Sta accadendo che i dipendenti - prossimi alla pensione - al momento della verifica dei propri versamenti contributivi riscontrino lacune e omissioni rispetto alla loro posizione contributiva, quindi, che alcuni periodi non sono coperti.
Orbene, con la circolare I.N.P.S. del 15.11.2017 n. 169, (sostituisce la precedente circolare INPS 31.05.2017 n. 94), vengono fornite indicazioni in merito alla corretta regolamentazione da applicare in materia di prescrizione dei contributi pensionistici dovuti alle casse della Gestione Dipendenti Pubblici da parte delle amministrazioni pubbliche. L’I.N.P.S. infatti chiarisce nella circolare che dal 1° gennaio 2019 in caso di intervenuta prescrizione del pagamento per il decorso dei termini di legge (5 anni), si trasferisce l’obbligo, in capo al datore di lavoro, di sostenere l’onere del trattamento di quiescenza riferito ai periodi di servizio in cui è intervenuta la prescrizione medesima. Difatti l’Amministrazione può optare per una rendita vitalizia ex art. 13, Legge 1338/1962 commisurata alla carenza contributiva (trovando, in sostanza, un accordo con l'amministrazione), oppure il singolo dipendente può ricorrere giudizialmente alla tutela risarcitoria.
In merito a questa situazione di incertezza lo SNALS Confsal ha redatto una diffida/denunzia da inviare all’amministrazione nella quale si chiede di informare il dipendente in merito all’eventuale posizione contributiva alla quale occorre allegare il documento di riconoscimento nonché l’estratto contributivo.
All’uopo, facciamo presente che a se guito dell’invio della denuncia, predisposta dal nostro Ufficio Legale, che potrà essere inviata anche a scopo cautelativo e preventivo, la prescrizione non è più quinquennale ma decennale (Cass. sent. n. 24946/2015 del 10.12.2015.).
Vi invitiamo, pertanto, a rivolgervi alle nostre strutture territoriali.