1) Parere sullo Schema di decreto del Ministro dell’istruzione recante “Adozione delle «Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei»di cui all’articolo 10, comma 4, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65”, approvato nella seduta plenaria n. 64 del 13/10/2021
Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione ha apprezzato l’elevato spessore culturale delle “Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei”, che delineano la cornice in cui il sistema si colloca: l’insistenza sulla “continuità educativa”, la proposta di costituzione dei Poli per l’infanzia e di forme di coordinamento pedagogico, l’accento sull’importanza della formazione in servizio rappresentano strumenti indispensabili per la costruzione di un sistema capace di sviluppare tutte le potenzialità presenti sul territorio, di crescere in modo unitario, di diffondersi in modo equilibrato e di procedere ad una continua qualificazione dei servizi educativi e della scuola dell’infanzia.
Il CSPI ha rilevato positivamente quanto previsto nella premessa secondo cui “questo testo non sostituisce gli attuali documenti programmatici vigenti per la scuola dell'infanzia, le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione del 2012, aggiornate con i Nuovi scenari del 2018, né anticipa i contenuti degli Orientamenti nazionali per i servizi educativi per l'infanzia". Sono, infatti, affermazioni rispettose dell'attuale quadro ordinamentale.
Il Consiglio ha apprezzato pertanto la volontà dell’Amministrazione di integrare i due segmenti con il rispetto del profilo specifico di entrambi e ha evidenziato positivamente la definizione chiara dell’importanza della fascia scolastica pre-obbligatoria da sempre, a torto, considerata ancillare rispetto alla scuola dell’obbligo.
Il CSPI ha rilevato, altresì, che l’implementazione di quanto previsto dalle Linee pedagogiche possa avvenire solo a seguito dell’attivazione del servizio educativo 0-3 anni e della scuola dell’infanzia in tutto il territorio nazionale: sono sempre più urgenti, oltre ad un ampliamento omogeneo in tutto il Paese, un rafforzamento e un’integrazione della copertura dell’offerta educativa e scolastica per i bambini tra 0 e 6 anni e degli interventi a sostegno della genitorialità, cui dedicare una quota significativa dei fondi del PNRR.
Gli investimenti nei servizi educativi per la prima infanzia, nelle scuole dell’infanzia (statali e paritarie) e nel sostegno alle competenze dei genitori vanno considerati a pieno titolo come investimenti nell’istruzione, e sono inoltre investimenti strategici dal punto di vista sia sociale sia economico, in quanto contrastano le disuguaglianze e le povertà educative presenti nella situazione italiana e promuovono altresì le pari opportunità. Le forti disomogeneità territoriali e diseguaglianze legate al reddito e all’istruzione dei genitori, vanno sanate con urgenza con gli investimenti ordinari dello Stato oltre che con quelli straordinari del PNRR.
Pertanto, a parere del CSPI, sarebbe opportuno attivare presso il Ministero dell’Istruzione un tavolo di confronto e di monitoraggio circa lo stato di avanzamento dell’attuazione delle presenti Linee pedagogiche anche in relazione alle azioni collegate alla Missione 4 del PNRR, destinate al sistema 0-6 anni.
Il CSPI ha auspicato che, al fine di dare sostanza a questo processo, oltre che all’importante impianto educativo-didattico proposto dalle Linee pedagogiche, vi sia un impegno coordinato a tutti i diversi livelli istituzionali, che definisca le priorità di intervento e gli obiettivi da raggiungere a partire dai contesti più svantaggiati.
In attesa della definizione dei “Livelli essenziali delle prestazioni", risulta di grande importanza secondo il Consiglio l’azione di coordinamento che svolgerà l’amministrazione pubblica centrale in una logica di sussidiarietà. Sul piano pedagogico e psicologico le Linee pedagogiche costituiscono la cornice di riferimento integrata con gli orientamenti educativi 0-3 anni, una volta definiti. Rimangono ancora da sciogliere alcuni nodi che attengono ad aspetti sociali, culturali, economici, giuridici e istituzionali non di poco conto e non risolti dal D. Lgs. 65/2017. Uno di questi è rappresentato dalla governance plurilivello prevista dalla legge.
Le Linee Pedagogiche rappresentano il primo tassello per dare attuazione ad un progetto educativo unitario tra i due segmenti del percorso educativo da 0 a 6 anni, pertanto diventano dirimenti i seguenti elementi:
a) attribuire con più chiarezza competenze e responsabilità allo Stato, alle Regioni, alle Città Metropolitane, alle Province, alle Province Autonome e ai Comuni;
b) modificare l’espressione “coordinatore pedagogico” con “responsabile pedagogico”, poiché la formulazione linguistica proposta nel decreto potrebbe produrre l’equivoco di una sovrapposizione di funzioni di profili professionali distinti. A tal proposito il CSPI ha ritenuto opportuno, che ci sia una successiva norma che renda coerenti le funzioni esplicitate e i titoli posseduti in funzione del raggiungimento della formazione adeguata ai compiti e ruoli assegnati, così come previsto dall’articolo 1, comma 595, della legge n.205 del 27 dicembre 2017;
c) prevedere che il personale educativo sia in possesso di adeguati titoli di studio previsti dalla norma e competenze professionali;
d) rafforzare la formazione in ingresso e continua di tutto il personale (educatori, insegnanti, personale amministrativo, tecnico e ausiliario, dirigenti e personale direttivo);
e) prevedere l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni relativi ai nidi d’infanzia con il conseguente obbligo per lo Stato di garantire le condizioni per una loro attuazione generalizzata;
f) aumentare il numero delle sezioni primavera;
g) ampliare l’orario dei nidi d’infanzia e delle scuole dell’infanzia garantendo un’offerta di “tempo scuola” uguale in tutto il Paese e aumentare i punti di erogazione, con il conseguente rafforzamento delle dotazioni organiche delle scuole dell’infanzia statali pesantemente ridimensionate negli ultimi anni;
h) mantenere la scuola dell’infanzia pienamente integrata nel primo ciclo di istruzione nel rispetto degli attuali ordinamenti;
i) considerare prioritario l’investimento nei nidi di infanzia a gestione diretta degli Enti locali;
l) considerare inderogabile l’applicazione dei contratti nazionali di settore al fine di definire i profili professionali, il salario corrispondente, l’orario di lavoro.
Secondo il CSPI la contemporanea presenza nella gestione di più soggetti pubblici e privati abbisogna di regole più cogenti che definiscano con chiarezza l’orizzonte dei diritti e dei doveri dei soggetti, in maniera tale da rendere esigibili e omogenei su tutto il territorio nazionale i diritti all’istruzione/educazione, sociali e civili dei minori:
- sarebbe opportuno definire una norma-quadro nazionale condivisa dalle Regioni e dagli EE.LL. che governi il segmento zero/tre e più in generale tutto lo zero/sei sulla base di norme uniformi su tutto il territorio nazionale, in analogia a quanto già avviene per la scuola dell’infanzia non statale con la legge 62/2000.
- il richiamo al rispetto dei CCNL di settore (istruzione e educazione) rappresenta, tra gli altri, uno degli indicatori di garanzia dei diritti uguali per tutti. La loro esigibilità è da considerare come un LEP che, assicurando uguale trattamento economico e giuridico al personale, diventa strumento di funzionalità per l’intero sistema e consolida la coesione sociale.
Il CSPI esprime parere positivo con l’auspicio che vengano accolte le osservazioni e le richieste di modifica proposte a cui si rimanda nella lettura del testo.
2) Bozza di parere sullo Schema di decreto del Ministro dell’istruzione recante “Attività formative, procedure, criteri di verifica degli standard professionali, modalità di verifica in itinere e finale incluse l'osservazione sul campo, struttura del bilancio delle competenze e del portfolio professionale, nell'ambito del periodo di formazione e di prova, ai sensi dell’articolo 59, comma 12 del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73 convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106”, approvato nella seduta plenaria n. 64 del 13/10/2021.
Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, richiamando quanto già espresso in precedenti pareri, ha ribadito, ai fini di un autentico esercizio del diritto di istruzione nel sistema scolastico pubblico, la centralità e l’importanza del reclutamento e della formazione iniziale del personale mediante la valorizzazione delle capacità e delle potenzialità professionali degli aspiranti.
In quest’ottica, il CSPI aveva sollecitato il Ministero dell’Istruzione ad individuare un percorso di reclutamento omogeneo e univoco e a definire, quindi, in tempi brevi, un sistema ordinario che desse ai candidati certezze di programmazione per la preparazione, anche al fine di approdare a una riforma del reclutamento che metta al centro la formazione con percorsi abilitanti strutturati e stabili.
Lo Schema di decreto in esame, previsto dall’articolo 59, comma 12 del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73 convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, appare a parere del CSPI, invece, come un adempimento formale richiesto dalla normativa in coerenza con il PNRR.
A fronte della necessità già rilevata di una riforma qualificata e urgente del sistema di reclutamento e formazione nella scuola, il decreto si applica esclusivamente al personale assunto in esito alle procedure di cui all’articolo 59, comma 10 del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73 convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106.
Il D.M. n. 850/2015, esplicitamente richiamato dall’articolato, si prefiggeva di disciplinare il periodo di formazione dei docenti neo-assunti in un contesto totalmente differente da quello attuale; pertanto, appare poco funzionale la riproposizione di quell’impianto a fronte di mutate condizioni e prima che siano declinate le linee della nuova riforma del reclutamento.
Pertanto, il CSPI ha invitato quindi il Ministero dell’Istruzione - anche attraverso il confronto al "Tavolo per il Reclutamento" istituito con il "Patto per la Scuola" - ad avviare, come previsto nel PNRR, le riforme relative al miglioramento dei processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti, individuando modalità che siano omogenee, univoche ed orientate alla valorizzazione di competenze e professionalità.
Più nel dettaglio, il CSPI ha osservato, anche dal punto di vista della stesura formale, che le note annuali, successive all’emanazione del D.M. n. 850/2015, hanno spesso introdotto significativi suggerimenti e proposte, frutto delle esperienze effettuate dalle scuole (es. visiting…); tali innovazioni secondo il CSPI non sono state riprese dal provvedimento in esame, così come non è stato utilizzato il linguaggio via via aggiornato (es. dossier al posto di portfolio).
Il CSPI ha espresso parere positivo con l’auspicio che vengano accolte le osservazioni e le richieste di modifica proposte a cui si rimanda nella lettura del parere.