EMERGENZA SANITARIA, COMUNITA' EDUCANTE E RUOLO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI
La scuola è ormai consapevole della gravità della situazione che investe il nostro paese a causa dell’epidemia da Covid 19. La sospensione delle attività didattiche elimina la principale fonte di probabile contagio preservando innanzitutto gli alunni e conseguentemente i docenti.
Ma la scuola, al pari di altre amministrazioni, è tenuta anche all’erogazione di servizi pubblici essenziali sia pure con modalità e tempi ridimensionati. Le note ministeriali hanno tra l’altro consentito attraverso opportune indicazioni di usare strumenti e norme, quali il lavoro agile e i contingenti, che hanno permesso di ridurre al minimo la presenza di personale all’interno delle scuole.
Eventuali decisioni di chiusura delle scuole e degli edifici scolastici potranno essere adottate in ragione di un’ulteriore evoluzione negativa del rischio di contagio. Lo Snals, in ragione di un prevedibile aumento del picco di contagio e al fine di ridurre i rischi per il personale e le loro famiglie, ha sollecitato il Ministero a considerare attentamente la possibilità di fornire ulteriori indicazioni per ridurre la presenza a scuola del personale. Ovviamente tale richiesta è correlata alla possibilità di assicurare i servizi essenziali con modalità a distanza e per un tempo limitato. In tal senso gli USR dovrebbero ricevere indicazioni per estendere, in via straordinaria, anche se in forma mista con la presenza fisica, il lavoro agile agli stessi dirigenti scolastici.
In tale contesto i dirigenti scolastici avvertono sicuramente il dovere di farsi garanti del servizio pubblico erogato dalle scuole e della sua continuità. I nostri dirigenti scolastici non hanno mai fatto venir meno la loro opera, lavorando quotidianamente in condizioni di incertezza operativa ed in ambienti quasi mai rispondenti alle più elementari norme di sicurezza e privi di certificati di agibilità. Nonostante ciò non hanno mai adottato provvedimenti di urgenza che mettessero in discussione il diritto allo studio. Da questo punto di vista crediamo che i dirigenti scolastici italiani non abbiano niente da imparare da altri e non hanno bisogno di dimostrare di essere fedeli e leali servitori dello Stato.
La nostra richiesta di ridurre ulteriormente la presenza del personale negli edifici scolastici è motivata esclusivamente dal dovere civile di segnalare che il servizio scolastico, in condizioni di rischio elevato e globale come quello attuale, può essere reso anche con modalità telematiche a distanza, che riducendo ulteriormente i livelli degli spostamenti possono contenere l’incremento del rischio e dei contagi a danno di tutta la popolazione. Tra l’altro gli stessi servizi educativi e le attività didattiche sono attualmente erogate a distanza dai docenti ai propri alunni, con l’impulso e le capacità organizzative dei dirigenti scolastici, il più delle volte senza risorse e strumenti idonei e fidando solo nella buona volontà dei docenti e sul loro spirito di sacrificio.
Lo Snals ritiene che la scuola possa far fronte all’attuale emergenza solo ponendo la comunità educante nella sua totalità al centro di ogni azione degli organi centrali e periferici dello Stato. Le finalità educative della comunità scolastica devono tenerne unite tutte le componenti, che stanno dimostrando da tempo di poter agire sempre e dovunque con la consapevolezza della grande missione che la Costituzione gli assegna, l’educazione dei nostri alunni.