La Legge di Bilancio approvata dal Consiglio dei ministri dimentica le esigenze del Comparto Istruzione e Ricerca e delude le nostre aspettative. Nelle poste economico-finanziarie in essa contenute sono del tutto assenti, infatti, le risorse finanziarie per il rilancio dell’intero sistema dell’istruzione e ricerca nonché quelle da destinare al rinnovo dei contratti di lavoro in scadenza al prossimo 31 dicembre. Si pone ormai con urgenza la necessità di porre rimedio all’annosa questione del riconoscimento economico del personale del Comparto attraverso il progressivo allineamento degli stipendi ai livelli retributivi dell’U.E. Con pari urgenza occorre rilanciare le politiche di investimento in istruzione e formazione, sempre con riferimento agli standard europei, anche per la valorizzazione delle professionalità di tutto il personale. Scuola, Università, Ricerca e Alta formazione artistica e musicale vanno ricollocate al centro del contesto socio-culturale del Paese. Non ci stancheremo di rivendicarlo.
Per questo il prossimo rinnovo del contratto del Comparto Istruzione e Ricerca assume una rilevanza non solo sindacale, ma anche sociale, culturale e politica. Lo abbiamo ben specificato nelle nostre Linee di piattaforma contrattuale per il triennio 2019/2021, quale punto di partenza per un confronto costruttivo con il Governo. Confronto che, in mancanza di risposte concrete, si preannuncia difficile.
Le nostre richieste all’Esecutivo sono chiare: vogliamo la quantificazione di certificate risorse economiche per il finanziamento di un piano quinquennale di investimenti per la qualificazione del sistema di istruzione e formazione e di quello della ricerca e dell’innovazione; il progressivo innalzamento del PIL nazionale destinato a Scuola, Università Ricerca e Afam; l’apertura tempestiva delle trattative, subito dopo la scadenza del vigente CCNL.
Il nuovo contratto dovrà migliorare le condizioni giuridiche ed economiche del rapporto di lavoro per garantire la dignità professionale di tutto il personale che opera nelle varie sezioni del Comparto e livelli retributivi decorosi; tutelare l'autonomia e la libertà di insegnamento; superare le criticità contenute nel vigente CCNL. Un contratto, questo, fortemente deficitario e negativo che lo Snals-Confsal ha firmato in seconda istanza per tutelare gli iscritti e le proprie RSU e poter esercitare la propria rappresentanza ai tavoli di contrattazione dai quali inizialmente era stato escluso a causa della mancata firma.
A supporto di tali rivendicazioni lo Snals-Confsal aderirà a tutte le iniziative di mobilitazione necessarie che la Confsal deciderà di promuovere con l’obiettivo di modificare una legge che lo Snals-Confsal auspicava di "vera svolta" per il mondo dell’istruzione, soprattutto perché promana da un Governo che si è autodefinito “del cambiamento”.
Elvira Serafini
Segretario generale dello Snals-Confsal