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Cosa chiediamo al nuovo Governo

Presentata al Miur e all'Aran la nostra piattaforma contrattuale

È partita una nuova Legislatura che si preannuncia in discontinuità con il passato. Che tale discontinuità finalmente si realizzi se lo augura tutto il personale del comparto Istruzione e Ricerca, se lo augurano tutti i   lavoratori pubblici, stanchi di essere attaccati, svalorizzati e ritenuti il primo problema del Paese.
Dal nuovo Governo, “del cambiamento”, ci aspettiamo un’inversione di rotta nei confronti di quei settori che riteniamo da sempre strategici per il rilancio economico e sociale.
Scuola, Università, Ricerca e Afam, secondo noi, vanno infatti messe al centro del dibattito pubblico, perché sono le leve per l’acquisizione di saperi, conoscenze e competenze fondamentali per le nuove generazioni e motori di sviluppo. Ciò che ci aspettiamo è una vera e propria rivoluzione culturale, sociale e politica, imperniata sulla centralità della scuola e degli altri settori, che si può realizzare solo se c’è la volontà politica di affrontare seriamente e risolvere problematiche che si trascinano da troppo tempo.
Molte di queste richiedono interventi urgenti e, se irrisolte, rischiano di pregiudicare il regolare avvio dell’anno scolastico. A titolo esemplificativo, la questione dei diplomati magistrali va risolta politicamente al fine di contemperare contrapposti, seppur legittimi, interessi.
Valorizzare le professionalità docenti e ATA, recuperare il ruolo sociale dei docenti, adeguare le retribuzioni agli stipendi dei Paesi dell’eurozona, ridurre gli eccessivi carichi di lavoro, incrementare le risorse economiche destinate all’istruzione (siamo il fanalino di coda in Europa nel rapporto PIL/istruzione) con un piano quinquennale di investimenti per qualificare il nostro sistema di istruzione e formazione; stanziare risorse adeguate per il prossimo rinnovo contrattuale nella Legge di Bilancio 2019; dare la dovuta priorità all’edilizia scolastica; porre fine al precariato e alla politica dei tagli, sono emergenze che non possono più aspettare.
Lo Snals-Confsal è convinto che nessuna riforma e nessun cambiamento saranno possibili se non si affronteranno con incisività e chiarezza questi problemi. Negli ultimi anni troppe riforme si sono succedute senza però coinvolgere chi in primis era chiamato ad attuarle; troppi gli interventi calati dall’alto per mascherare tagli di risorse finanziarie e professionali; troppe le incursioni legislative che hanno calpestato la libertà d’insegnamento e la stessa Costituzione e svuotato di valore l’autonomia e la contrattazione. Bisogna invece giungere, attraverso l’indispensabile coinvolgimento delle Parti sociali (sindacati, docenti, ATA, società civile), a una efficace azione riformistica che non sarà avversata come la cosiddetta “Buona Scuola”, se il personale sarà coinvolto nei processi e motivato nel raggiungimento di obiettivi che sono stati condivisi.
La nuova stagione contrattuale è alle porte: lo Snals-Confsal ha puntualmente predisposto e inviato al Miur e all’Aran la propria piattaforma contrattuale che sottoporrà alla categoria in un dibattito democratico e in un aperto confronto alle forze politiche e parlamentari. Confidiamo nel nuovo Governo che sicuramente non vorrà deludere le legittime attese di tutto il personale del Comparto, e nel ministro Bussetti che, venendo dal mondo della scuola, ne conosce bene le problematiche e, ne siamo certi, farà di tutto per risolvere le molteplici questioni, vecchie e nuove, sulle quali vorremmo confrontarci insieme. L’auspicio, infatti, è che nel perseguire gli obiettivi prefissati, instauri con i sindacati relazioni sindacali fondate su un vero dialogo sociale, prima condizione per trovare soluzioni condivise, finalizzate ad un effettivo rilancio dei nostri settori.
Lo Snals-Confsal, come sempre, farà la sua parte, esercitando il suo ruolo di prima forza sindacale autonoma, ma anche di soggetto politico portatore di una propria proposta
politico-culturale.

Elvira Serafini
Segretario Generale dello Snals-Confsal

 

 

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Scadenze di: febbraio 2025