Il primo riguarda l’applicazione della sentenza del Tar Lazio del 2013 che aveva accolto il ricorso presentato dal nostro sindacato avverso la riduzione del 20% dell’orario scolastico delle lezioni nelle classi seconde e terze degli Istituti professionali e nelle seconde, terze e quarte degli istituti tecnici e aveva annullato i provvedimenti interministeriali che avevano portato alla contrazione delle ore di lezione, in molti casi per le materie professionalizzanti, previste nei vari corsi di studio. A tutt’oggi, ’amministrazione non ha dato esecuzione alla sentenza. Di fronte a questa decisione inaccettabile, non ci fermeremo. Stiamo intervenendo nuovamente al Tar del Lazio per chiedere la nomina di un commissario ad acta che si sostituisca al Ministero nel ripristinare l’orario scolastico indebitamente ridotto.
Ripercorriamo brevemente la vicenda. Lo Snals-Confsal si era dichiarato da subito contrario alla riduzione oraria e aveva presentato ricorso al Tar del Lazio, nel 2010, ottenendo la richiesta di sospensiva del provvedimento impugnato. Il sindacato era stato costretto a ricorrere allo strumento giudiziario per tutelare gli interessi sia degli insegnanti sia degli studenti, dal momento che la riduzione di orario va ad incidere proprio sulle materie professionalizzanti, determinando una violazione dei livelli minimi delle prestazioni didattiche e pregiudicando, quindi, la serietà degli studi.
Considerato il “silenzio” del Miur e il vuoto normativo, il sindacato invitava l’allora ministro Carrozza a dare esecuzione alla sentenza. Ma l’invito è rimasto però senza alcun riscontro. Di qui la decisione del sindacato di procedere ad una formale diffida che è stata notificata al Miur. L’altro tema sul quale abbiamo assunto una ferma posizione riguarda il decreto che il ministro Giannini ha dichiarato di aver firmato sulle graduatorie di istituto per le supplenze del prossimo triennio, mentre era ancora in corso il confronto con i sindacati. Un provvedimento illegittimo perché modifica le tabelle per l’attribuzione del punteggio per le abilitazioni, creando differenziazioni tra le medesime, ed è destinato a creare ulteriori conflittualità tra i precari e un diffuso contenzioso.
Lo Snals-Confsal, quindi, pretende il rispetto delle procedure e delle relazioni sindacali e, considerato che, nell’ultimo incontro tenutosi al Miur, l’amministrazione è rimasta ferma sulle sue posizioni e non ha dato risposte alle richieste avanzate da tutti i sindacati, ha confermato la decisione di impugnare, congiuntamente con tutte le organizzazioni sindacali, i provvedimenti non appena saranno emanati e non appena si conosceranno i testi definitivi.
È di tutta evidenza che siamo di fronte all’ennesimo attacco sferrato al sindacato e ai diritti del personale e noi lo contrasteremo attraverso tutte le possibili azionisindacali e giurisdizionali.
Anche la vicenda del TFA e dei PAS fa emerger e che la logica seguita è stata quella di porre in essere interventi frammentati, spesso superficiali e, forse, troppo accondiscendenti nei confronti delle esigenze del mondo accademico. Le Università, in molte realtà,non hanno attivato i PAS o, in parecchi casi, non hanno garantito modalità di svolgimento dei percorsi compatibili con l’attività scolastica dei frequentanti, con gravi ripercussioni
sia sul personale che sull’attività didattica.
Oltre alle altre negatività rilevate, escludere, poi, i docenti ITP dalla partecipazione ai PAS e non attivare il TFA ordinario per tali docenti e per quelli di strumento musicale, significa penalizzare gravemente queste categorie di personale e creare ingiuste discriminazioni. La vicenda delle graduatorie di istituto e dei TFA è la cartina di tornasole di una scuola che necessita di una visione radicalmente nuova. Le affermazioni del governo Renzi sull’istruzione sono da sempre “le nostre”: scuola come priorità, restituzione del valore sociale ai docenti, cambiamento di atteggiamento verso la scuola da parte delle famiglie, educazione come motore dello sviluppo. Ma quelle affermazioni, per evitare che restino vuoti slogan, devono essere tradotte in azioni concrete. E invece, basta leggere il documento di Economia e Finanza per rendersi conto che, se si esclude il programma per l’edilizia scolastica,i vari interventi appaiono lacunosi e frammentati.
Non c’è traccia dell’organico funzionale di istituto, una nostra conquista recepita da una legge dello Stato e, stando alle recenti dichiarazioni del ministro Giannini, le previsioni circa l’attuazione non sono ottimistiche. E ancora,e non certo per ultimo: il voluto mancato riferimento al rinnovo del contratto di lavoro che i dipendenti pubblici, compreso il personale della scuola, attendono dal 2009, rappresenta una gravissima omissione.
L’ipotesi, poi, di un ulteriore blocco fino al 2020 sarebbe assolutamente inaccettabile e la nostra risposta non si farebbe attendere. Il Governo tutto si assuma, quindi, le sue responsabilità politiche: non può continuare a ignorare che la priorità per il rinnovo qualitativo dell’istruzione è rappresentata proprio dal rinnovo del contratto e che non è possibile derogare ai principi della partecipazione sindacale, del confronto democratico. Le decisioni da prendere – e le stesse riforme - vanno discusse con il sindacato, il cui ruolo nella società civile non può essere disconosciuto.
Lo Snals-Confsal,da parte sua, continuerà a svolgere con coerenza il suo ruolo di proposta, disponibile, come sempre, ad interloquire con le istituzioni per trovare soluzioni condivise ai vari problemi. Ma non intende derogare al suo ruolo di tutela degli interessi e dei diritti dei lavoratori della scuola.
Pertanto, in mancanza dell’apertura del negoziato per il rinnovo del contratto di lavoro, in sinergia con la Confsal, non esiterà a mobilitare la categoria e a intraprendere azioni di lotta.
Marco Paolo Nigi
Segretario generale dello Snals-Confsal