Si è svolto, il 27 giugno, presso il Dipartimento per la programmazione delle risorse, il previsto incontro sul piano di semplificazioni per la scuola il cui tavolo di confronto si era interrotto il 30 aprile 2024. Per l’Amministrazione erano presenti il Capo Dipartimento Nando Minnella, i Direttori generali Davide D’Amico, Gianna Barbieri e Fabrizio Manca e la dottoressa Francesca Busceti della DGRUF.
L’Amministrazione ci ha aggiornato sugli sviluppi del piano di semplificazioni per la scuola, varato dal MIM il 23 aprile del 2023.
Il piano prevedeva 20 interventi che ruotano intorno ad alcuni obiettivi fondamentali. Gli interventi più significativi vanno ad incidere positivamente sui tempi di esecuzione di importanti funzioni e procedure amministrative quali le cessazioni, il fascicolo digitale del personale della scuola, gli incarichi esterni, i pagamenti, gli acquisti e gli scambi internazionali, le piattaforme per studenti e famiglie.
Lo stato di attuazione degli interventi all’ultimo incontro sembrava in linea con le previsioni, anche per la ragione che le prime fasi hanno avuto come oggetto gli studi di fattibilità e il rilascio di primi set di funzioni associate ai diversi interventi. Dal rapporto fornito dall’Amministrazione rileviamo che alcuni interventi, come quelli relativi alla digitalizzazione dei gemellaggi, della gestione delle scuole paritarie sono fermi mentre altri, come ad esempio la gestione delle supplenze brevi, del contenzioso e del fascicolo digitale sono ancora in corso. Il Capo Dipartimento per le risorse ha assicurato che il tavolo riprenderà regolarmente gli incontri entro il prossimo settembre e che saranno costituiti specifici gruppi di lavoro,
Lo Snals-Confsal ha quindi apprezzato che il Ministero abbia finalmente riaperto il confronto rendendo le informazioni sulle recenti azioni messe in atto, grazie anche alle nostre puntuali e sistematiche sollecitazioni per eliminare quelle che ormai sono vere e proprie molestie burocratiche. Restano però alcune criticità che sono legate a difficoltà organizzative e gestionali che richiedono azioni di raccordo tra i vari ministeri, in primo luogo il MEF e il MIM, e tra MEF e INPS. Non possiamo che apprezzare l’ipotesi di predisporre uno SPID istituzionale che consentirebbe alle scuole di accedere alle piattaforme senza utilizzare le identità digitale dei dirigenti scolastici e del personale delle scuole.
Abbiamo pertanto ripreso diverse criticità che dovranno essere risolte:
1) Il primo aspetto è quello dell’inefficienza del dialogo con gli uffici scolastici periferici. Dalle procedure di determinazione degli organici alla costituzione e gestione delle graduatorie per le supplenze, dalla gestione dei contenziosi alle relazioni che le scuole debbono intrattenere con le Ragionerie Territoriali di Stato, le scuole necessitano del costante e puntuale supporto degli UAT, un supporto che, laddove viene offerto, giunge tardivo con conseguente ritardo nella gestione delle procedure amministrative e ricadute negative in termini di responsabilità dirigenziale. Si pensi agli adempimenti connessi ai sempre più frequenti contenziosi affrontati dalle istituzioni scolastiche. a il fatto ancora più sconcertante è che i dirigenti debbano farsi carico di attività non di loro competenza, dalla scrittura delle memorie difensive financo alla gestione stessa degli atti processuali, spesso senza poter usufruire del necessario supporto di consulenza giuridica che rientra appieno fra le funzioni degli uffici scolatici regionali.
2) C’è la problematica dei difficili e tormentati rapporti con le Ragionerie Territoriali di Stato le quali, nell’esercitare il legittimo e doveroso compito di controllo di regolarità contabile, spesso travalicano i confini di questa funzione di vigilanza, emettendo direttive rivolte ai dipendenti di un altro ministero. È questo il caso dei decreti di ricostruzione di carriera emessi dai dirigenti scolastici a seguito di sentenze o decreti ingiuntivi dei tribunali del lavoro o delle pratiche di progressione di carriera. Le direttive delle RTS spesso introducono elementi estranei alle sentenze o, nei casi peggiori, contengono indicazioni contrarie a quelle eventualmente impartite dall’Avvocatura dello Stato. Una situazione che pone i dirigenti di fronte alla scelta paradossale fra accogliere tali indicazioni delle Ragionerie Territoriali dello Stato, contravvenendo però alle disposizioni dell’amministrazione di appartenenza o a rigettarle, emettendo atti che andranno incontro alla mancata apposizione del visto di regolarità contabile, con la conseguente attuazione della procedura di registrazione forzosa, atto che non può che mettere capo, a sua volta, alle attività di giudizio della Corte dei Conti. Tutti questi casi evidenziano come i dirigenti paghino il prezzo di un mancato e costante raccordo che dovrebbe invece caratterizzare sia i rapporti fra gli uffici periferici dei ministeri coinvolti sia tra gli stessi e le istituzioni scolastiche. Riteniamo che buona parte di queste criticità possano essere risolte operando su più piani: a livello ministeriale, attivando, attraverso le direzioni generali competenti, un’opportuna interfaccia con il livello legislativo per prevenire ricadute negative sulle scuole dei provvedimenti posti in discussione nelle commissioni e nelle aule parlamentari; a livello di amministrazione periferica, garantendo una concreta e costante azione di supporto con particolare riguardo alle problematiche di maggior rilevanza.
3) Un altro aspetto è quello della necessaria semplificazione amministrativa di cui la scuola ha profondamente bisogno. Continuano a ripetersi imposizioni e direttive da parte di enti e altre amministrazioni finalizzate all’acquisizione di dati ed informazioni che potrebbero essere reperite direttamente. Questi esempi evidenziano nuovamente l’inefficienza del dialogo fra le varie amministrazioni e soprattutto l’assenza di sistemi informativi integrati che costringe alla reiterazione dei dati su piattaforme diverse con dispendio di tempo e conseguente rallentamento delle procedure amministrative.
4) I nuovi compiti posti in capo alle scuole in tema di collocamento a riposo del personale tramite il sistema Passweb pongono nuovi problemi nei rapporti con l’INPS e soprattutto per le connesse responsabilità in ordine alle certificazioni retributive, laddove sarebbe naturale e più semplice un dialogo diretto tra MEF e l’Istituto della Previdenza Sociale. Occorre investire adeguatamente non solo nella digitalizzazione della P.A. ma soprattutto rendendo veramente interoperabili le banche dati. Solo con tale intervento si potrebbero evitare operazioni inutili e dannose per la vita delle scuole.
5) Fondamentali sono poi per noi le azioni di accompagnamento, in particolare iniziative di formazione sull’uso delle piattaforme con una regia unica.
Noi crediamo in una dirigenza interprete dei bisogni educativi della comunità scolastica e non al di sopra di questa, e la vorremmo vedere orientata innanzitutto alla promozione di innovazioni sul piano didattico ed organizzativo e sempre di meno a compiti burocratici elementari ma dispendiosi e fortemente demotivanti con la restituzione dei dirigenti scolastici e del personale della scuola ai loro compiti primari di insegnamento, di gestione amministrativa, coordinamento didattico e valorizzazione delle risorse umane.
Sono decenni ormai che le scuole subiscono da più parti richieste burocratiche di ogni tipo che hanno ormai assunto la forma di vere e proprie molestie burocratiche, sotto forma di richieste continue ed ossessive. Una situazione che si traduce in un vissuto quotidiano delle segreterie scolastiche e dei dirigenti scolastici fatto di adempimenti ed incombenze sempre più pressanti ma che nulla o poco hanno a che vedere con i compiti di coordinamento didattico e le finalità educative delle istituzioni scolastiche di cui sono a capo. I doverosi adempimenti connessi alle funzioni amministrative si trasformano infatti, necessariamente, in molestie quando non sono rispettati i confini fra distinti ambiti di competenza e quando viene meno la funzione di supporto e raccordo con gli uffici scolastici periferici. Non più rinviabile appare quindi la costituzione a livello territoriale di nuclei di personale specializzato nei diversi settori amministrativi. Le singole unità scolastiche non sempre hanno a disposizione personale in grado di dare risposte a tutte le necessità di natura amministrativa.