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LA SCUOLA MERITA RISPETTO E UN CONTRATTO DIGNITOSO

Buona scuola: presentati due ricorsi al Tar del Lazio Per i sindacati è Incostituzionale l’esclusione dal piano di assunzioni di molti precari docenti e Ata

 

Continua con forza e tenacia l’azione sindacale per contrastare la legge 107/2015, proprio nella fase attuativa in cui stanno emergendo tutte le contraddizioni di una riforma che ha offeso la dignità dei lavoratori della scuola, indebolito il loro stato giuridico, calpestato la funzione sociale del loro lavoro, con la finalità di creare una scuola-azienda dall’impianto centralistico e autoritario.

Il contrario di quella scuola seria e autorevole che noi sosteniamo, fondata sui valori costituzionali e sulla collegialità, leva fondamentale per il rilancio economico e sociale dell’Italia.

Il fronte sindacale è unito e compatto sul comune obiettivo di modificare radicalmente questa pessima riforma sia con la mobilitazione a livello nazionale e territoriale, sia con le impugnative giudiziarie ai giudici competenti delle parti ritenute incostituzionali, sia con il coinvolgimento di tutte le componenti della scuola danneggiate dalla legge 107, ma anche dalla palese ingestibilità delle norme della manovra 2015. Docenti, dirigenti scolastici, personale Ata -a cui viene negato da troppo tempo un giusto riconoscimento sul piano professionale e retributivo- docenti neoabilitati, Ata e insegnanti di scuola dell’infanzia precari, ingiustamente esclusi dal piano di assunzioni del governo rivendicano il rispetto dei loro  diritti. Proprio per queste ragioni abbiamo proposto insieme con gli altri sindacati due ricorsi al Tar Lazio contro la Buona Scuola.

Ad aggravare una situazione già intollerabile si aggiunge la legge di stabilità per il 2016, appena varata dal governo. Una manovra iniqua e penalizzante per i dipendenti pubblici che prevede appena 200 milioni di euro per i rinnovi contrattuali di tutto il pubblico impiego (circa 7 euro netti mensili in busta paga). È un’offesa intollerabile alla dignità di tutti i lavoratori dipendenti che hanno dovuto fronteggiare in questi anni di crisi una progressiva perdita del potere d’acquisto degli stipendi. Sei anni di blocco contrattuale, il mancato recupero dell’anno 2013 ai fini della progressione di anzianità, a cui va aggiunto il mancato recupero dell’inflazione, hanno fatto registrare una perdita media di 5mila euro pro capite. Una vera e propria emergenza salariale e professionale.

Tra l’altro, nelle poste della manovra non risultano investimenti per Scuola, Università, Ricerca e Afam, neppure quelle necessarie per l’attuazione delle deleghe della legge 107. Questo a ulteriore riprova della falsità degli iniziali annunci renziani sull’interesse dell’attuale governo per il mondo della conoscenza e per chi vi lavora.

Forti del pronunciamento della Consulta che, su ricorso promosso dalla Confsal, ha dichiarato incostituzionale il perdurare del blocco della contrattazione nel pubblico impiego e ha imposto il rinnovo dei contratti da luglio 2015, noi chiediamo l’ apertura urgente del negoziato contrattuale. E non permetteremo che l’attuale confronto all’Aran sulla riduzione dei comparti della pubblica amministrazione dagli attuali 11 a 4 , prevista dalla legge Brunetta, possa ritardare l’apertura dei tavoli contrattuali.

Chiediamo un contratto innovativo che porti un reale aumento delle retribuzioni per tutto il personale e ridefinisca contestualmente la parte economica e quella normativa e produca veri processi di cambiamento. È questa una delle ragioni forti alla base delle recenti manifestazioni unitarie che hanno visto tornare nelle piazze d’Italia tutte le componenti della scuola per rivendicare una vera buona scuola e un contratto dignitoso che valorizzi le professionalità, garantisca i diritti di libertà e di democrazia all’interno delle istituzioni scolastiche e ripristini il valore della contrattazione.

Il sindacato non starà a guardare.  Se la voce della scuola non sarà ascoltata, la stagione contrattuale sarà contrassegnata da una mobilitazione durissima, fino ad arrivare allo sciopero nazionale, e contrasteremo con ogni legittimo strumento l’azione di rottamazione della scuola italiana autoritariamente e pervicacemente posta in essere dal governo Renzi.

 

Marco Paolo Nigi

Segretario generale dello Snals-Confsal

 

 

 

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