine all'osservazione, alla riflessione, all'intervento tecnico,
facendo largo uso del metodo induttivo e ponendo in essere soprattutto
attività operative in cui l'alunno sia condotto gradualmente attraverso un
iter che, partendo dall'osservazione prosegua con l'analisi, la
concretizzazione dell'intervento e la verifica degli effetti conseguenti ad
esso.
In questo modo sarà possibile promuovere un primo approccio
alla cultura tecnologica con la quale l'alunno dovrà progressivamente
misurarsi a partire dalla scuola media di I grado.
Indicazioni didattiche
Gli argomenti su cui organizzare anno per anno la
programmazione didattica saranno scelti tenendo conto degli interessi
cognitivi delle capacità di comprensione, delle conoscenze già presenti negli
alunni delle varie età, delle opportunità che l'ambiente offre.
Essi devono venire sviluppati partendo ogni volta da
situazioni-problema molto semplici (che possono essere realizzate anche
mettendo gli alunni di fronte a oggetti, materiali e ambienti specifici),
avendo come obiettivo lo sviluppo di un sapere che cresce in modo organico e
tende alla sistematicità solo gradualmente, durante tutto l'arco della scuola
dell'obbligo. Tali argomenti devono essere svolti principalmente attraverso
esperienze pratiche attuabili, oltre che in appositi locali scolastici, nella
classe che può essere utilizzata come laboratorio, o attraverso attività di
esplorazione ambientale.
Essi devono inoltre fornire occasioni per conversazioni,
discussioni di gruppo, approfondimenti e raccolte di informazioni su libri o
con mezzi audiovisivi, volti ad ampliare il patrimonio di conoscenze
dell'alunno anche attraverso l'analisi di fatti della realtà che stanno al di
là della sua diretta esperienza.
La scelta dell'attività da svolgere nel corso dei vari anni
viene lasciata all'insegnante in sede di programmazione, salva restando, da
un lato, l'opportunità di ritornare (in certi casi più volte) in classi
successive su alcuni argomenti con diverso grado di approfondimento, e
dall'altro la necessità che, per ciascuno dei quattro grandi temi, vengano
svolte un numero sufficiente di attività tali da permettere all'alunno di
familiarizzarsi con le diverse metodologie di approccio alle discipline
scientifiche. In questo modo l'alunno potrà costruirsi un insieme di
conoscenze che gli consenta di affrontare nuovamente i vari argomenti nella
scuola media, partendo già da una visione generale. Nei primi due anni e in
particolare nella prima classe le attività saranno dedicate dapprima ad una
ricognizione delle conoscenze possedute dai fanciulli attraverso esperienze
guidate di gioco e di esplorazione, per farne patrimonio comune del gruppo,
su cui costruire il lavoro successivo.
L'insegnante stimolerà e guiderà gli alunni ad osservare,
descrivere e confrontare gli elementi della realtà circostante (sassi,
animali, piante, utensili, suoli, forme, colori…) per individuarne
somiglianze, differenze ed interrelazioni.
L'insegnante utilizzerà l'interesse degli alunni per il
mondo degli esseri viventi, per avviarli ad esaminare alcuni semplici
fenomeni vitali e l'ambiente nel quale questi fenomeni si verificano; ad
individuare alcune delle relazioni più evidenti fra il terreno, le piante e
gli animali; ad una prima intuizione delle condizioni fondamentali della vita
(presenza di luce, calore, aria, acqua, nutrimenti). Un frequente regolare
controllo delle coltivazioni e degli allevamenti scolastici ed
extrascolastici, esplorazioni ambientali in autunno, inverno, primavera,
estate, semplici esperimenti metteranno in evidenza le fondamentali
condizioni per lo sviluppo e la conservazione della vita. Queste osservazioni
contribuiranno ad arricchire il linguaggio, a promuovere esercizi di misura,
ad avviare all'uso di semplici tabelle ed altre rappresentazioni (istogrammi,
grafici, diagrammi a blocchi, ecc.).
Negli ultimi tre anni, scegliendo opportunamente attività
che alternino esperienze in classe ed esplorazioni ambientali, argomenti
fisici e chimici ed argomenti biologici con collegamenti interdisciplinari,
l'insegnante guiderà gli alunni all'acquisizione di specifiche tecniche di
indagine e mirerà a sviluppare in loro una sempre più chiara consapevolezza
dei procedimenti della ricerca scientifica.
Pertanto, avrà cura di portare gli alunni a riflettere
sull'opportunità di muovere dall'osservazione dei fatti alla formulazione di
problemi ed ipotesi, e alla raccolta di nuovi dati per il controllo di queste
ultime. Inoltre svilupperà in loro la capacità di procedere in modo sempre
più autonomo all'esecuzione di misure relativamente semplici (avendo
consapevolezza delle operazioni eseguite e della validità dei risultati
ottenuti), alla rappresentazione dei dati in tabella e grafici,
all'elaborazione dei risultati, alla schematizzazione dei fenomeni complessi.
La pratica di misura potrà essere attuata soprattutto in
riferimento a lunghezze, volumi, capacità, tempi, pesi, temperature, in
stretto collegamento con le attività di matematica, facendo inizialmente
confronti diretti, individuando quindi la necessità di scegliere unità di
riferimento dapprima arbitrarie e poi di convenzione generale. Per
l'esecuzione delle misure si potranno usare sia strumenti già costruiti
(termometri, bilance, ecc.) di uso comune, sia strumenti costruiti dagli
alunni. Sarà, comunque, opportuno applicarsi alla ideazione, progettazione,
costruzione e taratura di alcuni strumenti di misura semplici (come
termometri, pluviometri, bilance); ciò permetterà infatti, da un lato, di
rendersi conto delle operazioni logiche e dei principi fisici connessi con il
processo di misura e dall'altro della necessità di scegliere opportunamente
lo strumento secondo la natura della grandezza da misurare, della sua entità
e della precisione richiesta.
Poiché i fanciulli hanno naturale predisposizione al
"fare", che affina le loro capacità percettive e motorie e alimenta
la loro vita mentale, nelle attività di educazione scientifica si lascerà
loro uno spazio di libertà di operare, affinché acquisiscano autonomia e spirito
di iniziativa. L'insegnante curerà che raccolta e registrazione di dati
risultino una pratica regolare e costante che si conclude con una relazione,
orale o scritta.
Sarà utile compiere brevi escursioni, preparate e guidate,
in vari ambienti e nelle varie stagioni, nonché riprodurre piccole comunità
naturali e curare allevamenti e coltivazioni, sia pure di modesta entità.
Per l'esecuzione di esperienze pratiche, la classe potrà
essere attrezzata come un laboratorio scientifico e artigianale assai semplice,
utilizzando, per quanto possibile, oggetti comuni come cassette di legno o di
plastica, vasi, vasetti e scatole, strumenti (lenti, cilindri graduati,
termometri, bilance, barometro, bussola, livella…) e utensili di uso
corrente.
Ciò non esclude l'opportunità che la scuola provveda
all'acquisto di attrezzature più perfezionate, ma sempre adatte ai fanciulli.
Lo smontaggio e rimontaggio attento, a scopo interrogativo
o conoscitivo, di giocattoli, oggetti e semplici apparecchi di uso comune,
magari inservibili, sono attività indispensabili affinché l'alunno padroneggi
l'ambiente artificiale in cui è profondamente immerso.
I temi di indagine riguardanti le modalità dei processi
tecnologici e produttivi (considerati nelle loro fasi di ideazione, progettazione,
attuazione e utilizzazione, anche con la loro eventuale riproduzione in
classe, in forma semplificata) potranno opportunamente collegarsi con visite
ad aziende agricole, artigiane e industriali.
L'insegnante cercherà di fare emergere dalle discussioni di
gruppo gli eventuali errori compiuti nell'attività di ricerca e nella
conseguente interpretazione dei risultati. Ciò in relazione alla necessità di
motivare negli alunni il superamento di quegli errori.
La motivazione potrà essere rafforzata anche facendo
richiamo alla storia della scienza: vi si troveranno molti riferimenti a
progressi che si sono verificati proprio in conseguenza dell'accertata
inadeguatezza di spiegazioni date in precedenza sulla base di conoscenze e
tecniche di indagini più limitate.
STORIA - GEOGRAFIA - STUDI SOCIALI
L'oggetto di queste discipline è lo studio degli uomini e
delle società umane nel tempo e nello spazio, nel passato e nel presente e
riguarda tutte le loro diverse dimensioni: quella civile, culturale,
economica, sociale, politica, religiosa.
L'insegnante nell'impostare il suo insegnamento non potrà
prescindere dalla conoscenza delle metodologie e tecniche di analisi proprie
dell'intero campo delle scienze sociali: storiche, antropologiche,
geografiche, sociologiche, economiche, ecc.
L'obiettivo generale è quello di stimolare e sviluppare nei
fanciulli il passaggio dalla cultura vissuta, assorbita direttamente
dall'ambiente di vita, alla cultura come ricostruzione intellettuale.
STORIA
La tradizione culturale e pedagogica italiana ha sempre
dedicato attenzione particolare alla comprensione storica e alla possibilità
di inquadrare i problemi sotto il profilo storico.
In questa prospettiva pare necessario considerare i
significati della storia intesa: come realtà del passato, come memoria
collettiva o insieme di tradizioni culturali che incidono sul presente, come
ricerca storiografica che, pur collegandosi alla memoria collettiva, tende a
superarla, per rinnovare il rapporto tra presente e passato.
Un efficace insegnamento della storia non si risolve nella
informazione su avvenimenti e personaggi del passato. E' anzitutto promozione
delle capacità di ricostruzione dell'immagine del passato muovendo dal
presente e di individuazione delle connessioni tra passato e presente.
La ricostruzione del fatto storico deve essere indirizzata
a promuovere sia la capacità di usare in modo via via più produttivo i
procedimenti della ricerca storica, sia la comprensione sempre più
approfondita del fatto storico stesso.
In tal modo gli alunni, nei limiti delle loro possibilità
psicologiche, perverranno a una assunzione non dogmatica delle conoscenze
storiche, acquistando progressivamente un'agile capacità critica.
L'insegnamento della storia richiede il puntuale e continuo
riferimento alla concreta realtà nella quale il fanciullo è inserito ed esige
che il docente realizzi un'adeguata scelta ed una funzionale organizzazione
dei contenuti dell'apprendimento storico.
Obiettivi e contenuti
L'insegnamento della storia persegue due obiettivi
generali:
a) avviare il fanciullo a costruire la propria identità
culturale come presa di coscienza della realtà in cui vive;
b) avviare il fanciullo alla costruzione di elementari
atteggiamenti e strumenti conoscitivi essenziali per la comprensione dei
fenomeni storici e sociali.
I due obiettivi generali sopra detti si fondano sul
perseguimento di obiettivi specifici quali:
- il superamento da parte del fanciullo della percezione di
sé come perno e misura della realtà per avviarsi a sentire se stesso
partecipe di un processo che ha radici e dimensioni che lo travalicano;
- la consapevolezza che ogni giudizio e ogni discorso
storico devono avere la loro fondazione nella ricerca e nella conoscenza
delle fonti e nel rigore metodologico;
- la graduale maturazione della coscienza che la
ricostruzione del fatto storico è il risultato di un complesso di operazioni
tecniche e scientifiche progredienti nel tempo ed attivate dagli interessi
culturali e civili del ricercatore.
Della complessa concezione del tempo storico sembra
opportuno, in relazione alle esperienze dell'età infantile, introdurre alcuni
aspetti fondamentali:
- la cronologia, intesa quale strumento convenzionale
indispensabile per ordinare e memorizzare gli eventi del passato;
- la periodizzazione, intesa quale strumento per delimitare
e interpretare i fenomeni storici complessivi;
- la crescente consapevolezza che i problemi con i quali
l'uomo si è dovuto confrontare si sono presentati in modi diversi ed hanno
avuto soluzioni diverse in rapporto alle condizioni generali, ovvero ai
"quadri di civiltà", che hanno caratterizzato i vari periodi della
storia umana.
Inizialmente si promuoverà nell'alunno l'acquisizione delle
coordinate spazio-temporali.
Infatti la storia, almeno come materia scolastica, è la
ricostruzione e la narrazione di eventi che avvengono in determinate località
e in un certo periodo di tempo.
Il sapere distinguere il prima dal dopo ed il lontano dal
vicino sono degli obiettivi fondamentali da conseguire per introdurre ad uno
studio dei fatti storici.
In questa fase si procederà sul terreno della massima
concretezza facendo, per esempio, osservare la successione di generazioni, si
incoraggerà l'osservazione dell'ambiente in cui il fanciullo si muove e lo si
avvierà ad una prima sistemazione delle "cose" nello spazio.
Si farà notare che alcune "cose" che condividono
uno stesso spazio non sono nella medesima relazione per quanto riguarda il
tempo.
Appena si verifichi la disponibilità ad un apprendimento
più specifico, eventualmente anche nel corso del secondo anno, si guideranno
gli alunni ad individuare alcuni passaggi significativi nel processo di
cambiamento storico delle realtà a loro più vicine (la città o il paese, i
mestieri, gli strumenti di uso quotidiano e le più diffuse tecnologie, le
forme di organizzazione sociale, produttiva, culturale, religiosa) rimanendo
nel campo di indagine esperibile direttamente dagli alunni medesimi, ma non
escludendo la ricerca di documentazioni significative anche nel passato più
lontano.
In sostanza, si introdurrà l'alunno nel mondo della storia,
guidandolo alla ricostruzione storica del suo ambiente di vita.
Accertata la possibilità, in questo ambito, di cogliere il
significato degli avvenimenti storici, a partire dal terzo anno della scuola
elementare, si avvierà uno studio che progressivamente porti il fanciullo
dall'interpretazione della storia del suo ambiente di vita alla storia
dell'umanità e, in particolare, alla storia del nostro Paese.
Tale studio porrà peculiare attenzione ai momenti di
promozione e trasformazione delle civiltà, colti nel tessuto di una
periodizzazione essenziale. In seno a questa periodizzazione si fisseranno
cronologicamente i più rilevanti avvenimenti civili, sociali, politici,
religiosi di cui sono stati protagonisti i popoli, personalità e forme di
organizzazione sociale, che nel tempo hanno contraddistinto l'evolversi della
società umana.
Pare opportuno che il fanciullo, nel quinquennio del corso
elementare, pervenga ad una visione sufficientemente articolata dei momenti
significativi della storia, connettendoli in un quadro cronologico a maglie
larghe.
In particolare saranno oggetto di approfondimento i fatti,
gli avvenimenti, i personaggi che hanno contribuito a determinare le
caratteristiche civili, culturali, economico-sociali, politiche, religiose
della storia d'Italia, con specifico riferimento al processo che ha condotto
alla realizzazione dell'unità nazionale, nonché alla conquista della libertà
e della democrazia.
Indicazioni didattiche
Il processo di insegnamento-apprendimento prenderà avvio
dalla costruzione di domande didatticamente motivate da rivolgere al passato.
Esse nasceranno dalla riflessione su ciò che è presente nell'esperienza e
nella cultura del fanciullo, al fine di facilitare la comparazione tra
presente-passato, tra vicino-lontano.
La didattica della storia dovrà avvalersi, per quanto lo
consente l'età e la concreta situazione scolastica, delle modalità della
conoscenza storiografica, recuperandone gli itinerari fondamentali: dalla
formulazione di domande al reperimento di fonti pertinenti, all'analisi e
discussione della documentazione, al confronto critico fra le diverse
risposte.
Nel sottolineare che la storia prima di essere narrazione
dei fatti è la loro ricostruzione sulla base di documenti, sarà necessario
procedere con molta gradualità.
All'inizio si potrà guidare l'alunno a ricostruire di fatto
e a riorganizzare il recente passato sulla base dei suoi ricordi e delle
testimonianze offerte dagli adulti e dall'ambiente (utilizzando anche idonei
strumenti didattici, come le "fasce storiche" o i cartelloni di
sintesi o semplici monografie per dare evidenza concreta al lavoro di
ricostruzione). In un secondo momento si indurrà l'alunno a riflettere sui
problemi metodologici che tale ricostruzione presenta (ad es.:
l'attendibilità di un ricordo o di una testimonianza, oppure le varie e
possibili interpretazioni di uno stesso dato) e quindi a leggere in modo
sempre più consapevole i risultati di ricerche compiute da altri.
In questo processo conoscitivo la narrazione storica si
configura soprattutto come strumento utile per comunicare sia le conoscenze
ritenute necessarie in particolari momenti dell'azione didattica (quando si
tratti, ad esempio, di raccordare i dati emersi dai documenti accessibili
all'alunno con altri dati di conoscenza), sia i risultati finali raggiunti
(per organizzare, comunicare e confrontare le conoscenze acquisite). Se
utilizzata invece in apertura del processo conoscitivo, la narrazione rischia
di ostacolare le diverse e successive operazioni.
Nell'affrontare la costruzione di una più ampia
periodizzazione l'insegnante eviterà che l'alunno percepisca, come
progressione deterministica, la successione dei vari tipi di società fatti
oggetto di studio, facendo rilevare come nello stesso tempo possano
coesistere diverse società e come, all'interno di una società moderna,
possano sussistere, integrati, alcuni elementi di realtà sociali del passato.
GEOGRAFIA
La geografia rileva e interpreta i caratteri dei paesaggi
geografici, studia i rapporti tra l'ambiente e le società umane, elabora e
propone modelli di spiegazione dell'intervento degli uomini sul territorio.
L'ambiente, oggetto della geografia, andrà considerato
pertanto nella sua globalità, come risultante delle interazioni che si
verificano tra tutte le sue componenti. I caratteri fisici dell'ambiente non
possono essere interpretati come condizionamenti assoluti delle scelte
operate dagli uomini: l'ambiente medesimo è, in qualche misura, prodotto
dell'azione degli uomini.
Il concetto fisico di spazio è anche oggetto di studio
delle scienze naturali (astronomia, geologia, ecc.): l'insegnamento della
geografia, oltre al concetto fisico di spazio, dedicherà opportuna attenzione
ai modi ed agli effetti dell'esperienza degli uomini sul territorio.
Tra l'altro, ciò dovrà far emergere la consapevolezza che
le decisioni di intervento sul territorio non dovranno essere riferite
esclusivamente ai bisogni degli uomini; dovranno essere tenute in debita
considerazione anche le esigenze delle componenti non antropiche, specie di
quelle appartenenti alla biosfera (del regno animale e di quello vegetale, ad
esempio).
In questo contesto dovrà essere promossa e progressivamente
rafforzata la responsabile attenzione del fanciullo al problema ecologico.
Riuscirà utile tener presenti vari aspetti del concetto di
spazio elaborati dal geografo:
- lo spazio fisico come condizione e come risultato
dell'intervento dell'uomo sul pianeta; le possibilità, i vincoli, i problemi
che pone, le trasformazioni che subisce;
- lo spazio rappresentativo come espressione di
sistemi di valori (i luoghi di incontro e di scambio, di celebrazione sacra e
profana, di sede dell'autorità, ecc.);
- lo spazio progettato come campo di azioni
possibili o ipotesi di intervento (insediamenti, utilizzazione del suolo,
comunicazioni, pianificazione territoriale);
- lo spazio codificato convenzionalmente dalla
cartografia e da modelli rappresentativi che utilizzano i linguaggi
scientifici.
Su questa base l'insegnamento della geografia permette di
elaborare un concetto di "paesaggio geografico" inteso come
costruzione di sintesi controllabili dei modi utilizzati dagli uomini per
interagire con la natura e dei rapporti culturali, economici e sociali
operanti nelle società stesse e fra società diverse.
Obiettivi e contenuti
L'insegnamento della geografia si propone di rendere capace
l'alunno di orientarsi e collocarsi nello spazio vissuto dagli uomini
utilizzando le conoscenze e gli strumenti concettuali e metodologici
necessari per la comprensione dell'interazione uomo-ambiente.
Si tratta di far acquisire uno specifico modo di osservare
ed un linguaggio appropriato per descrivere e per rappresentare.
Questo obiettivo generale si consegue attraverso
l'acquisizione e l'integrazione reciproca delle capacità operative:
- di rappresentare mentalmente lo spazio, acquisendo
padronanza delle nozioni di punto e sistema di riferimento, posizione
relativa, percorso e spostamento;
- di osservare un ambiente e scoprirne gli elementi
costitutivi fisici e antropici;
- di mettere in relazione fra di loro gli elementi di un
ambiente, evidenziando le diverse funzioni ed i vari rapporti che essi hanno
anche con un più vasto contesto;
- avvalendosi della scoperta degli elementi fisici e
antropici osservati nell'ambiente vicino, passare all'osservazione, sia pure
indiretta, di ambienti diversi, descrivendoli in modo via via più analitico e
differenziandoli secondo i loro caratteri geografici;
- di utilizzare mezzi diversi di descrizione linguistica e
di rappresentazione grafica;
- di costruire e di interpretare, a livelli crescenti di
difficoltà, mappe e carte diverse per contenuto e scala, imparando a
scegliere quelle più adeguate agli obiettivi, a orientarsi su di esse, e a
confrontare le informazioni che offrono con quelle desumibili da altre fonti;
- di ricercare l'informazione geografica, imparando a
raccogliere, selezionare e controllare i dati presenti in atlanti, libri,
periodici, annuari statistici, ecc., relativi ad ambienti direttamente o
indirettamente conosciuti o che si vogliono conoscere.
Alla fine della scuola elementare l'alunno dovrà essere in
grado di comprendere, di porre in rapporto fra di loro e di localizzare sulle
carte geografiche i fenomeni studiati.
Per promuovere l'acquisizione di queste capacità, si potrà
tener conto dei nuclei tematici che qui di seguito si elencano.
La loro progressione va intesa soprattutto come graduale
passaggio da situazioni più semplici a situazioni più complesse, poiché
l'intreccio tra esperienze dirette nell'ambiente ed esperienze mediate
soprattutto tramite i mass media, non consente di distinguere troppo
nettamente il "vicino" dal "lontano".
a) - Muovendo dall'orientamento nello spazio dell'alunno e
dalle conoscenze che egli possiede sul suo ambiente di vita, l'insegnante
favorirà lo sviluppo delle capacità di rappresentazione dello spazio. I primi
oggetti di indagine possono essere, ad esempio, la strada, la casa, gli spazi
della scuola, i percorsi abituali, i luoghi di vacanza, ecc.;
b) - In continuità con le predette ricognizioni, sempre in
riferimento ad ambienti specificamente individuati, verranno enucleati e
correlati tra loro gli aspetti geograficamente significativi del territorio:
i caratteri fisici e naturali, gli elementi artificiali, le attività
economiche, sociali e culturali e gli spazi da esse utilizzati e trasformati.
Si costruiranno così progressivamente i primi schemi di
riferimento e le prime chiavi di lettura dei "paesaggi geografici";
si potranno considerare, ad esempio, i rapporti fra l'ambiente e i diversi
modi di utilizzarne le risorse, fra la flora e la fauna potenziale e quella
introdotta dalle coltivazioni e dagli allevamenti, fra questi e le abitudini
alimentari, fra le forme fisiche e gli insediamenti, le vie di comunicazione,
ecc.
c) - Dal confronto fra ambienti diversi (utilizzando anche
riferimenti ad ambienti naturali tipici di varie zone della Terra) e
soprattutto dalla comprensione dell'ampiezza del sistema di relazioni che
coinvolgono e condizionano ciascun ambiente o paesaggio sarà possibile
evidenziare i problemi e le soluzioni adottate dalle diverse popolazioni.
L'attività di ricerca geografica potrà essere attuata con
particolare riferimento al territorio e alla società italiana, alle sue
trasformazioni, ai suoi paesaggi fondamentali (le pianure, le zone costiere,
le zone alpine e appenniniche), ai suoi problemi e ai suoi equilibri interni
(città-campagna, Nord-Sud, zone sviluppate-zone depresse), ai più stretti ed
evidenti rapporti internazionali, in particolare con i paesi del Mediterraneo
e dell'Europa.
In questa fase viene avvertita la necessità di un uso più
appropriato degli strumenti cartografici e di rappresentazione convenzionale
indicati.
d) - Particolare attenzione sarà, infine, rivolta ad un
approfondimento dei rapporti che la moderna società industriale intrattiene
con il territorio e specialmente:
- alle modalità di sfruttamento delle risorse naturali e ai relativi problemi
di conservazione e protezione dell'ambiente;
- ai caratteri fondamentali del paesaggio industriale e
urbano;
- alle relazioni significative che legano la città alla
campagna, l'attività industriale a quella agricola, le zone di sviluppo
economico a quelle del sottosviluppo.
Indicazioni didattiche
La complessiva esperienza di vita degli alunni offre
parecchie sollecitazioni per l'attività didattica relativa all'apprendimento
della geografia. Gli avvenimenti di attualità, le trasmissioni televisive, i
films documentari, i viaggi, le vacanze, le escursioni didattiche, il
rapporto diretto con l'ambiente offrono occasioni per l'avvio di
conversazioni e per successivi lavori di ricerca.
Le attività volte ad esplorare e conoscere gli spazi e gli
ambienti devono essere intenzionali e ogni volta guidate da problemi e da
proposte di ipotesi.
D'altra parte, l'insegnamento della geografia dovrà essere
svolto in stretta connessione con le altre discipline, non solo con la storia
e le conoscenze sociali, ma anche con l'educazione motoria per quanto
riguarda la comprensione delle relazioni spaziali, con le scienze per
l'acquisizione delle abilità di misurazione e per le conoscenze relative
all'ambiente fisico-naturale, ai fattori climatici, all'assetto geologico del
territorio, ecc.
L'esplorazione degli spazi direttamente esperibili dagli
alunni (l'aula, la casa, la scuola, le vie del quartiere, ecc.) può essere
finalizzata, oltre che allo sviluppo della capacità di orientamento, di
osservazione e descrizione, alla lettura dei diversi modi di organizzazione e
rappresentazione dello spazio.
Senza indulgere a prematuri tecnicismi sarà opportuno
utilizzare e, nei limiti del possibile, far produrre una gamma significativa
di materiali e di tecniche di rappresentazione, al fine di avviare gli alunni
alla scoperta della convenzionalità delle simbologie utilizzate nella
rappresentazione geografica, della funzionalità delle diverse
rappresentazioni e scale, a seconda dei problemi che si intendono affrontare.
L'adozione di procedure operative e l'uso degli strumenti
tecnici non dovranno in ogni caso esaurirsi in esercitazioni fini a se
stesse, ma essere funzionali ad un accrescimento di conoscenze significative
e collegati, pertanto, ad un motivato itinerario di ricerca sugli ambienti.
Studi sociali e conoscenza della vita sociale
Poiché la scuola elementare si propone di porre le basi per
la formazione del cittadino e per la sua partecipazione attiva alla vita
sociale, politica ed economica del Paese, è essenziale che essa fornisca gli
strumenti per un primo livello di conoscenza dell'organizzazione della nostra
società nei suoi aspetti istituzionali e politici, con particolare
riferimento alle origini storiche e ideali della Costituzione.
Obiettivi e contenuti
Mentre la formazione al confronto con gli altri, allo
spirito critico, alla convivenza democratica costituisce un obiettivo e un
metodo comune a tutti gli insegnamenti, è compito specifico del settore degli
studi sociali, sulla base delle finalità generali indicate, perseguire i
seguenti obiettivi:
- far acquisire conoscenza riflessa delle regole e delle
norme della vita associata, in particolare di quelle che consentono processi
democratici di decisione;
- far acquisire consapevolezza del significato della legge
anche in funzione della comprensione dei fondamenti del sistema giuridico
propri di uno stato di diritto;
- avviare all'acquisizione di strumenti per la comprensione
del sistema economico e della organizzazione politica e sociale, scegliendo
contenuti e modalità di lavoro adeguati alle capacità degli alunni;
- favorire atteggiamenti di disponibilità alla verifica,
per sottrarre quest'area conoscitiva ad una trasmissione ideologica.
Indicazioni didattiche
La selezione più particolare dei contenuti e dei metodi e
la loro articolazione sarà compiuta nell'ambito della programmazione. Si
indicano qui solo alcuni criteri in base ai quali è possibile compiere scelte
adeguate:
a) - nella scuola elementare è indispensabile partire da
quegli aspetti dell'organizzazione sociale che appartengono al contesto di
vita del fanciullo e gli sono più vicini o comunque più facilmente
accessibili. E' ciò che si indica spesso come indagine d'ambiente (ad
esempio: la famiglia, la scuola, il quartiere, il paese, le attività presenti
nella comunità, il Comune, ecc.) che può rappresentare contenuti
significativi e motivanti per cominciare ad individuare i fattori rilevanti
dell'organizzazione sociale e le loro dinamiche interrelazioni. Infatti
l'esperienza quotidiana del fanciullo richiede interventi didattici di
chiarificazione, di semplificazione, di ridefinizione terminologica e
concettuale, in breve di mediazione e di sistemazione.
b) - Anche in relazione con i temi che verranno scelti come
oggetto di specifiche indagini di carattere storico e geografico, si potranno
affrontare, negli anni successivi, quei problemi che consentono di cogliere i
caratteri essenziali del sistema sociale ed istituzionale.
c) - Per rendere possibile al ragazzo che esce dalla scuola
elementare di procedere nella conoscenza e nella comprensione del mondo
sociale, è necessario prendere in esame anche elementi relativi
all'organizzazione politica nazionale ed internazionale (con particolare
riguardo all'Europa comunitaria) e al sistema giuridico che la regge.
Lo studio dei caratteri fondamentali della nostra
Costituzione, visti anche nelle loro matrici storiche ideali, consente di
individuare gli elementi portanti del nostro sistema democratico (diritti di
libertà, eguaglianza e giustizia sociale, principio e organizzazione della
rappresentanza, ecc.) come sistema aperto al confronto e alla trasformazione.
RELIGIONE
La scuola riconosce il valore della realtà religiosa come
un dato storicamente, culturalmente e moralmente incarnato nella realtà
sociale, in cui il fanciullo vive.
Partendo, perciò, dall'esperienza comunque acquisita
dall'alunno e anche al fine di consentirgli un rapporto consapevole e
completo con l'ambiente, è compito della scuola promuovere, nel quadro degli
obiettivi educativi e didattici indicati dai programmi:
a) la conoscenza degli elementi essenziali per la graduale
riflessione sulla realtà religiosa nella sua espressione storica, culturale,
sociale;
b) la conoscenza e il rispetto delle posizioni che le
persone variamente adottano in ordine alla realtà religiosa;
c) la consapevolezza dei principi in base ai quali viene
assicurato nella scuola elementare lo svolgimento di specifici programmi di
religione, nel rispetto del diritto dei genitori di scegliere se avvalersene
o non avvalersene.
Questi principi possono essere così sintetizzati:
- riconoscimento dei valori religiosi nella vita dei
singoli e della società;
- rispetto e garanzia del pluralismo religioso;
- rispetto e garanzia della libertà di coscienza dei
cittadini;
- impegno dello Stato ad assicurare nelle scuole lo
svolgimento di specifici programmi di religione, definiti con Decreto del
Presidente della Repubblica sulla base di intese tra lo Stato e le
confessioni religiose riconosciute. Infatti, nel nuovo accordo per la riforma
del Concordato stipulato tra lo Stato e la Santa Sede, è stabilito, per
quanto riguarda la Chiesa Cattolica, che la Repubblica Italiana
"riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i
principi del Cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo
italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola,
l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non
universitarie di ogni ordine e grado. Nel rispetto della libertà di coscienza
e della responsabilità educativa dei genitori, è garantito a ciascuno il
diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi di detto
insegnamento".
Lo Stato, inoltre, con le norme per la regolazione dei
rapporti con le Chiese rappresentate dalla Tavola Valdese "assicura il
diritto di rispondere alle eventuali richieste provenienti dagli alunni,
dalle loro famiglie o dagli organismi scolastici in ordine allo studio del
fatto religioso e delle sue implicazioni".
EDUCAZIONE ALL'IMMAGINE
I caratteri di questa forma di educazione sono ricavabili
dal concetto di "immagine".
L'immagine è un messaggio, cioè una sequenza di segni,
suoni, forme, ecc., con la quale si intende comunicare qualcosa. Perciò,
l'immagine si delinea come un certo modo di considerare la realtà,
disegnandone una copia, elaborandone bensì una rappresentazione.
L'immagine è un messaggio affidato a una pluralità di segni
non riducibili a un solo codice: ad esempio, l'immagine filmica o televisiva
è, nel contempo, parola, immagine, suono.
Per rendere comprensibile l'immagine e, quindi, assumerla
in funzione educativa, si deve essere in grado sia di decodificare i codici
utilizzati (parola, suono, movimento, forma, colore, ecc.), sia di
interpretare il contesto comunicativo.
L'educazione all'immagine si delinea come attività diretta
al conseguimento della competenza espressiva e comunicativa; avere questa
competenza significa divenire capaci di tradurre in un messaggio la propria
esperienza e di conoscere i vari sistemi di segni propri dell'ambiente culturale
in cui si vive.
In questa prospettiva, l'educazione all'immagine si
affianca all'educazione linguistica, all'educazione musicale, all'educazione
motoria, ecc., in quanto l'immagine, come la lingua verbale, il suono
musicale, il gesto, ecc., appartiene all'universo del linguaggio, inteso come
opportunità di simbolizzazione, espressione, comunicazione.
Peraltro, con l'educazione all'immagine si pone in evidenza
che la ricchezza del vivere umano non è conoscibile ed esprimibile solo
attraverso i sistemi di segni, perché vi è il mondo delle forme, delle
raffigurazioni, dei colori, del movimento, ecc., con i quali ci si può
esprimere e si può comunicare.
La competenza comunicativa è acquisita sia quando il
fanciullo è guidato a leggere le immagini, sia quando egli si dedica a
produrle.
Il fanciullo scopre abbastanza presto che le immagini hanno
un significato e che egli, progettando e realizzando sequenze di immagini,
anche con l'utilizzazione di tecniche e media diversi, promuove la sua
conoscenza dei linguaggi iconici.
Non va persa di vista, tuttavia, l'opportunità di
distinguere le immagini che derivano dalle attività del disegnare, dipingere,
modellare, incidere, dalle immagini che rimandano alle tecnologie dei mezzi
di comunicazione di massa, quali telecamera, cinepresa, macchina fotografica,
ecc.
E' una distinzione rilevante, perché dovrebbe favorire
nell'alunno la percezione sia del potenziale ideativo-creativo proprio
dell'intenzionalità comunicativa, sia il limite imposto dalla struttura del
mezzo tecnologico.
L'educazione all'immagine prende il via sul piano operativo
con i linguaggi plastici e figurativi già sperimentati nel periodo della
scuola materna. Il fanciullo si inserisce nella realtà sfruttando le proprie
capacità sensoriali: toccando e vedendo apprende e capisce. Nell'ambito di
questo rapporto con l'ambiente occorre, pertanto, potenziare tutti i canali
espressivi legati alle esperienze cinestetiche, tattili e visive, in modo da
offrire all'alunno l'occasione di fondere elementi diversi e di tradurli in
forme nuove e significanti. Queste attività mirano a educare nell'alunno la
capacità di rappresentare in modo personale i contenuti dell'esperienza.
Le esperienze effettuate con vari mezzi espressivi dovranno
sollecitare l'alunno a decodificare i dati acquisiti, a dissociarli, a
elaborarli prima di ricostruirli in modi e forme nuovi. Ogni materiale
sfruttato in chiave espressiva diventa un medium ricco di possibilità
diverse.
L'alunno, facendo esperienza con più media, si abitua a
fronteggiare le situazioni nuove, affina il proprio senso critico, acquisisce
la capacità di trovare ordine e forma, di ristrutturare e individuare nuovi
rapporti. I mezzi di espressione visuale possono essere reinventati e gestiti
dal fanciullo e offrono, quindi, un positivo contributo allo sviluppo del
pensiero creativo.
Le attività legate all'immagine consentono di promuovere
anche le prime esperienze di educazione estetica, abbiano esse carattere
espressivo-creativo che fruitivo-critico.
Obiettivi e contenuti
L'educazione all'immagine è finalizzata al conseguimento di
questi obiettivi:
- promuovere un primo livello di alfabetizzazione intesa
come acquisizione critica dei linguaggi iconici, attivando l'espressione e la
comunicazione delle esperienze, nonché la decodificazione e l'interpretazione
delle immagini, e consolidando progressivamente la competenza comunicativa;
- potenziare la creatività espressiva che è carattere
comune a tutti gli individui ed è educabile;
- accostare alla varietà dei beni culturali, con particolare
riferimento a quelli presenti nell'ambiente, e in particolare alle opere di
scultura e pittura, di arte decorativa, del teatro, del cinema, ecc.,
incentivare la maturazione del gusto estetico, in modo da rendere sempre più
ricca la comprensione del "messaggio" dell'opera d'arte.
Il rapporto di interazione tra il fanciullo e l'ambiente è
fondamentale per qualsiasi attività espressiva e comunicativa che, in ogni
caso, deve scaturire dall'esigenza di manifestare i contenuti dell'esperienza
razionale e affettiva.
Si tratta di un rapporto che non può essere compromesso da
stereotipi retorici e banalizzanti.
Allo scopo di stimolare le attività espressivo-comunicative
si possono prendere in considerazione:
- le esperienze vissute (per esempio, giochi, eventi
quotidiani, avventure, viaggi, feste, cerimonie familiari, religiose e
tradizionali locali);
- le storie di persone, di personaggi reali e immaginari,
protagonisti di storie lette, ascoltate, viste, inventate, le storie di
animali;
- gli aspetti dell'ambiente.
In questo ambito è indispensabile fare ricorso a una
varietà di materiali e di procedimenti, nonché a una serie di contatti e di
itinerari guidati. Per quanto concerne i procedimenti, al fine di evitare il
pericolo di un vuoto tecnicismo, occorrerà tenere presenti gli obiettivi che
di volta in volta si potranno perseguire, la natura dei mezzi utilizzati e il
loro grado di rispondenza sia ai livelli di sviluppo del fanciullo, che alla
natura degli argomenti presi in considerazione. A titolo puramente indicativo
si ipotizzano alcune attività in vista di obiettivi specifici. Si tratta di
una elencazione che, entro certi limiti, implica una intrinseca articolazione
temporale, nel senso che alcune attività vanno prese in considerazione solo
dopo che ne saranno state proposte altre più semplici e rispondenti ai
procedimenti di figurazione del fanciullo.
- Modellare sabbia, creta, cere e paste di vario
tipo, ecc., per favorire la percezione tridimensionale, il contatto diretto
con la materia, la coordinazione delle braccia, delle mani, delle dita.
- Disegnare e dipingere, per favorire opportunità di
espressione e, implicitamente il riconoscimento e la riproduzione delle forme
e dei colori, la coordinazione occhio-mano, lo sviluppo del senso estetico.
- Utilizzare materiali di varia provenienza per
realizzare collages, stampe, composizioni e costruzioni.
- Incidere materie diverse (per esempio, vegetali,
linoleum, ecc.) e rilevare impronte da varie superfici.
- Collegare l'immagine e la parola mediante la
realizzazione di fumetti per aiutare il fanciullo a superare difficoltà di
verbalizzazione, ad acquisire migliori strutturazioni spazio-temporali e a
cogliere le differenze tra discorso diretto e discorso indiretto
(preparazione di fumetti sulla base di scalette preparate in precedenza).
- Osservare le immagini fotografiche per
interpretarne il significato e per avviare al riconoscimento dei campi, dei
piani, delle diverse angolazioni e di altri elementi compositivi quali il
bianco e il nero, il colore, le luci.
- Fotografare oggetti e situazioni da differenti
angolazioni, in bianco e nero e a colori, in posa o istantanea, per
confrontare modi diversi di rappresentare la realtà, collegandoli alle
personali esigenze di espressione e comunicazione.
- Costruire sequenze con disegni, fotografie e
diapositive, raccontando storie e documentando ricerche, anche per
acquisire una migliore strutturazione spazio-temporale.
- Conoscere il mezzo cinematografico per
comprenderne i messaggi, intuire i significati delle inquadrature e delle
sequenze e conoscere le fasi di lavorazione.
- Produrre films a passo ridotto, collegati
all'esigenza di comunicare ed esprimersi.
- Conoscere la produzione televisiva per avviare a
una lettura selettiva dei programmi e ad una prima conoscenza delle
peculiarità tecniche e comunicative del mezzo televisivo.
- Avviare, quando ciò sia possibile, alla conoscenza e
all'uso della telecamera e del videotape.
Indicazioni didattiche
Anche le attività legate all'immagine comportano una
precisa azione didattica. Occorre pertanto superare la tendenza al non
intervento nell'attesa di un prodotto infantile che dovrebbe manifestarsi in
modo del tutto spontaneo. Il fanciullo può esprimersi in modo personale solo
se opportunamente guidato in situazioni ricche di stimoli e di materiali
adatti. Sarà, pertanto, necessario:
- motivare, organizzare e arricchire l'esperienza
espressiva dell'alunno, evitando di ricorrere a metodi, strumenti e modelli
che non promuovano la creatività (ad esempio, disegni da completare o solo da
colorare, sagome);
- rimuovere blocchi psicologici e difficoltà espressive e
comunicative, aiutando il fanciullo, anche mediante il dialogo, a riflettere
sui contenuti delle sue realizzazioni;
- conoscere le caratteristiche dell'evoluzione grafica e
plastica infantile, al fine di rispettare il principio della gradualità,
predisponendo anche i materiali meglio rispondenti a quei livelli di
sviluppo;
- organizzare l'ambiente scolastico fornendo di una
adeguata varietà di materiali e di strumenti, non dimenticando che le
possibilità espressive del fanciullo variano in rapporto agli stimoli che
egli riceve dall'ambiente stesso;
- dare, al giusto momento, tutti quei suggerimenti che si
rendono necessari per la migliore utilizzazione dei mezzi e degli strumenti.
L'eventuale intervento correttivo va effettuato attraverso
il gioco e le altre attività. Per quanto riguarda in particolare il disegno e
il modellamento c'è da tener presente che questi linguaggi sono strettamente
legati a una capacità di rappresentazione spaziale ancora in fase di
sviluppo.
Sarebbe, pertanto, controproducente costringere il
fanciullo a raddrizzare una figura rovesciata, a modificare le proporzioni, a
riempire uno sfondo con un determinato colore.
Certe carenze potranno essere colmate anche proponendo
esperienze con mezzi espressivi diversi.
La creatività deve essere stimolata, facendo ricorso a tipi
di metodologia attiva, ricca di sollecitazioni, utilizzando proposte creative
(giochi e sperimentazioni).
I linguaggi iconici devono servire a cogliere tutte le
esperienze e gli elementi di natura percettiva, tattile, visiva, cinestetica,
che in altre forme di comunicazione sarebbero destinati a perdere gran parte
della loro identità. Un processo di integrazione attuato dall'interno può
configurarsi in una molteplicità di rapporti interdisciplinari. Mediante
l'incontro di più linguaggi si possono realizzare prodotti espressivi
autonomi come il fumetto, la fotostoria, la diapositiva sonorizzata, la
sequenza di trasparenti per la lavagna luminosa, la storia e il reportage
televisivo, il film, nonché molte forme di rappresentazione teatrale
(mimodramma, teatro-danza, teatro delle ombre, teatro delle marionette e dei
burattini). Il teatro dei burattini, in particolare costituisce una delle
migliori occasioni per rendere vivo e operante il principio della
integrazione.
Quando il fanciullo comincia a maturare le facoltà critiche
e acquisisce una maggiore capacità di riflessione, ha bisogno di essere
sostenuto, incoraggiato, indirizzato verso nuove esperienze. Nel momento in
cui affiora, per esempio, l'esigenza della verosimiglianza, si possono
introdurre il disegno dal vero e la fotografia e metterli al servizio
dell'espressione e della documentazione.
Al fanciullo che, uscendo dal momento egocentrico, comincia
ad aprirsi agli interessi di gruppo, si possono proporre realizzazioni
collettive (dipinti, collages, lavori teatrali, audiovisivi) secondo il principio
della suddivisione dei compiti.
Questo tipo di attività educa socialmente l'alunno. Il
primo incontro con le opere d'arte deve essere facilitato agli alunni,
avvalendosi anzitutto del patrimonio artistico dell'ambiente. In assenza di
tale diretto riferimento, si utilizzeranno riproduzioni a colori e
diapositive che saranno presentate per promuovere negli alunni l'osservazione
attenta dell'opera d'arte, allo scopo di maturare una iniziale sensibilità
estetica.
Naturalmente questo criterio metodologico può essere
utilizzato anche per altri prodotti legati all'immagine (raccolte di
fotografie e di manifesti, fumetti, films, trasmissioni televisive). In
questo campo si dovranno prevedere contatti con gli enti pubblici
territoriali e altre istituzioni e forme di collaborazione con gli esperti
delle sezioni didattiche dei musei, delle biblioteche, delle cineteche.
Nell'ambito dell'espressione grafica e plastica l'oggetto
della valutazione non è l'idea del bello e della rassomiglianza con la
realtà, ma la linea di sviluppo della produzione del fanciullo nelle sue
componenti intellettive, sociali, estetiche e creative. L'insegnante dovrebbe
essere in possesso di una informazione di base intorno alla fenomenologia
della presentazione plastica, grafica e pittorica per arrivare a una più
attenta e comprensiva valutazione dei prodotti infantili.
In mancanza di locali appositi, l'aula potrà essere
facilmente organizzata in vista delle attività che si vorranno proporre agli
alunni. Si tratterà di utilizzare i banchi come delle unità mobili per creare
gli spazi per il lavoro singolo, per il lavoro di gruppo, per l'incisione e
la stampa, per il modellamento, la realizzazione di diapositive su carta
lucida. Materiali e strumenti dovranno essere accessibili a tutti e verranno
usati secondo il principio della comunanza dei mezzi e della responsabilità
comune.
EDUCAZIONE
AL SUONO E ALLA MUSICA
La realtà acustica nella natura e nella cultura
Il
complesso mondo dei suoni, costituito dalla realtà acustica
"naturale" e prodotto dalle culture e dalle tecnologie, ha sempre
avuto un ruolo di primo piano nella vita del fanciullo e in modo particolare
nel processo cognitivo. Oggi, con la diffusione delle diverse forme di
comunicazione audiovisiva, esso assume certamente una rilevanza formativa e
informativa notevole.
L'educazione al suono e alla musica ha come obiettivi
generali la formazione, attraverso l'ascolto e la produzione, di capacità di
percezione e comprensione della realtà acustica e di fruizione dei diversi
linguaggi sonori.
I fenomeni acustici della natura, della civiltà urbana e
contadina e la produzione musicale dei popoli dei differenti paesi ed epoche
storiche sono il campo delle attività di esplorazione, conoscenza e
apprendimento.
Le diverse attività dell'educazione musicale debbono essere
sempre finalizzate a far realizzare ai fanciulli concrete e autentiche
esperienze d'incontro con la musica.
L'operatività degli alunni è una componente indispensabile
di tutte le attività, dalle più semplici alle più complesse, sia nella fase
dell'ascolto (percezione, selezione, strutturazione dei suoni) che in quella
dell'analisi, della registrazione, della notazione e produzione vocale e
strumentale dei suoni.
Obiettivi e contenuti
La formazione e lo sviluppo delle capacità relative alla percezione
della realtà sonora nel suo complesso, alla sua comprensione (che
significa conoscere e riconoscere i vari linguaggi sonori), alla produzione
e all'uso dei diversi linguaggi sonori nelle loro componenti
comunicative, ludiche, espressive, sono alla base dei progetti di attività
dei fanciulli.
Le diverse attività che verranno di seguito indicate
includono il rapporto della realtà sonora con altri eventi e linguaggi
(parola, gesto, immagine).
Percezione e Comprensione
L'ascolto e l'analisi guidata dei suoni (di qualsiasi tipo:
ambientali e musicali o collegati a spettacoli e a comunicazioni
audiovisuali) sono due aspetti iniziali di una serie di attività rivolte a
stimolare l'attenzione sui fenomeni acustici, ad organizzare l'esperienza sensoriale
uditiva e a preparare la capacità di fruire della musica nelle sue varie
forme:
- percezione di suoni e rumori ambientali e loro
distinzione in ordine alla fonte, lontananza, vicinanza, durata, intensità e
altre caratteristiche (altezza e differenze timbriche);
- distinzione e selezione dei suoni e rumori prodotti da
esseri umani, da animali, da eventi naturali, strumenti musicali e oggetti
meccanici;
- ascolto di materiale musicale che stimoli il
riconoscimento delle caratteristiche formali-strutturali dei brani proposti
(ritmo, altezza ed intensità dei suoni, linea melodica, fraseggio, armonia);
riconoscimento della funzione della voce umana e degli strumenti musicali e
delle loro caratteristiche timbriche;
- ascolto di brani che propongano musica dei diversi popoli
relativa agli aspetti della loro vita (cerimonie religiose, vita familiare,
attività di lavoro, feste popolari, ecc.); di brani di musica delle diverse
epoche e di vario stile, anche in rapporto al teatro, al cinema, alla danza;
di brani di musiche tipiche (melodramma, spiritual, jazz, ecc.).
La scelta dei brani musicali da proporre per l'ascolto deve
seguire criteri di opportuna gradualità negli anni del corso elementare in
relazione alla maturazione psicologica e allo sviluppo cognitivo dei
fanciulli.
Le attività proposte, organizzate sotto forma di itinerario
didattico nell'arco dei cinque anni di scuola elementare, permettono di
evidenziare le caratteristiche integrate dei materiali sonori musicali
relative a durata, altezza, intensità, timbro, forma-struttura,
organizzazione ritmica, melodica e armonica.
Produzione
La voce in particolare e, in generale, tutto il corpo sono
gli strumenti più naturali e immediati che gli uomini hanno a disposizione
per produrre suoni musicali o indistinti e sequenze ritmiche. Il fanciullo
deve essere stimolato ad usare ed analizzare i suoni che è già capace di
produrre con la voce e con il corpo:
- la voce che parla: analisi della formazione delle vocali
e consonanti, analisi del modo di produzione dei suoni vocali (funzione dei
polmoni, del diaframma, delle corde vocali);
- giochi con la voce: parlare, leggere, parlare e leggere
con o senza uso delle corde vocali (è evidente l'utilità di questi giochi in
rapporto alla pronuncia delle parole);
- giochi individuali e di gruppo con la voce che canta:
analisi delle differenze tra voce parlante e voce cantante;
- esecuzione di canti collegati alla gestualità, al ritmo,
al movimento di tutto il corpo e di parti di esso, ai diversi suoni che il
corpo può produrre, (battere le mani, i piedi, ecc.);
- ricerca ed esplorazione dei diversi tipi di timbri
vocali: uso della voce in campo musicale, nelle diverse attività umane
(funzioni oratorie, cerimonie, recitazioni teatrali, sistemi di informazione,
cinema, TV, ecc.);
- ricerca e analisi dei diversi modelli espressivi
spontanei o progettati della voce (grido, pianto, riso, ecc.; canzonetta,
opera lirica, ecc.);
- organizzazione dei giochi vocali sull'imitazione di suoni
e rumori, della realtà naturale, degli strumenti musicali e di altri oggetti.
Le attività didattiche finalizzate alla distinzione dei
suoni strumentali dovranno favorire il riconoscimento dei modi di produzione
dei suoni medesimi con strumenti tradizionali e moderni e di sperimentarne
parzialmente modi e forme musicali.
E' importante proporre, in ordine alle attività
propriamente musicali, l'apprendimento di strumenti che consentano facilmente
al fanciullo una immediata gratificazione. L'educazione musicale di base non
intende formare futuri musicisti, ma fornire un primo livello di
alfabetizzazione nel campo dei suoni. Sarà utile organizzare forme di
attività quali:
- sperimentazione ed analisi dei diversi suoni e timbri
ricavabili dalla percussione di oggetti (metallici, di legno, di pietra, cavi
e pieni);
- analisi di altri modi di produrre suoni: strofinando,
agitando oggetti, ecc.;
- ricerca ed analisi sui diversi modi utilizzati per
produrre suoni musicali; famiglie di strumenti (strumenti a fiato, a
percussione, ad arco, a corde pizzicate, ecc.). La ricerca verrà condotta in
modo operativo anche realizzando piccoli strumenti con materiali poveri;
- ricerca ed analisi dei moderni sistemi per la produzione
dei suoni e per la loro diffusione, amplificazione e trasformazione
(microfono, amplificatore, giochi con suoni elettronici, televisione,
strumenti musicali elettrici ed elettronici). Anche la sola radio può
consentire un interessante confronto tra suono prodotto manualmente e suono
elettronico amplificato;
- esecuzione di giochi musicali con strumenti a percussione
per riprodurre le forme di ritmi più facili, la comprensione e il valore
degli accenti, delle pause, anche in relazione alle difficoltà
dell'esecuzione concertata di brani musicali;
- esecuzione di brani musicali, con strumenti di facile
uso, collegati a rappresentazioni gestuali e mimiche, a forme di teatro
danzato e alla elaborazione di altri progetti e attività di spettacolo
(teatro delle marionette e dei burattini, teatro delle ombre, realizzazione
di audiovisivi).
Interpretazione grafica del materiale sonoro e notazione
musicale
La formazione e l'informazione relative al mondo dei suoni
debbono procedere di pari passo con la capacità crescente di interpretare
graficamente la produzione sonora sino a giungere ad una iniziale conoscenza
operativa della notazione musicale.
Un insieme graduale di attività dovrà prevedere:
- la simbolizzazione di suoni e rumori con l'invenzione di
forme spontanee di notazione;
- la registrazione grafica, mediante segni convenzionali,
della durata e delle caratteristiche di un evento sonoro musicale ed
extramusicale;
- l'adozione di sistemi facili per la lettura della
notazione musicale, sia in ordine al canto, che all'esecuzione strumentale.
Indicazioni didattiche
Nell'elaborazione dei progetti didattici di educazione al
suono e alla musica è necessario tener conto del paesaggio fonico in cui è
inserito il fanciullo, delle già acquisite capacità di comprensione ed
espressione musicale e del grado di codificazione da lui raggiunto in
relazione alla propria esperienza sonora.
E' importante raccordare l'attività musicale ed altre
esperienze conoscitive ed espressive favorendo al massimo i processi
creativi.
Perciò si debbono curare, ove possibile, i collegamenti con
le altre aree educative (lingua, espressione e analisi visuale, educazione
motoria, ecc.). E' indispensabile anche che si tenga conto del grado di
partecipazione e di maturazione degli alunni relativamente alle attività musicali
svolte nella scuola materna.
A livello della scuola elementare e in vista di una prima
alfabetizzazione musicale è soprattutto importante attivare la capacità
pratica di usare i suoni per comunicare ed esprimersi.
Per questo pare necessario collegare la percezione uditiva
ad un più generale rapporto con le diverse forme di linguaggio.
E' di grande importanza organizzare, nel quadro della
programmazione didattica generale, spazi e tempi in cui gli alunni possano
ascoltare musica da soli e in gruppo; manipolare strumenti e oggetti sonori
per scoprirne le caratteristiche e le modalità d'uso; utilizzare
apparecchiature per la registrazione e la riproduzione del suono in modo da
compiere la verifica di ciò che producono; inventare, scoprire e confrontare
vari codici grafici; sperimentare forme corali e strumentali, attuare
esperienze di teatro musicale e di teatro danza, elaborare montaggi sonori
col registratore.
Nell'ambito delle attività di educazione al suono e alla
musica è da tener presente il valore che possono assumere eventuali
interventi specialistici di musicoterapia rivolti a soggetti in situazione di
handicap.
Educazione motoria
L'affermazione nella cultura contemporanea dei nuovi
significati di corporeità, di movimento e di sport si manifesta, sul piano
personale e sociale, come esigenza e crescente richiesta di attività motoria
e di pratica sportiva.
La scuola elementare, pertanto, nell'ambito di una
educazione finalizzata anche alla presa di coscienza del valore del corpo
inteso come espressione della personalità e come condizione relazionale,
comunicativa, espressiva, operativa, favorisce le attività motorie e di
gioco-sport.
Nel promuovere tali attività essa, mentre considera il
movimento, al pari degli altri linguaggi, totalmente integrato nel processo
di maturazione dell'autonomia personale, tiene presenti gli obiettivi
formativi da perseguire in rapporto a tutte le dimensioni della personalità:
- morfologico-funzionale;
- intellettivo-cognitiva;
- affettivo-morale;
- sociale.
L'educazione motoria si propone le seguenti finalità:
- promuovere lo sviluppo delle capacità relative alle
funzioni senso-percettive cui sono connessi i procedimenti di ingresso e di
analisi degli stimoli e delle informazioni;
- consolidare e affinare, a livello concreto, gli schemi
motori statici e dinamici indispensabili al controllo del corpo e alla
organizzazione dei movimenti;
- concorrere allo sviluppo di coerenti comportamenti
relazionali mediante la verifica vissuta in esperienze di gioco e di
avviamento sportivo, dell'esigenza di regole e di rispetto delle regole
stesse sviluppando anche la capacità di iniziativa e di soluzione dei
problemi;
- collegare la motricità all'acquisizione di abilità
relative alla comunicazione gestuale e mimica, alla drammatizzazione, al
rapporto tra movimento e musica, per il miglioramento della sensibilità
espressiva ed estetica.
Le finalità indicate concorrono allo sviluppo delle
caratteristiche morfologico-biologiche e funzionali del corpo e allo sviluppo
della motricità in senso globale e analitico.
L'intervento educativo rivolto alla motricità presuppone la
conoscenza del movimento dal punto di vista strutturale, delle sue modalità
di realizzazione, del suo sviluppo.
La struttura del movimento è costituita da unità basiche,
riferibili a schemi motori e schemi posturali. Essi permettono tutte le più
complesse attività funzionali e costituiscono il repertorio necessario non
solo per compiere movimenti o per inibirli, ma anche per assumere atteggiamenti
o posture.
Gli schemi motori sono dinamici e si identificano nel
camminare, correre, saltare, afferrare, lanciare, strisciare, rotolare,
arrampicarsi, quelli posturali sono schemi statici e si identificano nel
flettere, inclinare, circondurre, piegare, elevare, estendere, addurre,
ruotare, oscillare, ecc… e possono riguardare movimenti globali o segmentari
del corpo.
Sia gli schemi motori che quelli posturali maturano secondo
un processo di sviluppo che si evidenzia in caratterizzanti tratti di
maturità.
In ciascuna fase dello sviluppo occorre quindi che
l'insegnante realizzi le condizioni per ampliare il più possibile il
repertorio di schemi motori e posturali.
Conseguire una base motoria più ampia possibile rappresenta
perciò un obiettivo educativo e didattico dell'educazione motoria.
Obiettivi e contenuti
Il movimento si sviluppa, come qualsiasi altra funzione
della personalità, in un rapporto continuo con l'ambiente, attraverso
comportamenti modificati dall'esperienza, mentre la sua educabilità passa
attraverso i meccanismi di percezione, coordinazione, selezione ed esecuzione
presenti in qualsiasi azione motoria intenzionale.
Compito dell'insegnante è promuovere in ogni alunno, e,
perciò, nel rispetto del livello della maturazione biopsichica individuale,
il progressivo finalizzato controllo del comportamento motorio.
Le differenti caratteristiche di sviluppo e maturazione
dell'alunno della scuola elementare esigono perciò tempi e modalità
diversificate di programmazione e di attuazione delle attività motorie,
secondo sequenze che hanno riferimento con lo sviluppo strutturale del
fanciullo e con quello funzionale della sua motricità.
Le attività motorie consentono di conseguire prima una
serie di obiettivi relativi alle capacità senso-percettiva, visiva,
uditiva, tattile e cinestetica.
Fin dalla scuola materna, e particolarmente fra i 5-7 anni,
il fanciullo deve sviluppare le capacità di percezione, analisi e selezione
delle informazioni provenienti dagli organi analizzatori.
In rapporto all'organizzazione ed alla regolazione del
movimento un'ulteriore serie di obiettivi da perseguire è rappresentata dalla
promozione delle capacità coordinative deputate alla scelta del
movimento, alla sua direzione, al suo controllo.
Queste capacità, che conoscono un periodo di sviluppo
intensivo fra i 6 e gli 11 anni, possono essere così identificate:
a) percezione, conoscenza e coscienza del corpo
Attraverso le esperienze di esplorazione e scoperta,
compiute toccando, esaminando, indicando, usando le varie parti del corpo,
giocando e manipolando gli oggetti, si favorisce la graduale costruzione
dello schema corporeo, inteso come rappresentazione dell'immagine del corpo
nei suoi diversi aspetti: globale e segmentario, statico e dinamico.
In tale rappresentazione si integrano gli aspetti
relazionali, emotivi, affettivi e di motivazione per una completa
consapevolezza corporea;
b) coordinazione oculo-manuale e segmentaria
Particolare attenzione dovrà fin dall'inizio essere rivolta
al conseguimento di tali capacità attraverso attività manipolative semplici
con piccoli oggetti, attrezzi di gioco, indirizzando gli interventi anche al
fine dell'affermazione della lateralità e del consolidamento della dominanza
e favorendo in tal senso la regolarità, la precisione, la fluidità dei
gesti-motori fini e gli apprendimenti grafici;
c) organizzazione spazio-temporale
Saranno programmate ed attuate attività che, a partire dai
giochi di esplorazione dell'ambiente e di partecipazione a situazioni ludiche
organizzate, concorreranno alla progressiva costruzione ed organizzazione
dello spazio fisico-geometrico e relazionale, nonché alla iniziale intuizione
della successione temporale delle azioni.
Attraverso l'utilizzazione di tutte le strutture motorie
statiche e dinamiche in giochi di movimento, su schemi liberi o prestabiliti,
con o senza attrezzi, in forma individuale o collettiva, si favorirà nel
fanciullo l'acquisizione di concetti relativi allo spazio e
all'orientamento (vicino/lontano, sopra/sotto, avanti/dietro, alto/basso,
corto/lungo, grande/piccolo, sinistra/destra) e di concetti relativi al
tempo e alle strutture ritmiche (prima/dopo, contemporaneamente/insieme,
lento/veloce);
d) coordinazione dinamica generale
Integrando le precedenti capacità coordinative, la
coordinazione dinamica generale controlla il movimento, consentendo al
fanciullo di raggiungere una motricità sempre più ricca ed armoniosa sia sul
piano dell'espressione che dell'efficacia.
Tale capacità si svilupperà progressivamente attraverso
situazioni di gioco e di attività via via più complesse che, intorno ai 9-10
anni, si collegheranno in modo naturale ai fondamentali gesti del
gioco-sport.
Indicazioni didattiche
La programmazione degli interventi didattici dovrà tener
conto delle diverse situazioni di partenza e dei livelli iniziali di
funzionalità senso-percettiva e motoria di ciascun alunno al momento
dell'ingresso a scuola. Tali valutazioni iniziali saranno facilitate anche
dalle indicazioni fornite dalla famiglia, dalla scuola materna frequentata e
dai servizi sanitari del territorio.
Le attività motorie, per essere funzionali e influire
positivamente su tutte le dimensioni della personalità, devono essere
praticate in forma ludica, variata, polivalente, partecipata nel corso di
interventi di opportuna durata e con differenziazioni significative a seconda
delle varie fasce d'età.
In questo senso si farà riferimento inizialmente (6-7 anni)
a tutta la vasta gamma di giochi motori frutto della spontanea e naturale
motricità dei fanciulli, attingendo sia all'esperienza vissuta, sia alla più
genuina tradizione popolare, utilizzando giochi simbolici, d'imitazione, di
immaginazione, ecc.
L'importanza della ludicità nell'educazione motoria
risponde al bisogno primario del fanciullo di una forma gratificante e
motivata delle attività. Il gioco è quindi sempre da sollecitare e gestire in
tutte le sue forme e modalità (d'invenzione, di situazione, dei ruoli, di
regole, ecc.). Compito dell'insegnante sarà di programmare e suggerire i
giochi più idonei al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Nella seconda fascia d'età (8-11 anni) il raggiungimento di
congruenti livelli di autonomia, è legato alla ricchezza delle esperienze
educative vissute, all'ampiezza della base motoria, al complesso delle
capacità coordinative acquisite.
In una prospettiva realmente formativa, acquistano in tal
senso rilevanza tutte le attività polivalenti (percorsi, circuiti, ecc.) ed i
giochi di squadra con regole determinate dagli alunni o assunte dall'esterno
(quattro porte, mini-basket, mini-volley, mini-handball, ecc.), ovvero
attività sportive significative (pre-atletica; corse, salti, lanci;
ginnastica: agilità, ritmo; esperienze di nuoto, ecc.).
Ciò non dovrà costituire pretesto per un prematuro
avviamento alle discipline sportive, né deve presentarsi come esperienza
scolastica episodica eccezionale, ma deve invece configurarsi come specifico
intervento educativo teso a cogliere i veri significati sociali e culturali
dello sport.
Verranno individuati opportuni momenti di verifica e
valutazione attraverso l'osservazione sistematica del comportamento motorio
degli alunni, tenendo sempre presenti i punti di partenza, le differenti
situazioni esperienziali, i diversi ritmi di sviluppo individuale.
In presenza di alunni in situazione di difficoltà motoria,
gli interventi saranno, in relazione ai contenuti, agli strumenti e alla
durata, adeguati alle effettive possibilità e necessità di ogni fanciullo.
Costituiscono luogo ideale per lo svolgimento delle
attività motorie la palestra, gli spazi aperti attrezzati e non, o comunque
opportunamente recuperati o ricondizionati allo scopo. Si rammenti, a tale
proposito, l'opportunità di attivare ogni possibile intervento teso alla
migliore utilizzazione delle strutture e delle risorse scolastiche esistenti,
purché rispondenti a requisiti minimi di agibilità e sicurezza per lo
svolgimento delle attività stesse. Particolare attenzione va data anche
all'uso dei materiali e delle attrezzature che potranno essere sia quelli
tradizionali, sia altri particolarmente idonei (palle colorate, palloni,
clavette, cerchi, bacchette, fettucce elastiche, ostacoli, panche,
materassini, ceppi, tappeti, ecc.).
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