Quando ci si rapporta con un governo arrogante e autoritario, è molto difficile realizzare una dialettica democratica con i suoi rappresentanti ne abbiamo avuto un’ulteriore conferma nel recente incontro con il ministro giannini incontro che avevamo chiesto con insistenza sia per discutere sui contenuti degli emanandi provvedimenti attuativi del piano “la Buona scuola”, sia per affrontare alcune questioni nodali per la scuola e il suo personale.
La nostra posizione è stata chiara da subito: lo snals-confsal è un sindacato che sostiene un progetto riformatore basato sulla serietà degli studi, sul recupero della dignità professionale dei lavoratori e sull’autorevolezzadella scuola.
Le nostre rivendicazioni, ispirate a questo progetto e per le quali lo Snals-Confsal conduce da tempo la sua battaglia al fine di migliorare la qualità del servizio scolastico e garantire la difesa dei diritti di tutto il personale, sono state sottoposte al confronto, una ad una. A cominciare dall’urgenza di rinnovare il contratto di lavoro, sia per la parte economica che per quella normativa. Deve ripartire al più presto la contrattazione nazionale e decentrata, per negoziare i modi più efficaci per valorizzare e incentivare competenze e impegno dei lavoratori, per evitare derive autoritarie e continue invasioni di campo su materie contrattuali, con leggi e decreti che hanno determinato confusione e compresso diritti. Sul piano politico-sindacale più generale, il mantenimento della progressione stipendiale per anzianità, la stabilizzazione del personale precario, l ’attuazione di un organico funzionale pluriennale, la positiva soluzione delle problematiche del personale ATA e dei dirigenti scolastici, sono per noi obiettivi primari. Restano irrisolti sia l’annoso problema delle posizioni economiche del personale ATA, in merito al quale abbiamo assistito ad un vergognoso rinvio di responsabilità tra Miur e Mef, sia quello delle risorse per il finanziamento del Fondo per la retribuzione di posizione e di risultato dei Dirigenti Scolastici, per la cui soluzione sembra ci sia un’apertura da parte del Ministro.
Centrale per lo Snals-Confsal è la difesa dell’occupazione sia del personale docente che ATA, quest’ultimo penalizzato da un taglio di 2.020 unità previsto dalla legge di stabilità, che mette a rischio il regolare funzionamento della scuola. Non abbiamo mancato di chiedere la soluzione del problema dei “quota 96”, sollecitando un impegno del Ministro presso il Governo affinché sia data la possibilità a tale personale di essere collocato in quiescenza, com’è suo diritto.
Sul piano organizzativo interno delle scuole ci siamo dichiarati favorevoli ad un ampliamento dell’orario di apertura delle istituzioni scolastiche, purché vengano date le risorse umane ed economiche necessarie e con una netta separazione tra i percorsi curriculari e quelli extracurriculari. Indispensabile a nostro avviso anche una riforma degli organi collegiali, ormai obsoleti nell’assetto e nella loro funzionalità ad una scuola moderna. Uno dei mali che affliggono la scuola italiana è l’eccesso di burocrazia: abbiamo quindi chiesto una drastica riduzione dei troppi adempimenti che appesantiscon il lavoro del personale, ora impegnato anche nelle complesse procedure di valutazione e di autovalutazione di sistema.
Come fondamentale corollario per una scuola veramente riformata è indispensabile l’avvio di un piano di investimenti che preveda anche interventi risolutivi dei problemi dell’ edilizia scolastica. A differenza degli altri paesi europei e dei paesi più industrializzati, l’Italia non investe in istruzione, anzi taglia le risorse finanziarie e professionali alla scuola e a tutti i settori strategici per il rilancio del Paese. Più volte abbiamo suggerito di reperire le risorse da una lotta più dura contro l’evasione fiscale e la corruzione che sottraggono alle casse dello Stato ben 180 miliardi di euro.
Ma i timidi interventi messi in cantiere dal Governo in questo campo non possono certo essere risolutivi. In apertura della riunione avevamo chiesto con forza “un vero confronto sui contenuti dei provvedimenti” e invece abbiamo ricevuto, ancora una volta, solo parole. Insomma, un incontro inconcludente. Ricordiamo al Ministro e al Governo tutto che è ancora in atto la mobilitazione del personale che ha portato allo sciopero nazionale del 1° dicembre scorso per il rinnovo del contratto di lavoro. Se sarà fermo il contratto, resterà ferma anche “la buona scuola” perché la categoria, stanca del diluvio di promesse annunciate e non mantenute, non esiterà a partecipare a tutte le iniziative che metteremo in campo per il raggiungimento degli obiettivi sopra enunciati.
Marco Paolo Nigi
Segretario generale dello Snals-Confsal