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A settembre una mobilitazione straordinaria del personale della scuola

Intervistiamo Elvira Serafini dal 2017 Segretario generale dello Snals Confsal. Nell’intervista la prof.ssa Serafini conferma tutte le perplessità e le critiche formulate dal suo sindacato in occasione del varo del Decreto Legge 36 da parte del Governo, ora convertito in Legge, e che hanno portato lo Snals Confsal a proclamare lo sciopero del 30 maggio insieme a tutti gli altri sindacati rappresentativi della Scuola.

Nell’intervista si parla anche del rinnovo del Contratto 19/21 e dei numerosi problemi irrisolti legati all’apertura del prossimo anno scolastico 22/23 e il Segretario generale del maggiore sindacato autonomo della Scuola, lancia la mobilitazione della Scuola per la ripresa a settembre. La crisi di governo investe anche le questioni scolastiche. Dalla riforma del reclutamento fino al rinnovo del contratto, passando per il ritorno in classe. Lo Snals-Confsal è molto preoccupato perché i problemi della scuola rimangono sul tavolo ed esigono una risposta immediata.

Di recente il Ministro Patrizio Bianchi ha liquidato come “polemiche autoflagellanti” le critiche dei Sindacati ma anche di alcuni Partiti che hanno accompagnato l’iter di conversione in Legge del D.L.36 del 30 aprile 2022 che introduce nuove modalità di reclutamento nella scuola secondaria di primo e di secondo grado, rendendolo tanto complesso quanto oneroso, anche dal punto di vista economico, l’ingresso nella scuola dei giovani insegnanti, mentre ha individuato, entrando in una materia contrattuale, dei percorsi triennali per tutti i docenti di formazione continua ed incentivata che riguarderanno il 40% dei docenti di ruolo. Contro il DL 36 lo Snals, insieme agli altri sindacati rappresentativi, ha indetto uno sciopero lo scorso 30 maggio con un’adesione del 17, 55% e recentemente, per quanto riguarda il precariato, ha sottolineato come il DL 36 sia stato irrispettoso dell’esperienza maturata da migliaia di insegnanti che, soprattutto nel Nord del Paese, in questi anni hanno assicurato il funzionamento delle scuole.

 

Può specificare nel dettaglio la vostra posizione sulla Riforma introdotta nel PNRR senza un coinvolgimento delle parti sociali e come pensate di impostare la vostra strategia sindacale anche in previsione dei decreti attuativi previsti nel DL 36?

R.  I pochi e irrisori correttivi apportati al DL 36 non eliminano né riducono gli effetti devastanti della norma sul personale della scuola e sulla qualità del servizio scolastico. Per non parlare dei veri e propri scippi delle prerogative sindacali, attaccate e annientate dal Governo. Non si può chiedere più alla scuola, ai docenti e a tutto il personale, compreso quello dirigenziale, di lavorare esclusivamente con intenti missionari. Se si propugna la qualità bisogna riconoscerla. Altrimenti si vuole solo mistificare la realtà. E i fatti parlano chiaro: gli stipendi del personale della scuola sono “da fame” e lo Snals non si rassegnerà mai ad un destino di miseria e deriva sociale. Lo Snals Confsal nei prossimi mesi, in vista dei decreti attuativi del DL 36, promuoverà una mobilitazione straordinaria del personale della scuola, con l’astensione da qualsiasi attività aggiuntiva funzionale all’insegnamento.

 

Quali sono le prospettive per la riapertura delle scuole a settembre?

Sembra che i problemi restino sostanzialmente gli stessi e in pratica irrisolti, malgrado le dichiarazioni del Ministro Bianchi, la sicurezza nelle aule a fronte della recrudescenza della pandemia Covid Sars 2, sui sistemi di ventilazione non si è fatto nulla, sarebbe bastato impegnare l’1% del PNRR per mettere in sicurezza le scuole, restano le classi sovraffollate, soprattutto nelle scuole superiori, il Ministro nega addirittura il problema delle classi pollaio, il precariato scolastico, anche quest’anno ci saranno 200.000 contratti a tempo determinato, mentre in alcune aree del paese sarà un problema per i DS reperire i docenti per un avvio regolare dell’anno scolastico e last but not least un Contratto di lavoro scaduto ormai da 43 mesi.

R.   Purtroppo con la riapertura delle scuole si riproporranno gli stessi problemi per i quali da anni proponiamo soluzioni. L’insufficienza del trasporto pubblico locale resta uno dei fattori più importanti per garantire il rientro in sicurezza di alunni e personale. Studi recenti hanno dimostrato che l’uso delle mascherine da solo non riduce il rischio di contagio se non viene accompagnato da un moderno ed efficiente sistema di ventilazione degli spazi. Anche qui non sono previsti finanziamenti adeguati per un’importante azione di prevenzione. Il decreto interministeriale per la determinazione degli organici non ha introdotto significative modifiche per diminuire stabilmente il numero degli alunni per classe. Ci ritroveremo di nuovo con classi sovraffollate ed elevati rischi di diffusione del contagio.

 

Sul contratto 19/21, si era parlato della possibilità di chiudere almeno la parte economica in Estate, affinché gli aumenti, sia pur giudicati insufficienti, e gli arretrati non fossero falcidiati dall’ inflazione che ha superato l’8% e che a settembre, se questa tendenza sarà confermata, arriverà al 10%. Quali sono ora le prospettive, prof.ssa Serafini, per il rinnovo del Contratto? Pensa che in autunno, quando a ottobre il Governo scriverà la nuova legge di Bilancio 2023, si possano prevedere ulteriori risorse per il contratto? Ma in tal caso, il CCNL 19/21 si potrà chiudere solo nel gennaio/febbraio 2023, considerando che la legge di Bilancio viene approvata entro il 31 dicembre.

R.  Il nostro obiettivo strategico è l’allineamento degli stupendi di tutti i lavoratori della scuola alla media di quelli europei, avviando fin dal prossimo contratto collettivo nazionale la riduzione dei vistosi divari retributivi attualmente esistenti. Tra l’altro gli stipendi del personale della scuola sono notevolmente inferiori alla media di quelli erogati per i restanti dipendenti del pubblico impiego. Lo Snals non firmerà mai un contratto che non avvii una reale valorizzazione di tutto il personale. Il PNRR dispone di enormi risorse che non possono essere destinate esclusivamente al miglioramento delle infrastrutture. Nuove strutture senza adeguati servizi e senza il riconoscimento del lavoro sono destinate a restare vuoti contenitori e non potranno mai incidere sulla qualità del servizio.

 

La scuola, malgrado l’emergenza Covid degli ultimi tre anni e le risorse del PNRR è ancora vista come una spesa da tagliare e non un investimento per il futuro del Paese in controtendenza rispetto agli altri Paesi. Il suo sindacato insieme agli altri ha denunciato il taglio dello 0,5% delle spese nei prossimi tre anni che riguardano l’istruzione che fanno ritornare il nostro Paese indietro di 10 anni, un taglio che non può essere giustificato con la denatalità come fa il Ministro. Del resto in quest’ottica il recente DL 36 ha tagliato 9600 posti a partire dal 26/27 per finanziare la formazione incentivata. Lo Snals cosa pensa di fare, ovviamente unitariamente con le altre OO.SS., per portare all’attenzione del Parlamento e del Paese “L’ emergenza scuola”, coinvolgendo il personale Docente e ATA che purtroppo in questi anni sembra poco propenso alla mobilitazione, allo sciopero e a manifestare in piazza, preferendo rifugiarsi nel virtuale, nella passività e nell’indifferenza, tranne poi accusare sui social i sindacati di inerzia e acquiescenza?

R.   Mentre il PNRR definisce prioritario il contrasto alla povertà educativa, il Governo propone, smentendo sé stesso, un reclutamento che azzera l’esperienza di coloro che da anni, da precari, garantiscono il funzionamento delle scuole. Tra l’altro i percorsi abilitanti, previsti dal decreto-legge, sono a carico dei corsisti e le spese per la formazione saranno finanziate con nuovi tagli agli organici. Lo sciopero del 30 maggio, nonostante ricadesse nel periodo conclusivo dell’anno scolastico, ha dimostrato invece che, nel momento in cui sono messi in discussione conquiste importanti dei lavoratori, la scuola scende in campo e ritrova nella collaborazione dei suoi attori la forza necessaria per difendere la sua autonomia. Lo Snals, come dicevo, dedicherà ogni energia per una grande mobilitazione del personale della scuola a partire da settembre. Ci saranno nuove forme di protesta che faranno comprendere al Paese ma soprattutto al Governo che, senza l’impegno dei docenti e di tutto il personale, non c’è qualità del servizio, non c’è crescita per il Paese.

 

Scadenze di: ottobre 2024