Lo scorso 19
gennaio, il CdA del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il più grande ente
pubblico di ricerca nazionale, ha approvato in via definitiva il nuovo statuto
in applicazione di quanto previsto dal D. lgs. 31 dicembre 2009, n.213,
attuativo della legge delega per il riordino degli enti pubblici di ricerca (L.
27 settembre 2007, n.165) e delle sue successive modifiche.
Lo schema di
statuto approvato preliminarmente dal CdA ad agosto ha subito modifiche dopo
aver ricevuto il parere negativo del Consiglio Scientifico Generale (CSG)
dell’ente e le osservazioni del Miur. Il CGS aveva lamentato una restrizione
eccessiva dell’autonomia scientifica dell’ente, mentre il aveva
spinto riducendo ulteriormente tali spazi di autonomia e imponendo misure per
la riduzione delle spese.
Anche se il
testo dello statuto definitivamente approvato ancora non è
stato reso noto, da alcune anticipazioni sembra che il CdA abbia fatto
cadere le osservazioni del Miur circa la figura del Direttore Generale
dell’ente. Il Ministero, infatti, aveva richiesto di potersi ascrivere, almeno
in prima applicazione dello statuto, il diritto di nomina del DG e che a questa
figura spettassero indirizzi operativi e poteri di
spesa nei confronti dei singoli istituti del Cnr. Queste ipotesi, peraltro non
previste dal D.lgs.213/2009 e contravvenenti la
distinzione delle funzioni d’indirizzo e controllo (riservate agli organi di
governo degli enti pubblici) dalle funzioni di gestione e attuazione (spettanti
alla dirigenza amministrativa), sembra sia stata rigettata dal CdA.
Per quanto
riguarda le misure di contenimento delle spese, sembra essere stata accolta la
richiesta del Miur di ridurre da 11 a 7 il numero dei Dipartimenti, così come
sembra essere rimasto un altro punto molto contrastato, che riguarda il
contenimento delle spese per il personale entro il limite del 75% del fondo di finanziamento ordinario (FFO). Queste misure fanno
paventare un ridimensionamento del più grande ente pubblico di ricerca
nazionale.
Un’ultima
questione spinosa era quella riguardante la composizione del CdA. Secondo il D.lgs. 213/2009, il CNR avrebbe dovuto avere un CdA di 7
componenti, ma il successivo D.lgs. 31 maggio 2010, n.78 prevedeva per tutti
gli enti pubblici un CdA composto al massimo da cinque elementi. La
chiarificazione del Miur, giunta solo il 13 gennaio scorso, abbraccia
quest’ultima ipotesi.
Tuttavia,
tra i cinque componenti del CdA, la comunità
scientifica di riferimento sarà rappresentata al più da un elemento su cinque,
poiché il Ministro nominerà direttamente tre componenti, mentre individuerà gli
altri due tra un rappresentante della CRUI, uno di Confindustria, uno della
Conferenza Stato Regioni e uno della comunità scientifica di riferimento.
Rimaniamo in
attesa del testo ufficiale dello statuto, che permetta un’analisi più puntuale.