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2020: molte sfide per il sindacato

Argomenti trattati: Editoriale, rinnovo contratto, intesa, Governo,
Vogliamo che si apra una stagione di negoziato su basi certe, per proseguire il percorso di valorizzazione del lavoro nell’Istruzione.

Il 2019 è stato un anno particolarmente difficile e denso di eventi per il Comparto Istruzione e Ricerca che ha visto: un cambio di governo, un nuovo ministro dell’Istruzione, a seguito delle dimissioni del ministro Fioramonti dopo pochi mesi dall’inizio del suo mandato, la separazione dei settori dell’Università e della  Ricerca dall’Istruzione con le conseguenti nomine di Lucia Azzolina, già sottosegretaria al Miur, a nuovo ministro dell’Istruzione, e di Gaetano Manfredi, rettore Università Federico II a Napoli e presidente della CRUI, a ministro dell’Università e della Ricerca, ai quali rivolgo, a nome dello Snals-Confsal, i migliori auguri di buon lavoro.

Questo tsunami ha investito il nostro Comparto in un momento delicato in cui era stata da poco decisa la sospensione dello stato di agitazione, proclamato in tutti i settori da parte di Snals-Confsal e degli altri sindacati rappresentativi, per sollecitare il governo a trovare soluzioni alle questioni prioritarie per le quali ci stiamo battendo: rinnovo del CCNL, lotta al precariato, nuovo sistema per le abilitazioni, passaggio degli amministrativi facenti funzioni nel ruolo dei DSGA, stabilizzazione dei precari negli Enti di Ricerca, nell’Università e nell’ AFAM, problemi insegnanti di religione, mobilità (vincolo permanenza quinquennale nella sede di prima assegnazione docenti neo immessi in ruolo). Il ritardo con cui si è proceduto all’insediamento dei nuovi ministri e alla conseguente riorganizzazione amministrativa dei due dicasteri ha di fatto rallentato soprattutto l’iter di emanazione dei bandi del concorso ordinario e di quello straordinario, nonché l’apertura dei tavoli di confronto. Per queste ragioni siamo intervenuti anche presso il premier Conte per sbloccare la situazione.

L’attuale scenario ci induce, quindi, a fare alcune considerazioni. La prima. Per quanto riguarda la separazione dei settori dell’Università e della Ricerca dall’Istruzione, non vorremmo che essa rappresenti un’operazione di ingegneria politica, piuttosto che una risposta alle esigenze di tutti i settori del Comparto e alla necessità di attuare un progetto di reale valorizzazione del personale. Ben venga invece tale separazione se finalizzata a reperire con maggiore oculatezza risorse utili a realizzare la tanto auspicata inversione di rotta nelle politiche educative che, con una strategica distinzione politica e amministrativa, potrebbe portare ad una più funzionale distribuzione delle risorse e una maggiore capacità e celerità nell’individuare misure adeguate e specifiche. Sarebbe, infatti, ingiustificabile che negli assetti della contrattazione del pubblico impiego, fondati sull’accorpamento dei comparti, proprio in quello dell’Istruzione e della Ricerca si proceda ad una distinzione in due ministeri, peraltro già esistente anni addietro e poi archiviata, considerati anche i costi connessi alla scissione.

Altra considerazione. L’avvicendamento a Viale Trastevere non deve pregiudicare l’attuazione del decreto scuola ormai convertito nella legge 159. Lo Snals-Confsal vigilerà affinché siano rispettati i tempi di avvio dei tavoli di confronto previsti dagli accordi Miur/sindacati e quelli delle procedure concorsuali. Così come continuerà a sollecitare un intervento sui percorsi di abilitazione per i docenti precari e sulle modalità di valorizzazione del personale ATA, in particolare degli assistenti amministrativi facenti funzioni di DSGA.
Da ultimo, ma non certo per importanza, il Governo dovrà farsi carico del rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Il nodo è sempre quello del reperimento di risorse aggiuntive. Gli aumenti medi al termine del triennio 2019/2021 di 80 euro lordi, previsti nella legge di bilancio per il 2020, non consentiranno certamente di allineare gli stipendi del personale di tutte le nostre Istituzioni, alla media delle retribuzioni in Europa.

È questo, invece, il nostro obiettivo strategico dal quale non intendiamo derogare. Vogliamo che si apra una stagione di negoziato su basi certe, per proseguire il percorso di valorizzazione del lavoro nell’Istruzione.
Lo abbiamo detto con chiarezza alla neo Ministra Azzolina nel recente primo incontro al Miur con i sindacati. Senza risorse adeguate – e il prossimo DEF sarà il banco di prova - e senza un impegno politico ad investire sulla scuola, non saremo disponibili ad avviare le trattative. Ma saremo pronti, invece, a riprendere le iniziative di mobilitazione di tutto il personale in mancanza di risposte serie e concrete da parte dell’Esecutivo.

Elvira Serafini
Segretario generale Snals-Confsal

 

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