Finalità e Fonti normative
Il processo di privatizzazione del rapporto di lavoro dei pubblici dipendenti trova la sua codificazione a partire dalla legge quadro 421/92, cui sono seguiti atti normativi, quali i decreti legislativi 29/93, 80/98 e 165/01 al momento recepiti, interpretati e riordinati all’interno del decreto legislativo 150/09 (decreto Brunetta) e della legge 15/09.
Con detti provvedimenti, ed in particolare alla luce delle disposizioni di cui alla l. 15/09 il legislatore intende perseguire obiettivi strategici quali:
• La separazione tra l’azione politica, di competenza del governo delle istituzioni, e la gestione e l’organizzazione dei pubblici servizi, considerata l’urgenza di evitare una commistione di interessi che nei fatti nuoceva alla efficienza ed efficacia dell’amministrazione;
• Il riconoscimento agli uffici della pubblica amministrazione della autonomia organizzativa, gestionale e finanziaria, onde favorire, per un verso, il processo di “de-burocratizzazione” e, per altro verso, una maggiore e sempre più organica interdipendenza tra la domanda dell’utenza e le prestazioni di servizio;
• Il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia delle procedure della contrattazione collettiva ed integrativa
• l’ introduzione di sistemi interni ed esterni di valutazione del personale e delle strutture, finalizzati ad assicurare l’offerta di servizi conformi agli standard internazionali di qualità e a consentire agli organi di vertice politici delle pubbliche amministrazioni l’accesso diretto alle informazioni relative alla valutazione del personale dipendente
• la garanzia della trasparenza dell’organizzazione del lavoro nelle pubbliche amministrazioni e dei relativi sistemi retributivi;
• la valorizzazione del merito e conseguente riconoscimento di meccanismi premiali per i singoli dipendenti sulla base dei risultati conseguiti dalle relative strutture amministrative;
• la definizione di un sistema più rigoroso di responsabilità dei dipendenti pubblici;
• l’affermazione del principio di concorsualità per l’accesso al lavoro pubblico e per le progressioni di carriera;
• l’introduzione di strumenti che assicurino una più efficace organizzazione delle procedure concorsuali su base territoriale, conformemente al principio della parità di condizioni per l’accesso ai pubblici uffici, da garantire, mediante specifiche disposizioni del bando, con riferimento al luogo di residenza dei concorrenti, quando tale requisito sia strumentale all’assolvimento di servizi altrimenti non attuabili o almeno non attuabili con identico risultato;
• l’inderogabilità delle disposizioni di legge in sede contrattuale
“salvo espressa indicazione della legge in senso contrario”. L’imperatività delle norme è estesa alle materie attinenti la valorizzazione del merito, gli strumenti di incentivazione, la qualità delle prestazioni e la disciplina.
Anche la scuola, una volta inserita nel novero dei servizi di competenza della pubblica amministrazione, ha conosciuto profonde trasformazioni tutte ispirate al principio di sussidiarietà e tutte coerenti con i dettami di cui al d. lgs.vo 29/93.
A tutt’oggi, infatti, il sistema dell’istruzione e della formazione, fermo restante l’obbligo ad esso fatto di garantire pari opportunità formative su tutto il territorio nazionale, è chiamato ad interagire con le rappresentanze istituzionali e sociali del territorio al fine di progettare, organizzare e gestire piani di studio corrispondenti alle accertate e reali esigenze degli alunni, e di concorrere alla crescita civile, culturale ed economica della comunità di appartenenza.
Un passaggio, questo, di significativa importanza, non solo perché traccia una linea di demarcazione tra il vecchio ed il nuovo sistema dell’istruzione e della formazione, ma perché incide, e non poco, sul rapporto di lavoro dei docenti, del personale amministrativo e dei dirigenti scolastici che, stante il regime privatistico, va definito e declinato con atti e procedure appartenenti all’istituto della contrattazione.
Con questo si vuole rilevare e far rilevare che:
Il servizio scolastico, nei termini in cui è stato inteso, chiama a precise responsabilità sia il personale della scuola, sia l’amministrazione, in quanto entrambi tenuti ad assicurarne l’efficienza e l’efficacia;
Le norme contrattuali rivestono carattere vincolante per i contraenti, per cui sia le rappresentanze dei lavoratori, sia la parte datoriale, all’atto della loro definizione, assumono l’impegno a rispettarle ed a riconoscerle come fondanti l’intero sistema del rapporto di lavoro;
Le rappresentanze sindacali sono demandate alla tutela dei diritti dei lavoratori a fronte delle relative responsabilità connesse all’esercizio della loro funzione ed alle azioni concordate in sede negoziale.
Le norme contrattuali regolamentano sia il rapporto di lavoro funzionale al perseguimento delle finalità del sistema dell’istruzione e della formazione, sia quello afferente i modelli organizzativi di competenza della scuola dell’autonomia. Ne consegue la distinzione esistente tra la contrattazione di livello nazionale e quella integrativa d’istituto.
Le RSU nella scuola dell’autonomia
L’autonomia organizzativa, didattica, della ricerca e della sperimentazione va intesa come strumento necessario ai fini della costruzione di un nuovo modello scolastico, ancor più aderente, di quanto non accada oggi, alle specifiche esigenze educative. Al centro spetta, infatti, l’indicazione del profilo d’uscita, con la definizione dei relativi obiettivi di apprendimento degli alunni, mentre alle singole istituzioni scolastiche è affidato il compito di mettere a punto i percorsi educativi e culturali. La novità dell’autonomia va dunque trovata nel superamento dell’uniformità procedurale stabilita dai programmi in favore della possibilità di articolare una molteplicità di percorsi, non solo diversi tra istituto e istituto, ma ancheall’interno della scuola stessa.
Sulla base di detta impostazione, la contrattazione integrativa d’istituto, riveste una significativa valenza strategica in quanto:
• investe l’intero sistema delle relazioni esistenti tra scuola, famiglie, studenti e società civile, volta com’è ad assicurare margini sempre più ampi di qualità all’offerta formativa e nel contempo a stabilire i termini delle prestazioni professionali ed i modelli organizzativi del servizio nel rispetto dei diritti del personale, delle attese delle famiglie e egli alunni e delle finalità che la scuola per dettato costituzionale persegue;
• impegna la parte datoriale rappresentata dal dirigente scolastico ad operare in regime di trasparenza, in conformità alle intese raggiunte ed in coerenza con le norme contrattuali fissate a livello nazionale;
• legittima e rafforza il diritto alla partecipazione del personale ai processi decisionali in ragione della responsabilità su di esso gravante circa i risultati da raggiungere e gli obiettivi da perseguire.