Rinnovare subito il contratto della scuola e del pubblico impiego, scaduto da quasi 9 anni, per valorizzare i lavoratori e per definire l’impegno ad aumentare efficacia ed efficienza dei servizi prestati alla collettività. E’ l’appello che lo Snals-Confsal lancia dal Consiglio nazionale in corso dal 18 al 21 aprile in cui presenta le sue proposte per giungere a vere politiche dell’istruzione e della formazione. Il segretario generale, Marco Paolo Nigi, sottolinea che ci troviamo in una “stagione complessa, nella quale siamo chiamati a difendere, oltre i legittimi interessi dei lavoratori, il valore del dialogo sociale come fattore essenziale di coesione per la società, di democrazia e di rispetto della Costituzione”. Si tratta di una premessa per il rinnovo dei contratti della scuola e di tutto il pubblico impiego per cui al momento si rileva “l'assoluta insufficienza delle risorse rese disponibili dall'ultima legge di stabilità, 300 milioni di euro” per un aumento medio di sette euro mensili e “la campagna di denigrazione cui sono sottoposti, in modo generico e indistinto, tutti i lavoratori del settore pubblico”.
Per lo Snals-Confsal - che è “impegnato con le sue idee e la sua forza contrattuale, nella tutela di tutto il personale e nel sostegno allo sviluppo e alla qualità del sistema educativo italiano, dell’università, dell’afam e della ricerca” - “la partita deve giocarsi sia sulla parte normativa sia sulla parte economica” ed è quindi “una responsabilità di tutte e due le parti in campo, come ha detto la Corte Costituzionale in una sentenza che sembra essere sparita dalla memoria del governo, ma non dalla nostra”.
Sul fronte delle politiche della scuola, Nigi sottolinea ancora una volta la “centralità” della funzione docente e la necessità di ridare importanza al lavoro e non alle rendite e alle speculazioni finanziarie. Occorre puntare a un’educazione che sia “coerente con i modelli di senso e orientata ai valori della nostra identità”, spiega, e ribadisce l’importanza della centralità di una scuola seria, di cui si è parlato diffusamente nel convegno organizzato dallo Snals-Confsal lo scorso 29 gennaio, quando nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, a Roma, si sono dati appuntamento esperti e rappresentanti delle istituzioni per discutere di istruzione e rapporto con il mondo del lavoro nonché dell’alternanza scuola-lavoro prevista dalla riforma Giannini. Non bisogna considerare la scuola “ancella del lavoro”, dice Nigi, “perché occorre un livello di cultura di base sempre più alto”, come ha sostenuto il presidente della commissione Cultura e Istruzione del Parlamento europeo, Silvia Costa, ed è bene che l’alternanza si svolga “in tempi fuori da quelli curricolari” e in “periodi estivi”. La formazione, sottolinea, può venire solo dopo una “solida istruzione, senza la quale non si forma nessuno”. La scuola, peraltro, è oggi chiamata ad affrontare anche una nuova emergenza educativa, come quella che deriva dai nuovi flussi di immigrati e che sta cambiando la composizione delle nostre classi. In Italia, il numero di studenti stranieri è passato da 196.414 nel 2001-2002 (pari al 2,2 per cento della popolazione scolastica complessiva) a 814.187 nel 2014-2015 (9 per cento del totale).
Dal consiglio nazionale lo Snals-Confsal fa il punto sulle iniziative contro la legge 107 “per difendere, con più forza, gli interessi della scuola e dei lavoratori, per eliminare le previsioni normative dannose per la scuola e i lavoratori”. “Il dato politico - afferma Nigi - è che questa azione congiunta, delle organizzazioni sindacali più rappresentative della scuola, nasce su una piattaforma costruita sulle idee e sulle proposte dello Snals-Confsal”. “In questo periodo - emerge ancora dalla relazione del segretario generale -, l’impegno e le azioni hanno riguardato tutte le categorie: i docenti, soprattutto per la questione della mobilità, del comitato di valutazione e del bonus legato al merito, il personale ATA che - come i docenti della scuola dell’infanzia - è stato escluso dal piano straordinario delle assunzioni, e i dirigenti scolastici. Senza dimenticare i precari, soprattutto quelle tipologie che non solo sono state escluse dalle assunzioni ma anche dalla procedura di reclutamento tramite un concorso nato sotto il segno dell’arroganza di un governo che si ritiene, a torto, autosufficiente e che rifiuta confronto e dialogo”. Nigi ricorda poi la sottoscrizione dell’iniziativa “Cedolino day”, il cui obiettivo è di documentare l’effettiva retribuzione mensile netta di ciascun dirigente scolastico evidenziando, nel contempo, il suo progressivo decremento, e ”l’opposizione netta, nelle sedi formali e nei contatti informali, alla valutazione dei docenti, su cui ora si attende dai vertici del ministero una risposta chiara. Il prossimo appuntamento ora è per la manifestazione nazionale delle RSU del 28 aprile, a Roma, quando si lancerà anche “una più dura fase di mobilitazione e di lotta sindacale, articolata sul territorio per ottenere un segnale concreto dal governo che dovrà rivedere profondamente il Documento di Economia e Finanza che ora non contiene nulla per il rinnovo dei contratti”.
Infine, Nigi ricorda che il 6 aprile scorso tutte le confederazioni sindacali rappresentative nel Pubblico Impiego, ad esclusione della Cisal, hanno sottoscritto l’ipotesi di Contratto Collettivo Quadro per la definizione dei Comparti di contrattazione e delle relative Aree Dirigenziali per il triennio 2016-2018, ora in attesa di essere sottoposto ai competenti organi di controllo, prima di essere sottoscritto in via definitiva. Le novità più rilevanti dei nuovi 4 comparti, suddivisi in funzioni centrali, funzioni locali, istruzione e ricerca, sanità, sono l’aggregazione dell’università, dell’afam e della ricerca con la scuola e la costituzione di un unico comparto che mette insieme ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici. La Confsal è convinta che comporre un comparto di tutta la filiera dell'istruzione, di vari livelli, e della ricerca potrà sviluppare interazioni strategiche di sistema e nello stesso tempo tenere conto delle specificità contrattuali.