Lo Snals-Confsal è fermamente convinto che solo una nuova cultura che affermi la serietà degli studi, il valore dell’impegno e dei comportamenti responsabili e il riconoscimento del merito potrà rimettere in moto un cambiamento reale per lo sviluppo del Paese. Partendo da questo assunto, riteniamo sia necessario porre in essere alcune misure indispensabili per la qualità del sistema educativo italiano e per la valorizzazione del personale della scuola che deve trovare un’adeguata risposta anche attraverso il rinnovo del CCNL.
Per garantire un miglioramento della qualità della scuola e l’esercizio dell’autonomia, occorre istituire l’organico pluriennale di istituto e di rete, su base almeno triennale, superando l’inefficiente distinzione tra organico di diritto e organico di fatto. Una misura indispensabile per dare stabilità agli organici e ridurre il precariato, soddisfare le esigenze di organizzazione e programmazione degli interventi delle istituzioni scolastiche, garantire continuità, realizzare il recupero e l’integrazione, evitare improduttive esternalizzazioni del personale ATA.
Nell’ottica del miglioramento del sistema scolastico occorre dare continuità al piano pluriennale delle assunzioni di docenti e ATA, su tutti i posti vacanti e disponibili, dando anche un’equa soluzione ai docenti inidonei; individuare, inoltre, un percorso coerente tra la formazione iniziale, il TFA e il reclutamento attraverso concorsi pubblici, a cadenza triennale, per la selezione del personale e l’istituzione di albi regionali dai quali reperire i docenti, terminata la fase delle Gae
Alla scuola non serve un’altra “riforma epocale”, né la riduzione della durata dei percorsi dell’istruzione secondaria superiore, ma interventi concreti per offrire maggiori opportunità formative ai giovani, per definire ruoli e responsabilità educative, per ammodernare e mettere in sicurezza le strutture scolastiche.
È necessaria una netta distinzione tra tempo scuola, che deve essere garantito dallo Stato con il proprio personale, e tempo di permanenza nelle strutture scolastiche per altri bisogni di formazione e di socialità, da affidare ad altre figure educative, senza confusioni di ruolo e di professionalità.
Un maggior tempo di apertura delle strutture scolastiche può dare risposte ai giovani, con attività sportive, culturali, artistiche e assicurare servizi di assistenza e di sostegno alle famiglie. Queste attività dovrebbero prevedere appositi finanziamenti, con contributi anche degli Enti Locali e delle famiglie. Le attività di recupero e rafforzamento degli apprendimenti curricolari, oltre a quelle finanziate dallo Stato, ma anche le iniziative per la promozione delle eccellenze, potrebbero essere svolte, su base volontaria e libera, dai docenti delle scuole statali con oneri a carico delle famiglie, alle quali dovrebbero essere riconosciute forme di defiscalizzazione.
La nostra proposta è di prevedere, anche per i docenti, la possibilità di svolgere attività didattiche, oltre l’orario ordinario, in maniera trasparente e regolamentata con specifici strumenti giuridici e contrattuali, sotto forma di uno speciale regime di intramoenia. Le innovazioni e la valorizzazione del personale della scuola devono trovare il loro principale strumento nel nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto dal 2009. Vanno considerate le condizioni lavorative rese, tra l’altro, più onerose dalle nuove emergenze educative e dai diversificati bisogni formativi dei giovani, cui il personale della scuola fa fronte con un costante impegno, non sostenuto, però, da riconoscimento sociale.
È necessario, pertanto, sostenere la professionalità di tutto il personale, soprattutto dei docenti, nella progettazione, nella ricerca educativa, nella valutazione didattica e di sistema, con la formazione in servizio e l’aggiornamento, da regolamentare con nuovi criteri, contenuti e modalità, adeguatamente finanziati. E occorre considerare l’accrescimento dei carichi di lavoro del personale della scuola, derivanti dai cambiamenti degli ordinamenti, dall’innovazione tecnologica, dall’organizzazione sul territorio, con l’istituzione generalizzata degli istituti comprensivi e con il dimensionamento.
Per aprire un utile confronto negoziale bisogna tenere conto di alcune condizioni prioritarie:aumentare la massa salariale per adeguare le retribuzioni di tutto il personale della scuola. Il blocco dei contratti ha comportato, di fatto, la mancata sottoscrizione di due rinnovi contrattuali, con una perdita di alcune centinaia di euro effettive di retribuzione mensile, e ha determinato un’ulteriore diminuzione del potere di acquisto e l’impoverimento della categoria, anche per l’aumento del costo della vita e l’elevata pressione fiscale.
Occorre inoltre riconoscere la progressione economica legata all’anzianità di servizio, con un accorciamento dei tempi per il raggiungimento del massimo retributivo in linea con altri Paesi europei, quale valorizzazione delle competenze maturate con l’esperienza professionale. Vanno individuate forme di merito professionale, il cui riconoscimento, accertato con criteri trasparenti, non può essere affidato a organi monocratici, ma realizzato attraverso percorsi condivisi. Devono essere, infine, rideterminati i criteri di attribuzione degli incarichi e di erogazione dei compensi per il personale che svolge particolari compiti progettuali e organizzativi, per evitare progetti inefficaci.
Il rinnovo del CCNL deve, quindi, valorizzare professionalmente il personale della scuola, e i docenti in particolare, distinguendo tra carriera e merito professionale e riconoscendo la produttività, rapportata a maggiori impegni svolti.
In conclusione, è ineludibile una tempestiva apertura del confronto, contestualmente sulla parte normativa e su quella economica. L’auspicio è che il Governo voglia esprimere una volontà unanime e assumere precisi impegni nell’avvio di un proficuo confronto, nella comune consapevolezza che il rinnovo del CCNL serva non solo a dare risposte al personale, con un adeguamento retributivo allineato ai principali paesi dell’eurozona, ma anche per generare innovazione in un clima di condivisione e di partecipazione.
Marco Paolo Nigi
Segretario generale dello Snals-Confsal