Il 20 settembre si è riunito, in videoconferenza, il Tavolo tecnico Amministrazione - OO.SS. rappresentative per affrontare numerose questioni relative al mondo degli enti pubblici di ricerca. Il Ministero è stato rappresentato dal dott. Francesco Ciardiello e dalle dott.sse Melissa Valentino e Gabriella Sorace.
Il dott. Ciardiello ha aggiornato i sindacati sull’invio al Mef e alla Funzione pubblica della sezione dell’Atto d’indirizzo per il rinnovo contrattuale relativa agli enti pubblici di ricerca, all’università e all’Afam, in attesa che proceda il confronto al Ministero dell’Istruzione per la definizione della sezione dell’Atto relativa alla Scuola. Ricordiamo che, pur essendo due i ministeri a cui afferisce il Comparto Istruzione e Ricerca, l’Atto d’indirizzo sarà unico.
Il rappresentante del MUR ha informato, inoltre, che il Ministero si sta adoperando per l’assegnazione di ulteriori risorse per il rinnovo contrattuale e ha invitato a un approfondimento sull’Atto d’indirizzo e alla discussione sul disegno di legge n. 2285 su reclutamento e preruolo nelle università e negli enti di ricerca, in discussione in VII Commissione del Senato.
Durante l’incontro la delegazione Snals-Confsal ha insistito per ricevere risposte sulle numerose questioni poste durante il precedente incontro del Tavolo tecnico (20 maggio 2021). In particolare, è stato chiesto di informare sullo stato di avanzamento dell’interlocuzione tra MUR e Ministro della Pubblica Amministrazione sul problema del superamento dei limiti posti dall’art. 23 co.2 del D.Lgs. 75/2017, e cioè sulla questione del tetto sulla costituzione del fondo per il salario accessorio.
A proposito del rinnovo contrattuale è stato chiesto di precisare se il reperimento di risorse aggiuntive ad esso destinate riguardi anche quelle necessarie a riformare l’ordinamento professionale, secondo le ipotesi articolate dalla Commissione paritetica istituita allo scopo presso l’Aran.
Sul tema del già citato disegno di legge n.2285 il nostro sindacato ha evidenziato come le due principali novità introdotte per gli EPR, cioè il percorso di tenure track per i ricercatori e i tecnologi (con prospettiva di inserimento in ruolo a tempo indeterminato a conclusione del percorso) e la mobilità di tale personale tra atenei ed EPR, pur cercando di rimediare alla piaga del precariato e di favorire la mobilità tra i vari ambiti del mondo della ricerca, presentano drammatiche criticità per gli enti. Tra gli aspetti insoddisfacenti, lo Snals-Confsal ha segnalato la richiesta del dottorato di ricerca come titolo di accesso al percorso di tenure track negli enti, e la richiesta del possesso dell’abilitazione scientifica nazionale per attivare la mobilità da ente ad ateneo. In entrambi i casi, si tratta di richieste sbilanciate sulle peculiarità del mondo universitario.
L’aspetto più problematico del DdL n.2285, tuttavia, riguarda la previsione di inserire il ricercatore al termine del percorso in tenure track direttamente al II livello della carriera di ricercatore/tecnologo. Se questa scelta trova l’accordo dello Snals Confsal in quanto apre a una carriera articolata su due livelli, più in linea con le carriere europee, d’altro canto esige che si realizzi la riforma dell’ordinamento (con risorse finanziarie aggiuntive) e che si risolva la questione delle “anomale permanenze”. E’ impensabile che il 70% dei ricercatori e tecnologi che sono ancora nel III livello per blocchi del turn over e tagli di finanziamenti perpetratisi negli anni siano superati da giovani colleghi in tenure track. Analogamente è necessario assicurare opportunità di carriera al personale collocato attualmente al II livello.
Lo Snals-Confsal ha pertanto sostenuto che la riforma del reclutamento e del preruolo debba procedere di pari passo con quella degli ordinamenti professionali.
Sul fronte dell’Atto d’indirizzo, il nostro sindacato ha ricordato che nella bozza presentata dalla Ministra Messa uno spazio significativo era destinato al capitolo del Lavoro agile. Alla luce degli attacchi del Ministro Brunetta a tale modalità lavorativa e considerando le intenzioni di sostanziale riduzione del suo utilizzo nella PA, lo Snals-Confsal ha chiesto il sostegno del MUR a riconoscere e a sostenere l’utilità e l’efficacia del Lavoro agile svolto negli EPR, come documentato dalla stessa Funzione pubblica nel caso dell’Istat, e a difendere anche su questo aspetto la specificità degli enti.
Per concludere, il sindacato ha espresso la propria forte delusione per la vicenda del Decreto di ripartizione del fondo di 25 milioni stanziato in legge di bilancio per le stabilizzazioni dei ricercatori degli enti vigilati dal MUR. Il decreto ha destinato solo la metà della cifra a vere e proprie stabilizzazioni, mentre l’altra metà è stata assegnata agli enti per assunzioni di giovani ricercatori e tecnologi.
Pur comprendendo la necessità e l’urgenza di restituire competitività al sistema anche attraverso processi assunzionali selettivi, si sono stravolte le intenzioni del Parlamento che aveva stanziato quei fondi proprio per completare le stabilizzazioni previste dal decreto Madia, in scadenza peraltro il prossimo 31 dicembre. Questo sta creando grandi problemi anche nell’ente di ricerca più grande del Paese, il CNR, dove si rischia di lasciare a casa molti precari.
Pertanto, il nostro sindacato ha chiesto l’intervento del MUR, per salvaguardare i contratti in scadenza e per ridiscutere l’eventuale proroga dei termini di scadenza del decreto Madia.
Il Tavolo si riunirà nuovamente il prossimo 14 ottobre con l’impegno preciso del MUR a rispondere sui tanti temi sottoposti all’attenzione del Ministero.