La sottoscrizione il 9 febbraio scorso dell'ipotesi di CCNL del Comparto Istruzione e Ricerca per il triennio 2016/2018 da parte di CGIL, CISL ed UIL (non hanno firmato SNALS e GILDA), oltre ad evidenziare in maniera inequivocabile quella condizione di generale disattenzione alle problematiche delle istituzioni scolastiche ed a quanti operano in esse, ha certificato ancora una volta l'insopportabile abbandono, nonché la colpevole e, troppo spesso, umiliante sottovalutazione della centralità e rilevanza nel settore del lavoro che svolgono i Direttori S.G.A., gli Assistenti Amministrativi ed il personale ATA tutto.
Una inammissibile "dimenticanza" che sa di discriminazione consapevolmente e costantemente operata da un "establishment "politico, burocratico e, cosa ancor più grave ed inspiegabile, da parte di alcune organizzazioni sindacali, che da sempre tende a privilegiare la quantità rispetto alla qualità ed i beceri interessi di "bottega" rispetto alla più generale attenzione per l'ottimale funzionamento del "servizio" scuola.
La sensazione (o il dubbio) è che tale ipotesi di contratto - valutata l'esiguità delle risorse economiche congiunta alla constatazione di non avere potere contrattuale per puntare alto almeno sulla parte normativa - abbia indotto i "soliti noti" a salvare il salvabile firmando ciò che consente loro di esercitare una qualche forma di potere più nei confronti dei lavoratori che della controparte governativa e ministeriale.
Nel triennio 2009/2011 sono stati tagliati 44.500 posti di personale ATA; nelle scuole sottodimensionate, che pur mantengono l'autonomia, non esiste un DSGA titolare e per i Direttori incaricati dall'USR di "reggere" con piena responsabilità una seconda scuola è stata contrattata, confermando inopinatamente quella stabilita nel 2014, una indennità mensile ancora una volta "mortificante" di appena 214,00 euro; agli Assistenti Amministrativi che sostituiscono i Direttori è stata tagliata l'indennità di funzioni superiori; un ulteriore taglio di 2.020 posti ATA è intervenuto dal 1 settembre 2015; la c.d. legge sulla "Buona Scuola" ha ignorato totalmente gli ATA mentre nel contempo ha sancito un incremento esponenziale del lavoro dei DSGA e degli Assistenti Amministrativi, nonché delle attività laboratoriali per gli Assistenti Tecnici; migliaia di posti per Direttori SGA scoperti sui quali altrettanti Assistenti Amministrativi per anni hanno svolto le funzioni direttive senza compenso adeguato e senza prospettiva di alcun riconoscimento giuridico.
Da ultimo, come se tutto questo non bastasse, rispetto all'ipotesi contrattuale sottoscritta il 9 febbraio 2018, oltre ad una generale insoddisfazione per gli aumenti medi stipendiali, grida vendetta la previsione di un incremento annuo dell'indennità di Direzione dei DSGA parte fissa pari a 78 euro annui, uno "schiaffo", un vero e proprio "obolo elemosinale" di 6,5 euro mensili offensivo per le persone e mortificante per la loro professionalità.
In questo contesto negativo, tratteggiato necessariamente a grandi linee, al personale ATA viene di contro richiesta, o più realisticamente pretesa, sempre maggiore professionalità, competenze specifiche ed assunzione di responsabilità diretta nell'espletamento del proprio lavoro.
Dunque ai "paria" della scuola, a fronte di una disattenzione cronica e di una sottovalutazione ingiustificata, si chiede di svolgere un'attività lavorativa sempre più pesante per quantità e qualità degli adempimenti, che mal si accorda però con inquadramenti retributivi e giuridici che definire totalmente inadeguati suona come un complimento.
Dunque la sintesi logica che da tutto questo discende è la necessità ineludibile di una rinnovata regolazione dei servizi amministrativi, tecnici ed ausiliari, delle loro funzioni e del personale agli stessi preposto.
Gli organici ATA sono da rivedere!
Si devono numericamente incrementare quelli dei collaboratori scolastici superando i servizi esternalizzati, non è più procrastinabile la previsione di almeno un Assistente Tecnico anche nelle scuole del primo ciclo dove ormai i laboratori e le attività ad essi connesse - anche grazie alle risorse messe a disposizione dall'Unione Europea con i PON rappresentano la normalità. Inoltre, deve essere potenziata la quantità e riqualificate le funzioni degli Assistenti Amministrativi , affrancandoli da una etichettatura stantia ed anacronistica di "impiegati esecutivi". Urge, infine, la riforma del sistema di reclutamento, così come la revisione delle carriere e la riscrittura in larga parte della disciplina delle sostituzioni.
Nello specifico dell'attività amministrativa è poi necessario disporre di adeguate professionalità alle quali offrire avanzamenti di carriera ed assetti retributivi congrui legati non solo agli automatismi dell'anzianità ma anche e soprattutto ai carichi di lavoro ed alla qualità della prestazione.
In questo contesto va certamente rafforzata la direzione amministrativa, diretta scaturigine di una corretta attuazione dei principi ispiratori dell'autonomia scolastica e della dirigenza riconosciuta ai Capi di Istituto.
Ai Direttori SGA vanno attribuite competenze effettive sull'organizzazione e gestione dei servizi strumentali cui sono preposti e che concretamente dirigono.
L'auspicio, come proposto in maniera oggettiva e lungimirante da una recente ricerca della Fondazione Agnelli dal titolo "Gli Equilibristi", è quello della previsione giuridicamente normata di una dirigenza amministrativa che affianchi quella scolastica, pur mantenendo a quest'ultima la naturale sovra ordinazione gerarchica.
Nell'immediato però per i Direttori SGA va certamente attuato un intervento sistematico che:
-sotto il versante giuridico-normativo, preveda di riscrivere il profilo professionale di riferimento contestualizzandolo sia sotto il profilo delle competenze-attribuzioni che delle dirette responsabilità correlate; responsabilità che agli stessi già afferiscono nell'adempimento quotidiano della loro attività professionale in considerazione delle preminenti funzioni manageriali ai medesimi di fatto attribuite;
-sotto il versante retributivo, finalmente riconosca livelli economici congrui sia per la parte stipendiale fissa e continuativa, sia per la misura dell'indennità di direzione, sia per un accesso ai compensi per le attività eccedenti il normale orario di lavoro che, affrancandosi definitivamente dalle "nebbie" e dalle "dietrologie" interpretative che da sempre, e forse volutamente, l'affliggono, lo renda chiaro e applicabile "de plano" in tutte le realtà scolastiche.
La misura è colma, è finito il tempo di sopportare e di sperare che la prossima legge o il prossimo contratto faccia finalmente giustizia ed attribuisca e riconosca il "giusto" sotto il profilo della retribuzione e dell'inquadramento normativo.
È giunto il tempo di far sentire forte e chiara la voce del nostro dissenso e di mettere in atto tutte le strategie che consentano di far valere tutte le nostre buone ragioni.
Se sarà necessario sapremo lottare, anche duramente, non prestando più, generosamente e comunque, il nostro lavoro ad un "padrone" irriconoscente e protervo, ma facendo risaltare all'attenzione del Governo, del Ministero, di talune OO.SS. di categoria che non siamo più disposti ad accettare la logica perversa dei due pesi e delle due misure, nonché della ghettizzazione complessiva del personale ATA.
Riteniamo che sia giunto il momento di dare fiato al generale malcontento ed alla protesta del personale ATA, canalizzandolo in un percorso di iniziative e proposte.
Se, nello specifico, questa volta i DSGA si limiteranno a "fare il compitino" e a non andare generosamente a coprire di fatto "le falle e le inadeguatezze" di un sistema scuola e di un amministrazione che lo regge e non si fa scrupolo di caricare, senza ritegno alcuno ed a ciclo continuo, sulle segreterie scolastiche adempimenti e procedure sempre più impegnative e gravose, se gli Assistenti Amministrativi circoscriveranno la loro attività a quella prevista da un profilo obsoleto ed anacronistico e lo stesso faranno tutte le altre figure professionali per le quali allo stato dei fatti, oltre alla mortificazione economica subita ancora una volta, non è stata presa in alcuna considerazione neppure la revisione e l'attualizzazione dei profili professionali, allora le conseguenze sotto il profilo dell'ottimale andamento del servizio scuola non potranno che essere negative e sicuramente quell'odioso velo "steso" in maniera perversa sul personale ATA per renderlo "impercettibile" potrà essere rimosso restituendogli quell'attenzione e quella visibilità per troppo tempo negate.