da Italia Oggi del 17/02/2015
SOLO PIANI FORMATIVI COERENTI
Oggi più che mai la formazione dei dirigenti, come quella degli altri profili aziendali, deve soddisfare le esigenze di sviluppo delle imprese. Si tratta di armonizzare competenze e abilità differenti in vista di obiettivi specifici: ottimizzare i processi produttivi, riorganizzare l’azienda, incrementare il business nei nuovi mercati, e così via. In questo senso, aggregare in un unico capitolo di spesa le risorse provenienti dallo 0,30% dei dirigenti e dei lavoratori consente alle imprese aderenti a Formazienda di selezionare piani formativi coerenti con le strategie aziendali. La confederazione sindacale Confsal, parte sociale costitutiva del fondo, conferma, con le parole del segretario generale, Marco Paolo Nigi, il proprio interesse al nuovo impianto formativo.
Domanda. Che cosa apprezza in particolare in questa nuova offerta di Formazienda?
Risposta. La Confsal è molto attenta allo strumento voucher formativo. Ancor di più se è il risultato di una ricerca scientifica fatta da soggetti riconosciuti e abilitati a convertirne gli esiti in interventi formativi spendibili, replicabili e adottabili dalle imprese che ne facciano richiesta. A questo proposito, ritengo che, per garantire percorsi di qualità, sia giusto ricorrere (oltre, ovviamente, ai soggetti accreditati da Formazienda) anche a quelli riconosciti dal ministero dell’istruzione, per esempio le università che propongono corsi di laurea e master on line, le università telematiche (legge Moratti/Stanca del 2004) e gli enti formativi accreditati con la direttiva 90/2003, come Confsalform.
D. Qual è la specificità dei nuovi voucher?
R. Per l’impresa il voucher deve essere non solo un’occasione di aggiornamento scientifico e di alta formazione per i propri manager ma anche un metodo efficace per Marco Paolo Nigi, segretario generale Confsal dotarli di competenze e abilità utili a farne, a loro volta, formatori on the job. Se mi consente l’espressione, il voucher deve puntare a una sorta di metabolizzazione del sapere così che il dirigente possa trasferire competenze, conoscenze e abilità ai propri subalterni, in particolare ai quadri aziendali. A questo punto il valore aggiunto del voucher è determinato anche dall’effetto moltiplicatore prodotto.