Trascriviamo l’intervista al Segretario Generale della Confsal, Marco Paolo Nigi, pubblicata da Italia Oggi nell’edizione del 20 giugno 2013:
Nigi: il decreto del fare è solo un primo passo. Sul fronte fiscale si può fare di più.
Occupazione, Europa al bivio
L’Ue deve assicurare fatti concreti, specie per i giovani
La Confsal segue con molta attenzione l’attività dell’esecutivo Letta. Lo fa sia per quanto riguarda il programma del governo sia per le proprie proposte rappresentate alle massime istituzioni.
Il governo, dopo aver preso atto della chiusura da parte dell’Unione europea della procedura d’infrazione per deficit eccessivo, si è impegnato con la commissione Ue a mantenere entro il 3% il rapporto deficit-Pil. Ha ottenuto inoltre di poter utilizzare i fondi strutturali dell’Unione per l’occupazione giovanile. Concluso questo momento di confronto-rendiconto europeo, il governo si è finalmente concentrato sul fronte interno e, nei giorni scorsi, ha varato il decreto "del fare".
Di tutto questo abbiamo parlato con Marco Paolo Nigi, segretario generale della confederazione autonoma Confsal, chiedendo quali fossero le sue valutazioni.
Domanda. Segretario, che cosa pensa del "nuovo" approccio Barroso-Letta sulla questione centrale del rilancio dell’economia e dell’occupazione, con particolare riferimento a quella giovanile?
Risposta. Per essere considerato un primo importante risultato a favore dell’occupazione giovanile e per la crescita in Europa, l’incontro fra il presidente della Commissione Barroso e il nostro premier Letta dovrà trovare un riscontro negli esiti del Consiglio europeo dei prossimi 27 e 28 giugno.
È fuor di dubbio, comunque, che l’Unione debba assicurare fatti concreti a sostegno dell’occupazione, e che debba farlo in tempi brevi, se vuole dare una prospettiva ai giovani in un contesto di crescita economica e di sviluppo.
D. Qual è il suo giudizio sul decreto governativo "del fare"?
R. È un provvedimento che interessa famiglie, imprese e imposizione fiscale, con particolare riferimento all’attività di Equitalia.
Sul fronte delle famiglie, valutiamo positivamente i provvedimenti sullo sconto delle bollette elettriche, sul bonus per la mobilità degli studenti universitari meritevoli e sullo sblocco del turn-over nelle università (per docenti ordinari e ricercatori) per l’anno 2014.
Quanto al fronte delle imprese, sia il finanziamento a tasso agevolato per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuove di fabbrica a uso produttivo, sia il fondo per i grandi progetti per l’innovazione e la ricerca sono, a nostro parere, interventi mirati e apprezzabili.
Anche il sostegno finanziario al settore edilizio per le opere cantierate e cantierabili, come le metropolitane di Milano, Napoli e Roma, nonché l’autostrada RagusaCatania, può creare migliaia di posti di lavoro.
Infine, sul fronte dell’imposizione fiscale e dell’attività di Equitalia, con particolare riferimento ai debiti tributari, l’impignorabilità della prima casa e l’aumento della rateazione sono due interventi ragionevoli. Ma sul fronte fiscale sono necessari ben altri interventi!
D. Riguardo al fisco, quali sono le aspettative della sua confederazione?
R. Rispondo con una domanda. Se è vero che le imposte evase stimate ammontano a 150 miliardi di euro l’anno, è credibile che non si possa recuperare più di quanto si sta facendo? A nostro parere, quando si recupererà la volontà politica di intervenire con strumenti efficaci anti-evasione, si potranno liberare il lavoro e l’impresa dall’oppressione fiscale e, soprattutto, si potrà pensare nel tempo mediobreve di varare una riforma fiscale equa e funzionale alla crescita. Ma su questo fronte il governo non mi sembra così determinato a conseguire il "necessario" successo.
D. Di recente, la Confsal ha dichiarato la mobilitazione per il rinnovo dei contratti e la stabilizzazione dei precari nel pubblico impiego. Qualcosa da aggiungere in merito?
R. Purtroppo, la sensazione è quella di una grave indifferenza da parte del governo Letta in merito ai problemi dei lavoratori del pubblico. È evidente che non si tratta soltanto di una difficoltà nel reperire le risorse, ma di un colpevole disinteresse "politico". Pertanto, la Confsal è costretta a mantenere la mobilitazione e a intensificare, anche con le sue federazioni, le azioni di lotta.