Inserisci parola chiave:                      Ricerca Avanzata

  • Home > Serafini: decreto scuola insoddisfacente. Aumento stipendi? Per 70 euro non avvieremo neppure le trattative. Intervista

Serafini: decreto scuola insoddisfacente. Aumento stipendi? Per 70 euro non avvieremo neppure le trattative. Intervista

Decreto scuola, Legge di bilancio, aumento stipendi: intervista a Elvira Serafini, Segretario Generale dello Snals, su Orizzonte Scuola

 


  intervista su orizzontescuola.it di Ilenia Culurgioni

 

 

SERAFINI (SNALS): DECRETO SCUOLA INSODDISFACENTE. AUMENTO STIPENDI? PER 70 EURO NON AVVIEREMO NEPPURE LE TRATTATIVE

 

Il decreto scuola è stato approvato il 3 dicembre alla Camera, siete soddisfatti?

Niente affatto. Lo Snals ritiene che il Governo sia venuto meno agli impegni assunti con i sindacati rispetto ai quali chiediamo più coerenza e determinazione. Il testo licenziato dalla Camera dà parzialmente seguito, con alcune sue disposizioni, all’Intesa del 1° ottobre, ma purtroppo modifica unilateralmente altri punti e altri ancora li “dimentica”. Per di più, il decreto ha introdotto norme che, bloccando la mobilità dei futuri docenti di ruolo, hanno di fatto operato un’invasione in ambiti negoziali e violato importanti prerogative sindacali.

Cosa manca in questo decreto?

Mancano molte misure previste dalle intese. Si impedisce al personale assistente amministrativo di ruolo facente funzioni di DSGA di soddisfare la legittima aspettativa di partecipare ad un concorso riservato. La deroga al possesso dei titoli di studio richiesti per l’accesso un giorno è approvata, poi è respinta. Fino a quando? Inoltre, il decreto presenta numerose altre criticità, difficilmente sintetizzabili in poche parole. Ad esempio, non consente ai docenti precari con tre anni di servizio di partecipare al concorso ordinario senza i 24 CFU. In generale, emerge una mancanza di valorizzazione del personale docente, come nel caso della previsione di utilizzare gli educatori delle graduatorie comunali per garantire il “regolare svolgimento delle attività” nelle scuole dell’infanzia paritarie comunali, come se il ruolo dei docenti e il ruolo degli educatori fossero sovrapponibili, come se “il supporto educativo temporaneo” offerto dagli educatori potesse surrogare l’attività di insegnamento del docente.  Ma ad allarmarci è soprattutto quello che è stato aggiunto al decreto. Sono molto gravi le modifiche introdotte con emendamenti che configurano vere e proprie incursioni in materie soggette a disciplina contrattuale. Ci riferiamo alle operazioni di mobilità. Il decreto, infatti, considera non derogabili dai contratti collettivi nazionali di lavoro la richiesta del trasferimento, dell’utilizzazione e dell’assegnazione provvisoria dei neo immessi in ruolo prima di cinque anni. Lo Snals ritiene urgente che il Governo riequilibri, a favore della contrattazione, il riparto delle competenze tra le fonti che disciplinano il rapporto di lavoro, senza sovrapposizioni e contrasti tra norme legislative e norme contrattuali. Lo chiedeva già nella sua precedente piattaforma per il rinnovo del CCNL e lo ha confermato anche nella piattaforma per il triennio 2019-2021.

Avreste voluto modificare altro? Si sarebbe potuto fare di più con gli emendamenti?

C’è da dire che nel laborioso confronto al Miur e poi con gli emendamenti presentati alcune richieste sono state accolte, come le istanze dei diplomati  magistrali, per i quali è stata salvaguardata la continuità didattica e si chiede una soluzione politica definitiva come si chiede una uguale soluzione per tutti i partecipanti al concorso dei dirigenti scolastici. E’ stata accolta anche la possibilità degli iscritti alle GAE di assunzione in altra provincia in cui le graduatorie siano esaurite. Per gli idonei dei concorsi 2016 è stata accolta la richiesta di inserimento in coda alle graduatorie dei concorsi 2018, anche in regioni diverse da quella di inserimento attuale. E ha trovato soddisfazione la partecipazione degli specializzandi al concorso straordinario su posti di sostegno.  Tuttavia, restano sospese altre nostre richieste. In ragione dei tanti posti vacanti e disponibili che ogni anno restano scoperti si sarebbe potuto eliminare il vincolo delle ventiquattromila assunzioni, prevedendo lo scorrimento delle graduatorie degli idonei per le assunzioni; per le stesse ragioni si sarebbero potuti ammettere alla selezione i dottori di ricerca; infine, si sarebbe potuto affrontare il nodo dei docenti ingabbiati. Sui docenti di religione cattolica, invece, quella trovata è una soluzione che lascia perplessi: perché escluderli dalle procedure straordinarie?

Il decreto passa al Senato, cosa aspettarsi?

Anche se al Senato si svolgeranno solo le audizioni delle parti non ascoltate alla Camera, invieremo comunque le nostre proposte al Senato affinché il testo possa essere emendato e non si perda l’ennesima occasione per migliorare il nostro sistema scolastico e per valorizzare i dirigenti, il personale docente e ATA.

Quali linee d’azione metterà in campo prossimamente lo Snals per docenti e ATA? Su quali punti è necessario agire di più?

Continueremo la mobilitazione con una serie di iniziative nazionali e territoriali. Seguendo l’andamento del dibattito dell’iter di conversione del decreto 126, ma anche quello della Legge di bilancio, ci sembra che né il Governo, né il Ministro Fioramonti abbiano garantito la compattezza della maggioranza sugli impegni assunti, perciò è indispensabile una verifica politica con il ministro stesso. Vogliamo anche sapere le reali intenzioni del Miur circa il nuovo sistema di abilitazione e di reclutamento. Su questo tema le intese tra Miur e OO.SS. prevedevano l’avvio di tavoli di confronto per definire un percorso parallelo a quello del decreto, che avrebbe disegnato un sistema delle abilitazioni e del reclutamento attraverso un ddl collegato alla Legge di bilancio. Un impegno totalmente disatteso.

Aumenti stipendi e Legge di bilancio: si resterà soddisfatti?

Le notizie che provengono dal Parlamento sulle risorse disponibili per il rinnovo del contratto sono allarmanti. Ad oggi le risorse previste per gli anni 2019 e 2020 serviranno per lo più a garantire la continuità del cosiddetto elemento perequativo al personale con gli stipendi più bassi, quindi gli aumenti potranno realizzarsi facendo ricorso solo allo stanziamento previsto per il 2021. Ma anche così, incrementi stipendiali intorno ai 70 euro mensili sono assolutamente insufficienti. Su questa strada crediamo che non potremo nemmeno avviare le trattative per il rinnovo del contratto. E’ necessario che il Governo manifesti una reale volontà di reperire specifiche risorse per la valorizzazione professionale del personale dell’intero Comparto.

11 Dic 2019

Scadenze di: ottobre 2024