La sintesi dei pareri del CSPI approvati nell’Adunanza del 29 luglio 2021
1) Parere sullo schema di decreto concernente la "Procedura assunzionale dei Direttori dei servizi generali e amministrativi per chiamata di cui all’articolo 32-ter, commi 2, 3 e 4 del decreto-legge 14 agosto 2020 n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126”
Il CSPI ha sottolineato che il decreto ministeriale, oggetto del parere espresso con carattere di urgenza, sarà operativo, a norma di legge, dal 1° settembre 2022.
A parere del CSPI la misura cosiddetta di "chiamata veloce" ha dimostrato già in precedenti applicazioni riservate ai docenti la sua inefficacia, destinata pertanto, con molta probabilità, a replicarsi anche nel settore dei DSGA considerato che i presupposti e le ragioni della sua messa in opera sono in larga parte inesistenti (graduatorie vuote nella grande maggioranza delle graduatorie regionali).
Il lasso di tempo di più di un anno fino all’entrata in vigore del decreto in esame, comporterà ancora una volta un massiccio ricorso agli incarichi di "facente funzioni" di DSGA, a fronte di circa 2.000 sedi scolastiche prive di titolari.
Il CSPI, pertanto, a fronte di tale situazione ha segnalato l'opportunità dell'emanazione di più urgenti misure relative:
a) alla procedura concorsuale riservata finalizzata alle immissioni in ruolo degli assistenti amministrativi "facenti funzione" di DSGA con tre anni di attività nel ruolo;
b) alla revisione delle procedure concorsuali che evitino il fallimento già registrato in molte situazioni regionali (posti rimasti vacanti a conclusione dei percorsi selettivi) e valorizzino l'esperienza e la professionalità di chi già ricopre il profilo di assistente amministrativo;
Infine il CSPI ha auspicato che, superata la situazione attuale, si torni alla regolare indizione dei concorsi ordinari la cui mancanza ventennale ha comportato, sui posti di DSGA, la reiterazione degli incarichi a tempo determinato agli assistenti amministrativi.
In relazione al testo del decreto, il CSPI non ha avanzato alcuna osservazione o richiesta di modifica.
2) Parere sullo schema di decreto del Ministro dell’istruzione recante “Procedura straordinaria in attuazione dell’articolo 59, commi da 4 a 9, del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73"
Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, in premessa, ha evidenziato che il reclutamento del personale richiede una pianificazione organizzata e calendarizzata, nonché una modalità di svolgimento finalizzata alla valorizzazione delle capacità e delle potenzialità professionali degli aspiranti, essenziali ai fini di un autentico esercizio del diritto di istruzione nel sistema scolastico pubblico.
Pertanto ha ritenuto che sia necessario - anche attraverso il confronto al "Tavolo per il Reclutamento" istituito con il "Patto per la Scuola" - individuare per il futuro modalità di reclutamento omogenee ed univoche del personale docente.
Negli ultimi mesi, infatti, si sono susseguiti bandi che prevedevano modalità differenti e contrapposte fra di loro (DD 510/2020 prevedeva sei quesiti a risposta aperta; il concorso STEM una prova scritta a risposta multipla e una prova orale/pratica; il presente decreto prevede un inserimento immediato da GPS con una prova disciplinare finale; lo stesso decreto-legge 73/2021, al comma 9-bis dell’art. 59, prevede un ulteriore concorso straordinario con inserimento in un percorso abilitante, …). Per tali motivi, per tutto il personale scolastico (dirigente, docente, educativo ed ATA) è opportuno ripensare la costruzione e la modalità delle prove, viste le esperienze del concorso per DSGA e del concorso STEM, per lo più incentrati sulla verifica di nozioni generiche e astratte rispetto alla professionalità che gli aspiranti sarebbero stati chiamati a ricoprire nella quotidianità scolastica.
Il CSPI ha invitato il Ministero dell’Istruzione ad avviare una riflessione sulla necessità di individuare un percorso di reclutamento omogeneo, univoco, che non sia basato sulle nozioni o su test e definire, quindi, in tempi brevi, un sistema ordinario che dia certezze di programmazione per la preparazione ai candidati, anche al fine di approdare a una riforma del reclutamento che metta al centro la formazione con percorsi strutturati abilitanti.
Nel dettaglio il CSPI ha osservato che:
- il meccanismo delle due fasi di valutazione, quella del Comitato di Valutazione della scuola e quella della Commissione esterna, può assumere profili problematici. In considerazione del fatto che DS e tutor hanno elementi concreti relativi al lavoro svolto sul campo, occorrerebbe valorizzare il ruolo del Comitato di Valutazione della scuola, almeno attribuendo al giudizio espresso dal Comitato stesso un peso significativo che sia il punto di partenza della valutazione di competenza della Commissione.
- L'urgenza di avviare l'anno scolastico con tutti i docenti in cattedra, per consentire un inizio il più possibile ordinato della scuola in presenza nel permanere dell'emergenza da pandemia Covid-19, richieda di adottare misure straordinarie che siano rapide e semplificate. A tale proposito, a fronte di una procedura piuttosto gravosa, sarebbe stato opportuno individuare una forma alternativa alla doppia valutazione con procedure distinte e realizzare la conferma in ruolo da parte del dirigente scolastico, tenuto conto del parere del Comitato di Valutazione.
- Sarebbe opportuno all'art. 8 togliere i riferimenti ai programmi dei concorsi ordinari e inserire solo quelli relativi alle Indicazioni Nazionali con l'obiettivo di uniformare la prova che si sostiene dinanzi al Comitato di Valutazione con quella che si sostiene dinanzi alla Commissione esterna.
- Le procedure per la costituzione delle commissioni d’esame esterne, costituite da personale non retribuito, sono eccessivamente gravose.
Il CSPI, infine, nel rilevare i persistenti oggettivi impedimenti al regolare svolgimento dei concorsi straordinari e ordinari per le scuole con lingua d'insegnamento slovena e bilingue sloveno-italiana nel Friuli Venezia Giulia (FVG), dovuti all'impossibilità di costituire le singole commissioni di concorso, ha suggerito che le procedure previste all’art. 2 e all’art. 3 del decreto in esame siano opportunamente adattate in occasione dell'emanazione delle consuete note operative per le immissioni in ruolo, previo accordo con l’USR FVG, al fine di garantire lo sblocco delle procedure di reclutamento per le scuole di cui sopra.
Si rimanda al testo del decreto in esame, per le osservazioni e le richieste avanzate dal CSPI.
3) Parere sullo schema di decreto del Ministro dell’istruzione concernente le "Modalità di attuazione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni per i servizi educativi e le scuole dell'infanzia con lingua di insegnamento slovena e bilingue sloveno-italiano del Friuli Venezia Giulia ai sensi dell’articolo 14, comma 7, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65"
Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione ha esaminato lo schema del decreto del Ministro dell’istruzione concernente le modalità di attuazione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni per i servizi educativi e le scuole dell'infanzia con lingua di insegnamento slovena e bilingue sloveno-italiano del Friuli Venezia Giulia verificandone la conformità alle norme in materia di tutela della minoranza slovena in Friuli Venezia Giulia.
Secondo il CSPI, il decreto tratta una questione fondamentale per la tutela dei diritti dei cittadini italiani appartenenti alla minoranza linguistica slovena ossia il diritto all’istruzione in lingua slovena a partire della prima infanzia. Il testo, al contempo, promuove anche lo sviluppo di un modello educativo bilingue rivolto alla prima età evolutiva, che ad avviso della letteratura scientifica è il periodo migliore per realizzare un’educazione plurilingue.
Ai fini dell’attuazione del decreto il CSPI ha ritenuto utile l’attivo coinvolgimento dell’Ufficio speciale per la trattazione degli affari riguardanti l'istruzione in lingua slovena e della Commissione scolastica regionale per l’istruzione in lingua slovena.
Il CSPI ha auspicato il superamento in tempi brevi delle norme transitorie di cui al comma 1 dell’art. 5 del decreto in esame in quanto le conseguenze della mancata definizione dei percorsi di qualificazione universitaria con curvatura in lingua slovena (L19) non permettono un reclutamento del personale idoneo a svolgere quell’importante azione educativa sottolineata al secondo capoverso del presente parere.
Infatti, la disciplina transitoria indicata dall’art. 14 del Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 65 ha creato un “vuoto temporale” riguardante i titoli d’accesso, il che potrebbe compromettere l’effettività dei servizi in lingua d’insegnamento slovena per mancanza di personale qualificato in quanto il titolo qualificante per l’insegnamento non è stato ancora "normato".
Nelle more dell’attivazione dei suddetti percorsi universitari, il CSPI ha suggerito, pertanto, che si possano regolare in via transitoria, in armonia con quanto esposto dalla nota prot. n. 14176 dell’8 agosto 2018, i titoli di accesso alla professione di educatore per i servizi educativi in questione.
Nell’ottica dell’istituzione di un sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino ai sei anni per i servizi educativi e le scuole dell'infanzia con lingua di insegnamento slovena e bilingue sloveno-italiano del Friuli Venezia Giulia, il CSPI ha suggerito quindi che dovrà essere promossa quanto prima l’attivazione di percorsi universitari qualificanti in Scienze della Formazione primaria e in Scienze dell’educazione della Formazione presso le Università del Friuli Venezia Giulia, che garantiscano i tirocini obbligatori ed il supporto di tutor qualificati, con conoscenza della lingua slovena.
Si rimanda al testo del decreto, per le osservazioni e richieste avanzate dal CSPI.