Intervista al Segretario Generale della Confsal, M.P. Nigi su Rai Radio1 News Economy
Nella trasmissione radiofonica di RAI RADIO1 NEWS ECONOMY, del 19/01/2015, delle h.18.05, è andata in onda un intervista al prof. Marco Paolo Nigi, Segretario Generale della Confsal, a cura di Roberto Pippan.
La trascriviamo di seguito.
L’intervento di Nigi è ascoltabile, intorno al minuto 4,12 della registrazione, al seguente link http://www.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-892d43c2-a698-40fb-93a0-1e5ac541a3ac.html
I lavoratori delle banche si preparano allo sciopero generale indetto per il 30 gennaio da CGIL, CISL UIL e dalla CONFSAL. Manifestazioni sono in programma in tutta Italia. Sulle motivazioni dello sciopero e sui contratti aperti del pubblico impiego, Roberto Pippan ha intervistato il Segretario Generale della Confsal, Marco Paolo Nigi.
N.: Si parla di aumentare l’orario di lavoro, di diminuire lo stipendio. Noi saremo al tavolo insieme a CGIL, CISL e UIL e dovremo lavorare e fare pressione perché non vada in porto quel disegno. E’ un disegno che passa attraverso una maggiore informatizzazione e quindi una diminuzione del personale e quelli che restano lavorerebbero di più. Quindi è una cosa inaccettabile posta così.
P.:Come inaccettabile è, per voi, il mancato rinnovo del contratto dei lavoratori del Pubblico Impiego
N.: E’ dal 2009 che deve essere rinnovato il contratto, ma non se ne parla. Già nella precedente legge di stabilità era stato rinviato di un anno, ma ora si sospetta che il rinvio sia fino al 2017 e questo pone dei grossi problemi, perché il potere di acquisto delle retribuzioni dei pubblici dipendenti è calato tantissimo, molto di più degli 80euro che alcuni hanno potuto avere in busta paga. Si tratta di un 25% in meno della retribuzione, secondo i dati aggiornati ISTAT.
P.:Sono nati dei fondi; come Confsal ne avete due, che messi insieme hanno circa 1milione e 150mila aderenti. Servono per assicurare una formazione continua ai lavoratori? Ci risulta ci siano anche delle iniziative da parte europea, una di queste si chiama “Garanzia giovani”
N.: I fondi nascono per aggiornare, per formare, in tutti i settori del mondo del lavoro, i dipendenti, cioè i lavoratori che fino ad oggi sono entrati nel lavoro dove nessuno gli ha insegnato mai niente. Tutto quello che hanno imparato, lo hanno appreso, man mano, lavorando.
Mentre invece l’idea è quella di creare in ogni azienda, piccola o grande che sia, attraverso un deposito dello 0,30% della retribuzione del dipendente all’INPS, un fondo; così, si percepiscono questi soldi sottoforma di formazione continua, nella speranza di migliorare, naturalmente, il rapporto di lavoro, la produttività, la funzionalità e il benessere dell’azienda.
Il “Progetto Matilde” è un progetto che noi abbiamo sviluppato e dovrebbe mettere i giovani nelle condizioni di formare a loro volta altri lavoratori, altri giovani, all’interno di questo progetto.
P.:Si tratta di giovani che hanno compiuto già 18anni e che cominciano a lavorare in azienda. Sono oltre 10mila le aziende che hanno aderito a questo progetto…
N.: Pensiamo che debbano essere anche di più, dovrebbero essere dei “moltiplicatori” perché loro stessi creino formazione per altri.